Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

giovedì 10 maggio 2007

E' stata tutta una Bufala!

Sono stati 1545 km. di puro benessere (secchiate d’acqua a parte..), non tanto per le strade fatte e i panorami/scorci visti, semmai per la compagnia, sempre stupenda, disponibile, sincera.
Grazie davvero di cuore ai nostri amici laziali con i quali abbiamo condiviso la strada ma più che altro la tavola.
Un sabato ad Ariccia per un mix colesterolosissimo e domenica per un “tappamilavenasubitoenonseneparlapiù”. Che somma goduria!!!!!!!!!!
Ma andiamo per gradi, parecchi alla partenza e un po’ meno al ritorno, fatti quasi completamente sotto l’acqua e in certi tratti....qualche catinella...

L’avvicinamento alle magnazze
Venerdì esco dal lavoro ed è inutile dire che siamo a mille. Alle 15 metto la prima e via in direzione autostrada.
La faccio breve. Il pannello presente proprio al casello ci fa passare quella microscopica voglia che avevamo di fare questo piccolo trasferimento fino a Fi-Certosa dove avremmo preso la Fi-Si.
Il fetente pannello dichiara 10 km. di coda per un incidente verso Calenzano!!!!!!!
Ma vaff....!!!!
Dietrofront....ma per dove?
Passiamo da Fiesole, arriviamo all’imbocco della Fi-Si alle 16:30 e siccome fa un caldo bestia mi sento già cotto come un tocco di prosciutto. Rapida sosta abbeveraggio e si riparte.
Fino a quel momento sole e caldo, ma di lì a breve acqua, per fortuna non molta.
Passiamo Siena e puntiamo Bolsena. Il tempo bigio, che ci porteremo dietro in pratica per quasi tutto il we, non mi invoglia a fermate fotografiche.
Però è quasi obbligatoria una religiosa sosta in V. d’Orcia. E’ impossibile resistere a quei colori e la mano va in automatico a girare la chiavetta. Con la moto spenta ci immergiamo nel perfetto acquerello.




Ancora in moto, con l’idea di non passare sul lago come normalmente ho fatto, in solitaria o in compagnia.L’idea era quella di passare da Onano, Valentano, Canino, Tuscania, ma vista l’ora tarda optiamo per il classico Montefiascone, Viterbo, Vetralla.
Poco prima di Montefiascone inizia a fare freddo. Mica ce l’aspettavamo. Sosta forzata per vestizione e strusciamenti riscaldanti.
A Vetralla non prendiamo per Tarquinia, bensì per Cura e da lì per Blera, con l’idea di toccare Rota e poi Tolfa e arrivare così a destinazione.
Passiamo Blera e fa una certa impressione vedere le case appoggiate su una montagnola di tufo, come del resto molti paesi da queste parti.
Arriviamo anche a Civitella Cesi, un’altra piccola perla di quest’area così caratteristica.
Buona l’idea di arrivare a Tolfa con strade traverse? Macchè!!
Per arrivare a Rota non abbiamo le “rote” adatte. La strada è sterrata e un tizio del posto ce la consiglia con una enduro e pure buona...
Nuovo dietrofront. Sono già le 20 e la luce inizia a salutarci. Tra un vedo non vedo arriviamo a Civitavecchia e finalmente da Roberto, nostro immancabile e pazzoide ospite, che troviamo alla finestra come nel peggiore degli incubi!!
Ceniamo, chiaccheriamo anche con altri motociclisti, Fabio e Fabrizio, arrivati per il caffè, rombiamo (dal sonno!) e zac.... suite pronta per la ronfata. ‘notte!

Porchettata ad Ariccia
Inizia il we mangereccio con ritrovo al Distributore con la D maiuscola e non a uno qualsiasi :-)))
Giggetto è già “sul pezzo” ma a causa di un disguido con il camionaro portabenza la cisterna di raccolta è praticamente vuota già alle 9:30
Riesco cmq nell’intento di fare il mio primo goccio alla G.R.
Al secondo tentativo m’è parso il minimo!


