Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

sabato 24 febbraio 2007

4 ruote per far pochi Passi

Premessa delucidante: le 4 ruote sono la somma della gommatura della Lina (FZS1000) e di Miss Marple (ER5)!

Le due ruote di Carlo
Eh sì. A piccoli passi.
Ieri mattina da solo, sornioneggiando su strade che amo e che mi danno sempre un bel senso di benessere, tra le cui curve si gode sempre, sia che si guidi con l’occhio chirurgico sia con occhio curioso, mentre al pomeriggio in compagnia di Veronica abbiamo condiviso la strada, le curve, i pericoli e la magnazza.
Ma andiamo per ordine.
Esco di casa piuttosto assonnato, forse aiutato dal clima che pare più autunnale che invernale.
Ma va bene lo stesso. Metto la prima e via.
Salgo la Colla e da subito mi rendo conto che non avrei trovato molte moto.
Questi posti, fatti in perfetta solitudine sanno regalare sensazioni decise, anche se avendoli vicini a casa li avrò visti e attraversati mille volte.

Curva tipica della Colla

Una sensazione “forte” la provo quando, fermo per scattare una foto alla morfologia della strada, arriva un camione che , come è normale che succeda, invade la corsia opposta, proprio sulla curva che sono intento a fotografare...

Incrocio pericoloso!

Questo tipo d’incontri non sono una rarità da queste parti e subito il pensiero va al periodo più prolifico per le uscite in moto e a quante volte, per godere di una curva, si tende a tagliare un pò la traiettoria. E’ meglio che cambi pensiero...
Riparto, passo la Colla (dove il ristorante/bar del passo è chiuso per ferie) e punto la Sambuca.
Ecco...io quando arrivo lì...perdo le parole!!
Il tempo come detto non è dei migliori, altrimenti l’occhio di tipo curioso avrebbe di cui spaziare. Tra i dintorni selvaggi e la strada che si snocciola sui costoni rocciosi è una goduria scendere verso Palazzuolo sul Senio (info su www.palazzuolo.it).

Lo stupendo percorso della Sambuca


Mentre scendo sorrido alla vista di piccoli blocchi di neve sporca. Solo qui se ne può trovare, anche quando sugli altri passi è sparita già da un pezzo.
Arrivando a Palazzuolo ripenso alla mia prima gita in moto, anzi in scooter, il mio primo vero viaggio itinerante, che feci assolutissimamente rimbecillito dalla felicità ( vedi qui).
E per festeggiare il ricordo scatto qualche foto nella parte vecchia del paese, dove fa bella mostra di se il Palazzo dei Capitani (1387) e i portici che si incontrano arrivando da Marradi.




Riparto in direzione della valle del Santerno. Per arrivarci faccio la strada (panoramicissima) che mi porta al Valico del Paretaio (una curva in perfetto stile francese) e che scende a Coniale, luogo che di per se non ha niente di speciale se non si considera l’osteria “La Faina”, dove ogni tanto facciamo una visitina. E’ uno di quei posti magici, saletta piccola con pochi tavoli (tavolacci) e caminetto, dove panza e mente vanno a braccietto. Da provare!

La curvosa discesa verso Coniale

Da lì mi dirigo verso Firenzuola e poi su per il Giogo dove trovo un bel vento e nebbia in stile winter!!
Poco prima del passo inchiodo per fare uno foto a un terzetto di caprioli, perfettamente allineati, tanto che al mio arrivo scappano mantenendo le distanze, come nella migliore tradizione del nuoto sincronizzato. Scatto mancato...

Sapore d'antico


Giogo nebbioso

Lo stesso mi capita scendendo verso Scarperia. Su un albero vedo un rapace bello grosso che sembra lì per essere fotografato. Stesso manovra inchiodatoria e zac...rapace sparito!!!
Pace. Mi consolo con un automobilista che si ferma per chiedermi se ho dei problemi. Bel gesto al quale il tizio da anche un seguito. Poco prima di Scarperia gli sono dietro e poco prima che io lo sorpassi mette la freccia a destra come segnale che è tutto ok e che lo posso passare tranquillamente. Lo ringrazio calorosamente, mentre la mente va alle ferie francesi dove gesti del genere erano quasi una consuetudine.
Sono a casa per l’appuntamento con Veronica. Ora tocca a lei!

