Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

mercoledì 1 settembre 2004

Gavia & Stelvio

Nel 2004 di km. ne abbiamo fatti parecchi,ma se abbiamo fatto 30 perchè non fare 31?
La curiosità spingeva verso il Trentino (l'è novaaaaaaa) anche per coniugare le ferie dei genitori con un giretto in moto.
Due fave con un piccione !
Trentino si diceva....e Trentino ri-fù.
Il lato dx della regione è stato già soggetto di svariate nostre visite ma il sx no. Gavia e Stelvio mi solleticavano parecchio parecchio. A detta di molti non avremmo percorso strade da libidine pura per la guida, ma siccome quando indosso i panni del mototurista (con Veronica non si corre!!) anche il panorama acquista un valore enorme. Nel Trentino poi restare delusi è un fatto più unico che raro.
Si parte da Scarperia con la Nonna con il preservativo anti-moscerino sul cupolino, protezione che è durata fino al ritorno a casa. Non stracarichiamo la moto. I giorni di permanenza sono pochini e le scarpe da trekking le abbiamo precedentemente affidate alla cura dei parents.
Pallostrada fino a Mezzocorona. La Nonna va che è una meraviglia. Teniamo una velocità di 130/140 orari, ma sentendo Baffetto molto molto tranquilla provo a salire di velocità gradualmente. Arriviamo a 180 senza che i fianchi siano meta di schianti dolorosi e per questo rimango abbastanza stupefatto. "Veronica ha preso confidenza con la velocità o si è addormentata del tutto?" mi chiedo.
Per rendermene conto facciamo sosta benza, pipì e gelato.


Gli dico dello svarione tachimetroso. Mi pare di parlare con il muro. Non mi caca nemmeno, tanto è tranquilla. I miei fianchi ricominciano a vivere !
Dopo l'uscita dall'autosuicidiostrada iniziamo a salire verso Andalo, meta vacanziera dei parents. Ho davvero goduto nel salire la strada che da Mezzolombardo porta a Fai della Paganella.
La strada offre diversi tornanti con asfalto bellissimo e raggio largo e costante. Libidine pura.
Ma la soddisfazione più grande è stata realizzare un sogno. Quei sogni che ti porti dietro da anni e anni. Arrivare a Andalo in moto era il mio sogno. Non tanto per la difficoltà del percorso, anzi. Era un sogno. Punto. E come tale non si può spiegare. Sappiate solo che ero felice. Moltissimo!
Arriviamo in albergo contento di vedere i miei genitori. Facciamo due chiacchere e via a docciarsi per la cena. Con il gruppo di Brenta a vegliare sulla Nonna soddisfatta.
Si parte di buona mattina. Prima tappa l'incrocio che si trova sulla strada per il Tonale che porta a Pejo. Lì avremmo dovuto incontrarci con un certo Andrea (in arte Nazgul). Per arrivare all'appuntamento percorriamo placidamente la strada che ci porta prima a Ponte Arche, poi a Tione dove inizia la Val Rendena che ci accompagna fino a Pinzolo. Passiamo Madonna di Campiglio, che visto le costruzioni e il cemento fanno sembrare il nome del posto una bestemmia. Usciamo molto felicemente da M.d.C. I raggi del sole iniziano a dire la loro.


Si sta da "Guido" come direbbe Nazgul. Arriviamo tranqui tranqui al bivio. E il modenese?
Ci chiama. E' rimasto inchioppato nel traffico in autostrada e arriverà dopo un'ora almeno !
Maremma ghianda!!! E ora?
Visitina a Pejo, dove eravamo stati qualche anno prima per una 7 giorni di trekking. Per chi ama i posti belli e riservati è un posto consigliatissimo.
La strada finisce a Pejo paese, luogo dove c'è un solo albergo e dove i negozi sono gli empori di una volta dove trovare praticamente di tutto.
Caffeino, pipì e via. Si torna giù nella valle. Al solito bivio si prende a dx per il Tonale. Con Andrea ci saremmo trovati lì.
Salendo il Tonale la temperatura prende uno smacco considerevole. Fa decisamente freddino e dei raggi del sole neppure l'ombra...
Arriviamo sul passo. Pochissimi centauri. A un tratto arriva un tedescone con un V-Max smarmittatissimo, si sofferma e riparte a razzo. Le marmotte in coro lo infamano!
Dopo un paio di brividi di "caldo" e una fugace visita al sacrario arriva Andrea, tutto intutato e piuttosto infreddolito. Ci rifugiamo in un bar dove daremo al nostro compare (presi a compassione) un pile stile sottotuta da sci. Credo che per Andrea sia stato un gesto apprezzatissimo!