Rapidamente il capannello motorizzato è composto e siamo pronti a partire verso...un altro benzinaio. Pieno per tutti, caffettino per Roberto e via.


La strada è...du’ palle poichè è tutta dritta, però chissenefrega. Siamo insieme e il resto non conta. Lungo la via facciamo sosta per raccattare un altro componente (nemmeno fossimo Gig) e a Roberto viene in mente un’idea meravigliosa.
La conversazione tra me e Roby (il cagnaccio) causata dalla brillantissima idea si è svolta circa così:
- Cagnaccio: “Ao...nun t’è venuto ‘n mente che ce poteva veni’ pure Angelo?”
- Io: “Tu se’ una fava!! Angelo me l’ha rinfacciato un sacco di ‘orte che un tu ti se’ fatto più vede’. Chiamalo porca troia. Se è a casa di siuro sarà felicissimo di veni’. Tu se’ proprio una fava”
- Cagnaccio “asdfòklhysadfuipybgaosdgfiyuagoi”

Intanto fa la telefonata e durante la stessa me lo passa.
Viene, e tra me e il Cagnaccio ci mandiamo in culo felicissimi!! Siamo fatti così...icchè vu ci volehe fare.
Così si riparte per Ariccia, anzi...no, Castel Gandolfo, dove credevo di trovare...un castello, appunto!
Invece, dopo aver schivato un milione di macchine impazzite, si esce dalla strada principale, si inizia a scendere e subito c’è un tornantello.
A metà curva la visiera mi ferma gli occhi che strabuzzano!!!
Dietro a quel tornante si apre una vista bellissima e stranissima. In fondo alla valle c’è un lago, il lago di Albano, nato sul fondo di un cratere e la fisionomia non fa niente per nasconderlo.
Peccato non aver potuto fare qualche foto, ma nel momento che potevamo (nel pomeriggio dopo l’abbuffata) è iniziato a piovere e quello che ci interessava era più la fuga invece del cratere. Pace...vorrà dire che ci toccherà tornarci...
Fermi a bordo lago aspettiamo Angelo, che arriva con la sua gloriosa fazerina con oltre 100mila km. sulle spalle (delle gomme).
Saluti e abbracci. Ho un debole per questa accoppiata e mi fa un piacere immenso vederlo e vedere che malgrado tutto è sempre lo stesso. Una conferma che fa davvero bene al cuore!!!
Ripartiamo con un componente di Gig in più e arriviamo ad Ariccia dove troviamo subito da leticare, causa un parcheggio non apprezzato da una anziana gestrice di una delle fraschette del luogo.
Ovviamente il nostro Cagnaccio la invita cortesemente a recarsi in bagno, con Veronica che gli fa eco mentre dice alla signora “Ma quant’è che un tromba lei ?!?!
Moto parcheggiate e finalmente a tavola.

Le famose "fraschette" di Ariccia

Questi posti mi piacciono troppo, senza tanti fronzoli e che sembrano fatti apposta per i motociclisti.
Ci portano le pietanze e infatti mangiamo da far pietà!!!
Prosciutto, formaggio, melanzane e carciofi sott’olio, olive, la famosa e favolosa porchetta, le coppiette (carne secca), mozzarella di bufala, salcicce, pane caldo, bruschetta, il tutto accompagnato da un vinello leggero e fresco.
Dico solo che è stata una libidine e in fase digestiva il pensiero era solo: “Per favore...non lanciateci più componenti. Non ce sta più niente!"

Danza della mandibola



Gruppazzo felice e costipato

Ripartiamo con l’idea di accomodarsi in un posticino dove fare il “ruttino” in santa pace.
I pratoni del Vivaro” è il posto prescelto, che raggiungiamo dopo aver fatto qualche km. di curve goduriose e dove lo “svacco” è pressochè d’obbligo.

Svacco totale ai Pratoni del Vivaro e...rutto libero

Angelooo...sei tra noiiii??