Le due ruote di Veronica Dopo una bella serata a Scandicci a vedere lo spettacolo di VidaLoca, alzarsi alle 6 di mattina per essere alle 8 a scuola non era proprio il massimo. Meno male che mi sono ricordata che avevo fissato il compito, meno male un corno perchè durante il compito mi avranno chiamata 100 volte per chiedermi cose che sanno e non si ricordano. Sopravvivo, MA, vado a chieder se mi pagano. Le risposte che ottengo sono drammatiche, non solo per il ritardo, che è grosso, ma anche perchè viene fuori chiaramente che li dentro, se rompi troppo, ti mandano a casa e con pochi complimenti. Arrivo a casa un po’ flashata. Ma la voglia è tanta e domenica ha messo pioggia. Ma ho la testa altrove e non riesco ad uscire in strada. Mi pianto all’incrocio, ho il panico, mi tremano le gambe, ma più che le gambe mi trema la testa. Vado a fare riscaldamento al circuito, ma più che riscaldamento è sfogo, perchè mi ci vogliono 2 ore a raccontare a Carlo perchè oggi non mi riesce guidare. Mi ci voleva proprio! Poverino...
Per farmi perdonare prometto di andare a mangiare alla Scarpaccia, peccato che siano le 14.00. Ma c’importa un tubo! Si parte, direzione Consuma. Mi bastano pochi km per riprendere contatto con Miss Marple, anche lei è contenta, aveva voglia di fare 2 passi (Consuma e Croce a Mori) e visto che la benzina non manca, anche lei scalpita. Ho una strana senzazione, ovvero, non mi ricordo la strada, per nulla, guido alla cieca, non so perchè, come se la strada non l’avessi mai fatta prima. Da un lato è un bene, così mi devo arrangiare. Fa freddo, maremma sudicia, le mani già quasi arrivati in cima sono gelate e non rispondono più, guido a memoria e sono un po’ in trance, mi sembra di non esserci mai stata. Alla Scarpaccia diamo il meglio di noi, con prosciutto, formaggio e finocchiona. Peccato che siano le 4! La fame è brutta, ci avventiamo sugli affettati e quasi ½ kg di pane in 2!

La magnazza alla Scarpaccia

Comincio ora a realizzare dove mi trovo, anche perchè avendola fatta d’estate la riconosco a malapena. Capisco dove siamo perchè ad una certa ora ci piomba Giringiro tra capo e collo, ci paga il caffè, fa il pazzo (ma meno del solito) e riparte (dopo averci ragguagliato sulla situazione Caponord N.d.D).
Ripartenza per il Croce ai Mori

Nonostante il meteo prometta acqua, decidiamo comunuque per fare il Croce a Mori (Miss Marple scalpita, “Mi avevi promesso!”). Tempo tremendo e freddo, mi immagino l’acquazzone ad ogni curva, ma veniamo risparmiati. La strada fa un po’ impressione, tutta mangiata e con grip a zero. Però bello, oramai sono sciolta e gelata, ma lieta di aver comunque preso la moto. Sono talmente cotta che arrivati a Dicomano praticamente non ci vedo più, Carlo intuisce e mi fa da apripista. Arriviamo a casa per farci una broda calda e riprenderci. Alle 22.00 sono stiacciata sul divano e dormo da 20 minuti... conclusione? Se ti girano le palle per il lavoro, vai a fare un giro in moto!



lunedì 5 febbraio 2007

L'Olanda? E' dietro casa!