Ripartiamo tutti baldanzosi. Dopo pochi km. avremmo trovato il bivio per il Gavia. Infatto lo buchiamo a dovere dritti dritti per Ponte di Legno, dove ci aspetta un po' di benza. Dopo un giro turistico per P.di Legno alla ricerca della strada riusciamo a chiappare il bivio giusto e la prima vera salita della giornata ha inizio.
Per la via troviamo un ciuchino un po' in botta con il muso appoggiato a una staccionata.
A vederlo sembrava che ne avesse per un bel po'!
La strada sembra "normale" per il primo pezzo. Poi all'improvviso cambia. La carreggiata,da doppia diventa a una corsia. Ma non è questa la cosa che da fastidio. Semmai è il fatto che a forza di salire si sente la necessità di avere una minima protezione verso lo strapiombo.
Infatti, a parte qualche paletto anni 40, di una protezione decente proprio non se ne parla. Sembra di fare un salto all'indietro negli anni.
Si avanza guardando il panorama, facendo attenzione a quelli che vengono giù (te li puoi trovare muso a muso dietro una curva) e pensando al giro d'Italia. Mamma mia. Quando nevica deve essere tremendo.
Arriviamo in cima accompagnati da una fitta nebbia o meglio da una nuvola bassa. In vetta il meteo cambia di colpo. Stupendo. Foto, panozzi, dolce, caffe'. Il paradiso!




Ci decidiamo a ripartire, ma mica è stato facile. Scedendo verso Bormio scatto una foto ad Andrea. Deve aver qualcosa in comune con l'ENEL.
Non so perchè ma quando gli faccio una foto viene sempre con qualche lumicino addosso.
Qui per es. ha un riflesso sul casco...


Attraversiamo un paesino. Una scritta su un muro mi incuriosisce. Torniamo indietro. E' bellissima !!! Sembra quasi uno scherzo !!!



Arriviamo a Bormio e prendiamo su per lo Stelvio. La strada non presenta curve libidinose, anzi. Però arrivare sotto alla serie di tornanti che dovremo attaccare è "particolare". Da il senso della fatica,dello sforzo. Non oso immaginare come sarà fare quel pezzo in bici. Sicuramente non incoraggia !!!
Dopo un bel po' di tornanti facciamo sosta. Manca ancora un po' per arrivare in vetta, ma non c'è furia. Posto bellissimo e tempo ancora meglio.
Lascio Andrea e Baffetto a sbrocciolare la canzoni di Mingardi e scatto qualche foto.



Risaliamo in sella e finalmente arriviamo al culmine delle nostre "fatiche" giornaliere. Lo Stelvio! Passo che in se per se non è niente di speciale.
Ma i dintorni sono veramente belli. Panorama superbo. Foto ai centauri, alle moto e a un cuoco vikingo, placido e paonazzo. Ti mette bene nel solo guardarlo. Il tempo inizia (purtroppissimo) a stringere. Abbiamo ancora molta strada da fare. Ripartiamo non prima di aver comprato gli adesivi ricordo (ora appiccicati sul baule) e di aver visto arrivare a tutto gas due moto di tedeschi (??), una delle quali la Ninjona 1200 con la vescica debole. La Kawa infatti perdeva acqua, ma il padrone non sembrava curarsene troppo....mah,contento lui!







Si riparte. I tornanti in discesa solitamente sono proprio tremendi ma questi in particolar modo. Non sono tornanti. Semmai invenzioni creative per stendere la striscia d'asfalto. Ogni tanto girandosi si può vedere la "sistemazione" della strada. Allucinante. Sembra che cada a valle da un momento all'altro! 
Km dopo km rientriamo percorrendo la Val Venosta verso Merano. Mele, mele e ancora mele.
Io ne vado pure ghiotto. M'è venuto un languorino...


Ci salutiamo con Andrea a Merano. La voglia di proseguire con l'autostrada proprio non c'è mentre la voglia di vedere nuovi posti si. Prendiamo per il passo Mendola. Piacevole scoperta. La strada si snocciola veloce con curve costanti e (potendo) invitanti. Si valica il passo quasi senza accorgersene e ci buttiamo a capofitto verso la Val di Non. Rientriamo che è praticamente buio. Stanchi ma soddisfatti. Con la Nonna nuovamente vegliata dal Brenta.
I giorni dopo trekking con genitori, sorella, cognato e amica di famiglia.
Trentino...alla prossima. Sicuri che non ci deluderai !