Ad un certo punto della storia di un pilota, si rende necessario fare un passo importante: salire in moto e uscire dal garage. Ordunque, calcolate la direzione e la velocità del vento, la temperatura esterna, la lunghezza del percorso, il serbatoio, le gomme e quant’altro, l’impavido pilota (Baffo Rosso) e la sua indomabile cavalcatura (Agatha), seguiti dalla nonna e Dagasse, si apprestano a intraprendere uno dei più noti percorsi appenninici: Futa, Raticosa, Giogo, tutto in una volta (non ridete).
Si parte. Ho detto: si parte! Dagasse grida “Dagasseeeeeeee!” e le due belve partono alla riscossa. Prima benzina, (5 euro), poi direzione S. Agata. Il problema primo da affrontare, è la fermata con partenza. Già, fermare Agatha non è semplice, specie per le zampe corte di Baf, che però si impegna parecchio. La partenza è un’altra cosa simpatica. Ecco dunque pilota e mezzo impegnate al primo ostacolo: dare la precedenza all’imbocco dell’indotto: prima mossa, occhiata rapida a sinistra, seconda mossa, dare gas tenendosi a sinistra, terza mossa, scansare il camione che le sta per portare verso altri lidi. Tuffo al cuore di Dag con relativa incazzatura e smacco della nonna che ha perso la scommessa con un’altra moto di vedere a terra Baf e Agatha alla prima precedenza. Subito dopo la rotonda direzione Futa fermata per partaccia di Dag. Partaccia e ripartenza.
Agatha: io te l’avevo detto
Baf: allora guida tu
Agatha: antipatica
Baf: guarda la strada invece di chiacchierare!
Via verso la Futa. Alla Futa, anche solo per riprendere fiato, caffè. I rampini della Futa non sono uno scherzo, Agatha l’ha fatta tutta a occhi chiusi, in fondo con l’altro proprietario a parte qualche giro al mare nelle diritte non aveva mai fatto.
Agatha: non è andata male, eh?
Nonna: eh? ma lo sai che ore sono? Me sto a fa du’ palle…
Agatha: ma noi dobbiamo imparare...
Nonna: a spese mie? Sto grippando...
Agatha: ma dammi uno straccio di sostegno morale!
Nonna: che cilindrata ho io?
Agatha: 600
Nonna: e chi mi guida?
Agatha: Dag...
Nonna: e quindi?
Agatha: se solo mi potessi spostare me ne andrei da un’altra parte. Spero ti si stacchi un pezzo di faro.
Mentre Dag e Baf sono dentro a prendere un orzino fuori arriva un Hayabusa. Agatha cerca disperatamente di nascondersi. Quando Baf esce a pulire il casco Agatha chiede solo di essere portata via.
L’Hayabusa, manco la vede.
Meno male che Castel del Rio è vicino, sosta di conforto. Si riparte, anche perché sennò si fa notte...
Dietro le belve si forma una coda di qualche km, ma non importa, visti i colori di Agatha lo possiamo far passare per un tour promozionale.
Arrivo a Firenzuola e partenza diretta direzione Giogo. Mizzeca! Tra la stanchezza e le curve mega, Baf teme di non farcela.
Agatha: siamo arrivate?
Baf: beh, sì
Agatha: posso guardare ora?
Baf: ma che sei stata ad occhi chiusi?
Agatha: eh eh ehe ...
Baf: brutta carogna! Ecco perché non aiutavi!
Agatha: scusa...
Baf: non posso manco dire che non ti porto più! Però non ti compro gli specchietti nuovi!
Agatha: noooo...
Baf: già!
Dag arriva, calmo, parcheggia, lieto, non si è annoiato tanto, ma la nonna fa uno strano rumore: russa!