In moto una "giornatina soft" non sempre equivale a fare un giro trito e ritrito, che la moto percorre quasi da sola.
I "soliti" giri regalano sempre qualcosa, sempre che uno sia pronto a scrutare e percepire anche il più piccolo particolare che fa tornare a casa soddisfatti.
Il "tour" di oggi in realtà non è stato altro che una specie di "rodaggio".
Stamani infatti ho fatto un pò di km. per rodare la nuova gomma post. di Miss Marple (va che è 'na meraviglia) e di pomeriggio un piccolissimo tour intorno al monte Giovi, tanto per rimettere la Lina su strada dopo il botto natalizio.
E' stato un toccasana, sia la mattina con la 50 cv. che al pomeriggio con la super cavallata.
Le strade minori riservano sempre cose grandiose e partendo da casa immaginavo di stare un paio d'ore in mezzo al verde, ma mai avrei immaginato di trovare...
Beh poi capirete !
Bel sole, temperatura ottima, Faentina "bevuta" con belle pieghe, arrivo all'Olmo e vado per Pontassieve.
Al primo bivio disponibile prendo a sinistra per S.Brigida. Appena imboccato la traversa mi sento come quando ci si prepara a gustarsi un bel film, sistemandosi e sprofondando nella poltrona, in modo da essere un tutt'uno con la scena (in questo la fazerona è super!!).
Percorro la strada a passo lentissimo. La Faentina sembra passato ultra remoto.
Sulla mia sinistra il santuario della Madonna del Sasso, incastonato nella vegetazione spoglia, mentre sulla destra la vallata scende verso il letto dell'Arno.
La zona è collinare, ma in alcuni tratti appare più montagnosa di quanto sembri. In altri tratti la vegetazione è mista e si può viaggiare accompagnati da ulivi, cipressi, abeti, in un mix botanico.

Scorci, laghetti, bella campagna, senso di benessere



Nei pressi di S.Brigida fa bello sfoggio di se il Castello del Trebbio.


Non l'avevo mai visto e neppure sapevo esistesse. Arrivo lì mentre un pulmann sta scaricando un gruppetto di turisti in visita.
A parte la vendita dei prodotti tipici, qualcosa da vedere all'interno del castello quindi ci deve essere di certo. Rimando l'approfondimento a data da destinarsi e riparto.
E' una bella zona, molto verde e panoramica e diventa ancor più interessante via via che mi avvicino a Monterifrassine. Lì infatti inizia l'area del Chianti Rufina e, come è facile immaginare, i filari di vite si sprecano.
Arrivando alla fattoria e azienda agricola di Lavacchio mi fermo a guardare la possente struttura, tipica di queste zone rurali.


La strada poi mi porta verso un castello che non riesco a trovare, anche a causa di strade sterrate mal messe che evito di prendere.
Tornando alla fattoria realizzo che la strada è ricavata praticamente su un crinale dal quale si gode una bellissima vista, sia sulla valle di Rufina che sul versante di Pontassieve.
Ripenso ai "mulini moderni" (quelli per l'energia) che insieme ad un amico abbiamo visto vicino al passo Cento Croci e che in un posto così potrebbero dire la sua, anche se a dire il vero rovinerebbero tutta l'armonia che c'è lì.
Mi fermo alla fattoria e scatto una foto alla Lina che sonnecchiosamente rende felice il padrone.
Mentre mi allontano per prendere meglio la mira....spam!
E quello?!?!


Non credo a quello che vedo. La mente va subito a "Molin del Piano", una località che si trova più in basso, verso Le Sieci e che deve per forza avere qualcosa in comune con quel mulino. Sono felice come un bambino (sarò mai grande??) e rimango lì in ebetita estasi, neppure avessi visto un FJR!!!
Vi ricordate la poltrona per il film? Ecco. Questa è la scena culmine e me la sto godendo alla grande.
Riparto soddisfatto percorrendo una serie di morbide curve immerse tra i filari. Chissà come sarà bello verso l'estate.


Scatto una foto a..

..due cose che mi fanno sempre girar la testa...

...e me ne torno a casa, dopo "soli" 98 km.
La Lina è tornata e come primo giro l'Olanda.
Mica male!