Quel posto è....un bel posto, un vasto tratto piano, ideale come pascolo e per picnic domenicali. Casomai fa un po’ (molta) rabbia constatare che la nostra civiltà ha ancora molta strada da fare per definirsi tale. Forse qualcuno pensa che le vacche siano lì per fare da netturbini....boh!
Il gruppo al pascolo però deve iniziare le manovre di rientro, aiutato dal brontolar del tempo che è più che convincente. E’ decisamente bello cmq vedere quei prati verdissimi e fioriti che constrastano al nero incazzoso del cielo.


Un po’ meno poetico era vedere corpi morti distesi sul pratone, gonfi come otri pieni di vivande.
In moto di nuovo per raggiungere ancora C.Gandolfo o almeno credo. Di certo siamo arrivati lì, non prima di aver perso AndreaZ, capofila per l’occasione, a causa di una sosta on the road fuori programma.
I fatti: arriviamo a un incrocio e prendiamo a sx. Dopo pochi metri c’è un auto ferma sul ciglio della strada. Angelo, subito davanti a me, si ferma passata l’auto. Mi fermo anche io insieme ad altri. Angelo mi brocciola qualcosa che lì per lì non capisco. Ho paura che abbia qualche problema, specialmente con quell’auto ferma sul lato strada, anche se non capisco il perchè.
Non avevo capito una beneamata mazza e infatti, quando siamo più vicini, posso sentire cosa mi voleva dire.
Siamo su una delle strade “misteriose”, che a causa di un effetto ottico, “sembra” in discesa quando invece è in leggera salita.
Proprio in quel momento arriva un pulmann che altro non ci serve che come spettacolino “scientifico”. Si ferma, mette in folle e lascia andare i freni. E’ strano vederlo andare al contrario in salita mentre ci si aspetta che venga verso di noi.
Ripete l’esperimento due volte, per la curiosità dei passeggeri. Anche la macchina ferma era lì per quello o per altri esperimenti rivolti al “misterioso” caso.
Dopo essere rientrati in contatto con il “componente” perso, ritorniamo al lago di Nemi, dove poi, sempre grazie al meteo avverso, ci siamo salutati anticipatamente con molti dei partecipanti, Angelo compreso.
Di lì a poco facciamo sosta benza e da qui a S.Severa mi porto a spasso Giannino, mentre Veronica si fa scorazzare a bordo della Breva 1100.
Il mio nuovo compagno di viaggio si è dimostrato perfetto per zavorro.
Si gira ogni tre per due per vedere dove sono gli altri, nemmeno come un cagnetto che “arf arf dove essere pradrone arf arf”???
Si mette in avanti fino a farti schiacciare le palle sul serbatoio, facendoti guidare con i bracci intirizziti perchè per frenare pare di avere un bue che ti pigia !!!
Si mette indietro che quasi pensi “Vai!!!! Ora m’è cascato e se mi giro mi piglia i’ coccolone!!!!
Grande Giannino a parte le battute. Sei stato proprio bravo in questi due giorni, scorrazzato per quasi 800 km senza batter ciglio.
Arriviamo a S.Severa dopo aver bestemmiato un po’ sul G.R.A. dove gli autofermisti non sanno proprio perchè sono lì in quel momento, un mistero come la strada in discesa/salita.
Ci salutiamo con alcuni compagni di viaggio e andiamo felicemente puzzosi da Andrea&Maria, insieme a Sky, Giannino, Runningman, Bizio, Dylan e Chiara, non prima di aver scattato la foto di rito...rischiando pure la strinata.


Mi reco verso la cena guidando la Breva, dopo svariati inviti del proprietario che ringrazio moltissimo.
Più che una cena una poesia, ospiti di una bellissima coppia in una casa accoglientissima, bellissima e ariosissima. Pareva di essere a picco sul mare per la benefica sensazione. Grazie mille per l’ospitalità e la bella serata!
Di nuovo a letto. L’indomani si aspetta la Bufalata e diversi km . da fare oltre che molto da digerire.

