Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

lunedì 30 agosto 2004

La Prima di Veronica sui mitici passi Appenninici

AGATHA 1° USCITA (VERA)
Ad un certo punto della storia di un pilota, si rende necessario fare un passo importante: salire in moto e uscire dal garage. Ordunque, calcolate la direzione e la velocità del vento, la temperatura esterna, la lunghezza del percorso, il serbatoio, le gomme e quant’altro, l’impavido pilota (Baffo Rosso) e la sua indomabile cavalcatura (Agatha), seguiti dalla nonna e Dagasse, si apprestano a intraprendere uno dei più noti percorsi appenninici: Futa, Raticosa, Giogo, tutto in una volta (non ridete).
Si parte. Ho detto: si parte! Dagasse grida “Dagasseeeeeeee!” e le due belve partono alla riscossa. Prima benzina, (5 euro), poi direzione S. Agata. Il problema primo da affrontare, è la fermata con partenza. Già, fermare Agatha non è semplice, specie per le zampe corte di Baf, che però si impegna parecchio. La partenza è un’altra cosa simpatica. Ecco dunque pilota e mezzo impegnate al primo ostacolo: dare la precedenza all’imbocco dell’indotto: prima mossa, occhiata rapida a sinistra, seconda mossa, dare gas tenendosi a sinistra, terza mossa, scansare il camione che le sta per portare verso altri lidi. Tuffo al cuore di Dag con relativa incazzatura e smacco della nonna che ha perso la scommessa con un’altra moto di vedere a terra Baf e Agatha alla prima precedenza. Subito dopo la rotonda direzione Futa fermata per partaccia di Dag. Partaccia e ripartenza.

  Agatha: io te l’avevo detto
  Baf: allora guida tu
  Agatha: antipatica
  Baf: guarda la strada invece di chiacchierare!

Via verso la Futa. Alla Futa, anche solo per riprendere fiato, caffè. I rampini della Futa non sono uno scherzo, Agatha l’ha fatta tutta a occhi chiusi, in fondo con l’altro proprietario a parte qualche giro al mare nelle diritte non aveva mai fatto.


Basta Futa, ora Raticosa. Bucheaquelloddio per un bel pezzo, sbarellamento di sospensioni, chiappe e ammortizzatori. Poi un po’ di requie, si scansano le vecchine in mezzo alla strada nei paesetti lungo strada e finalmente si arriva in cima. Caffè d’orzo per calmare i nervi. Agatha apre gli occhi, si trova parcheggiata accanto alla nonna. Cerca di stabilire un contatto:

  Agatha: non è andata male, eh?
  Nonna: eh? ma lo sai che ore sono? Me sto a fa du’ palle…
  Agatha: ma noi dobbiamo imparare...
  Nonna: a spese mie? Sto grippando...
  Agatha: ma dammi uno straccio di sostegno morale!
  Nonna: che cilindrata ho io?
  Agatha: 600
  Nonna: e chi mi guida?
  Agatha: Dag...
  Nonna: e quindi?
  Agatha: se solo mi potessi spostare me ne andrei da un’altra parte. Spero ti si stacchi un pezzo di faro.

Mentre Dag e Baf sono dentro a prendere un orzino fuori arriva un Hayabusa. Agatha cerca disperatamente di nascondersi. Quando Baf esce a pulire il casco Agatha chiede solo di essere portata via.
L’Hayabusa, manco la vede.


Basta, si riparte verso Castel del Rio. Colpita dal morbo di Giringiro Baf sbaglia strada. Inversione e direzione Castel del Rio, velocità 30 km/h. siamo in discesa in strada sconosciuta, attraverso paesini con curve strettissime, strizza a bestia e polso destro dolorante. Maremma porcona. Dopo varie vicissitudini si arriva al bivio per Castel del Rio. Baf non ne può più, è cotta, in più Agatha non aiuta, spera solo che non incontrino nessuno di conosciuto e tantomeno l’Hayabusa. Che magari le ha passate alla velocità del suono e manco l’hanno vista...
Meno male che Castel del Rio è vicino, sosta di conforto. Si riparte, anche perché sennò si fa notte...
Dietro le belve si forma una coda di qualche km, ma non importa, visti i colori di Agatha lo possiamo far passare per un tour promozionale.
Arrivo a Firenzuola e partenza diretta direzione Giogo. Mizzeca! Tra la stanchezza e le curve mega, Baf teme di non farcela.


Va bene, la strada è nota, ma vista dalla moto, è tutta un’altra cosa. Marianna zoppa impestata ladra! 22 km di agonia. Finalmente appaiono le curve note vicino a casa, Baf accelera (45 km/h) per arrivare prima. Scarperia in vista! Si scansano un altro po’ di vecchine e si va a casa. Per fortuna il rientro in garage è già collaudato e l’impavido pilota rimette al suo posto la formidabile cavalcatura.

  Agatha: siamo arrivate?
  Baf: beh, sì
  Agatha: posso guardare ora?
  Baf: ma che sei stata ad occhi chiusi?
  Agatha: eh eh ehe ...
  Baf: brutta carogna! Ecco perché non aiutavi!
  Agatha: scusa...
  Baf: non posso manco dire che non ti porto più! Però non ti compro gli specchietti nuovi!
  Agatha: noooo...
  Baf: già!

Dag arriva, calmo, parcheggia, lieto, non si è annoiato tanto, ma la nonna fa uno strano rumore: russa!