Oltre 500 km. per la Mozzarella di Bufala
AndreaZ arriva in orario e in poco tempo i nostri 12 cilindri sono sulla via della tanto sospirata mozzarella.
L’idea iniziale di Roby era quella di arrivare dritti dritti all’appuntamento con il buonissimo e colesterolosissimo prodotto caseario, ma convinto anche dalle mie richieste ci condurrà in quelle che poi ci ha confidato essere le strade della sua infanzia motociclistica.
Grande Roby. E’ inutile che ti dica quanto ho apprezzato quei posti !!
In pratica, usciti dal G.R.A. in direzione Napoli, siamo usciti a Colleferro e da lì abbiamo preso la statale 609, fermandoci dopo poco a Segni per un caffè (con Roberto il caffè è necessario come la benza per la moto..).
Il paesino è di quelli tipici, con la anziani e giovani fuori a far chiacchere. Belle sensazioni che in città sono andate perdute.

Montelanico


Si riparte e raggiungiamo Carpineto Romano dopo aver fatto delle belle curvette. Da Carpineto la strada diventa ancora più bella, curvosamente parlando ma anche panoramicamente. Tra la goduria alla guida e la foschia ho lasciato perdere le foto.
Ci buttiamo su strade minori e tocchiamo Amaseno e poi Vallecorsa per poi valicare il passo d. Quercia del Monaco.

Panoramiche on the road


Siamo a ridosso dei monti Ausoni, montagne non certo alte, brulle e sassose ma che possiedono un fascino particolare e dove non è difficile trovare bestiame sulla carreggiata. Insomma...qui il tempo scorre in maniera diversa.
Tocchiamo Lenola per poi immetterci sulla statale 82 che ci porterà a Itri per poi arrivare a Formia.

Itri

Rapida foto a Gaeta immersa nella foschia, che di certo meriterebbe più di un semplice scatto. Ma il tempo è tiranno e puntiamo il caseificio di fiducia.


La fame è abominevole e appena arriviamo...troviamo chiuso!!!!
Potremmo uccidere per un tocco di mozzarella e allora via. Ci diamo alla caccia!
Passiamo il confine tra Lazio e Campania e arriviamo a Mondragone. Ci fermiamo a un primo spaccio mozzarelloso. Siamo raggianti. Ci passa subito... Mozzarelle finite !!!
Ancora in caccia. Altro posto. Siamo al settimo cielo. Facciamo il secondo vah.. Hanno finito il pane. Maremma bestia...anzi...come suggerito dal Cagnaccio “Agropontino boia” . Aaaaaaaaaaaaaahhhhhhhh!!!!!!!!!
Altro posto e...finalmente si mangiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!

Giannino abbandonato in trepida attesa...

...per giusta causa...

...e dove l'insegna dice tutto!!!

Ecco....ora le parole non servono davvero. Ci vuole il palato (e parecchio fegato) per capire la bontà, la pienezza del gusto, la delicatezza e la consistenza al tempo stesso di quello che in realta è “solo” latte. Mamma mia che libidine!!
Oltre alle mozzarelle abbiamo fatto fuori capocollo dolce e piccante, olive e pane, buono quasi come le mozzarelle.

Non resta che dargnene seccheeeeee


Di posti come quello dove abbiamo mangiato ce ne sono tantissimi. In pratica sono alimentari con uso tavolino, dove poter saziarsi in santa pace. Bravi!
Prendiamo un caffè in un bar davanti, mentre il “mozzarellaio” ci fa la guardia ai mezzi ma anche al vestiario che abbiamo lasciato ai tavolini.
Mentre stiamo per venir via dal bar AndreaZ esordisce circa così con gli anziani gestori: “Complimenti vivissimi per il locale, davvero ben tenuto, pulito e bello nel design”.
Appena fuori Roby fa capire ad Andrea che in un posto così tale affermazione potrebbe voler dire “Signori, ma che bel locale che avete. Se volete che rimanga così vi consiglio di pagarci il pizzo”!
La mozzarellata ha coinciso con il punto più a sud toccato in questo viaggio. Iniziamo la risalita dello stivale fermandoci a Formia dove prendiamo un nuovo caffè (la mozzarella pigiaaaa) in compagnia di Gattomatto (alias...il fratello di Roberto) venuto a salutarci per l’occasione e a farci un po’ da cicerone nella zona.
Infatti, dopo l’ennesimo rabbocco di caffeina, ci facciamo un giretto per godere del panorama sulla costa in prossimità di Sperlonga.

Sperlonga...e di colpo fu mare!




Peccato davvero che la foschia ci abbia impedito di godere appieno della vista, che di certo deve essere magnifica. Ci salutiamo con Antonio Gattomatto e mestamente ci obblighiamo a iniziare le vere manovre di rientro, che facciamo su strada dritta come un fuso, trafficata come non mai, per niente rassicurante, tanto che ci troviamo pure un incidente, un frontale credo, tra due (o forse 3?) auto.
Festeggiamo l’arrivo a S.Severa godendo in pieno del paio di curve che troviamo sul raccordo di uscita e che facciamo come fosse una danza a tre.
E’ arrivato anche il momento dei saluti con AndreaZ che rientra a casa da Maria. Grazie ancora di tutto.
C’è voglia di continuare a stare fuori, in moto e in compagnia e allora andiamo a S.Marinella per mangiare un po’ di pesce in qualche locale del posto.
La serata finisce tra chiacchere tra amici, Giannino che avrebbe mangiato anche i sassi del giardinetto e il il dubbio amletico riguardo la macchina fotografica.
Mentre sono lì che sto per addormentarmi ecco il tarlo dell’incertezza
Ma la macchina fotografica...dove caz.. l’ho messa ?” Eccomi pronto in due secondi per scendere nella tana di Satana (il docile cane di Roby...) per controllare se l’oggetto incerto fosse nel baule oppure ancora al ristorante. Roberto mi guarda con aria mista tra sfavamento e paura della certezza di dover davvero andare da Satana per controllare.
Il Cagnaccio cede e il controllo ha potuto svolgersi con somma soddisfazione (almeno la mia) per essermi potuto addormentare senza tarli. Ancora grazie Roby!

Il rientro acquoso
Sveglia. Piove. Vaff.....!!!
Se normalmente il rientro è sempre svogliato...beh...anche oggi non si scherza.
Ringraziamo Roberto per tutto e di più. Non servono le parole. C’è un’intesa unica che parla da sola.
E ora il rientro.
Fradicio e neppure poco.
L’idea iniziale è quella, considerando il tempo avverso, di puntare Grosseto, Siena e poi Firenze, il tutto tramite strade carenti di curve.
Invece arrivati a Civitavecchia e ingannati da un momento tranquillo prendiamo per l’interno, per toccare Vetralla per poi deviare verso Tuscania e infine Acquapendente, ne’ più ne’ meno quello che avremmo voluto fare al rovescio nel viaggio di andata.
Abbiamo avuto una tregua solo per un tratto, da Acquapendente fin verso Siena. Beh...almeno in quel tratto non abbiamo preso acqua dal sopra perchè cmq dal sotto ne veniva da quanto era fradicio.
Il tratto da Vetralla a Acquapendente è stato bello lo stesso, fatto a due all’ora ma cmq bello. Ci sono dei posti stupendi da quelle parti e paesini che sembrano isolotti in mezzo al mare, tanto sembrano lontani in ogni senso.
E natura verdissima per km. e km. Bellissimo e ovviamente....da rivedere.
Siamo quasi in fondo, Firenze è vicina, ma ancora il tempo non ci vuole lasciare in pace e da acqua normale entriamo in una bolgia. Botte e schianti sul casco!!
Viene un’acqua bestiale, tanto che sulla Fi-Si procediamo a non più di 60 all’ora, ma non mi va di fermarmi (e poi...dove?) e finalmente arriviamo a Certosa dove prendiamo l’autostrada, un’altra bel po’ di acqua e finalmente casa dopo quattro giorni bellissimi passati in compagnia di persone davvero speciali. Ringrazio la Lina. Se lo merita davvero.
Siamo felici, ed è pure il nostro anniversario.
Proprio un bellissimo regalo!!