Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

domenica 30 settembre 2007

Sulla Cicciona per salutare Settembre

Stamani il tempo era bigio, non proprio stimolante, anzi....molto stimolante per starsene in casa.
Dopo l’estate passata m’è venuto in mente ”chissà quante volta ti verrà questa voglia casalinga da ora in poi”.
L’autunno ormai è lì e chissà quanta pioggia scaricherà sui nostri caschi.
Va beh! Con pochi stimoli e poca voglia di uscire mi ritrovo bello comodo (bello...si fa per dire!) sul divano a guardarmi gara 1 della SBK, a tratti spettacolare!!
A destra della tv c’è la portafinestra che con l’avvicinarsi dell’ora di pranzo mi mette un bel languorino. Del cibo certo ma anche di un’uscitella improvvisata su du’ gomme.
Beh...non proprio la portafinestra in quanto tale, ma il sole che la fa da padrone e mi “ordina” di uscire fuori.
Come iNbaNbolato obbedisco. Mangio rapido un piatto di pasta e via, immerso nell’aria.
Si ma...dove vado per poche ore?
Avere i passi celebri a un tiro di schioppo ti fa sempre puntare il muso della moto verso altre mete e allora un giro intorno casa ci sta proprio bene.
La meta scelta, tanto per avere un pretesto, è il meteorite, che si trova sulla strada che porta al passo della Raticosa proveniendo da Piancaldoli.
Sulle origini del Sasso di San Zanobi (nome più usuale) sono state diverse spiegazioni.
Eccone una da www.appenninobolognese.it:
Sasso di San Zanobi, una tipica massa ofiolitica affiorante dalle argille scagliose.
Da molti creduto un meteorite, il Sasso di San Zanobi sembra invece essere il prodotto di attività vulcaniche sottomarine, ed e legato ad una leggendaria gara tra il diavolo e il primo Vescovo di Firenze, evangelizzatore di queste contrade.
Si presenta molto compatto, netto nel panorama anche da lontano, anche se purtroppo durante il secondo conflitto mondiale venne utilizzato come cava per pietrisco da pavimentazione stradale, riducendone in tal modo la mole.
Distrutto andò anche l’oratorio che lo fiancheggiava.

Metto i soliti orpelli di viaggio nel “bagagliaio” della Cicciona. Che moto. Non ne fanno più così, si gode sportivamente e comodamente.
Salgo e scendo il Giogo dondolandomi sornione, con gli occhi persi per il mondo e gli orecchi pieni del rombo non omologato della bisnonna.
Ho il tempo per vedere un paio di situazioni al “limite”, due che per poco si agganciano (tra l’altro due amici...) e un’impennata di duecento metri, con la speranza di vederlo passare nel senso opposto al mio invece che sul mio cupolino. Purtroppo per strada si trova anche di questo!

La vallata verso Firenzuola

A Firenzuola prendo a destra per Imola. Resto fedele alla mia guida sorniona tant’è che mi passano in diversi e io....nulla. Che bella scoperta fregarsene!!
La strada fino a Castel del Rio è bella, belle curve da pennellare, bei posti dove sbirciare.

Il corso accidentato del Santerno

Mi fermo “anche” a Castel del Rio. La rocca, o palazzo Alidosi, merita anche solo guardarlo dall’esterno. All’interno sarebbe da vedere il Museo della Guerra. Prima o poi un salto ce la faccio.


Riparto e subito uscito da Castel del Rio prendo a sinistra una stradina stretta che fa guadagnare rapidamente il panoramicissimo crinale. Che bei posti ci sono lassù, gli occhi ringraziano.

Le salita da Castel del Rio

Scorci imolesi

Passo piccolissimi borghi come Giugnola e Piancaldoli, posti che ricordano subito l’inverno e il fumare dei camini. La natura regala strani cambiamenti. Scendendo il Giogo il bosco veste la montagna mentre invece da queste parti ci sono crinali spogli, pitturati qua e là da bestiame al pascolo.
Via via che mi avvicino al “meteorite” i dintorni sembrano strappati all’Abruzzo regione che penso spesso. Forse ce la vedo qui come altrove, ma qui in modo speciale. Ed è pure comodamente nei pressi di casa!

Meteorite o Sasso di San Zanobi


Riparto e arrivo alla Raticosa. Solito “raduno senza adunata”, tante le moto che ci sono e soliti discorsi dalle bocche dei centauri che appena arrivati si mettono a descrivere la strada fatta e le mille derapate, dritti, sgommate, sorpassi, staccate e.....w Pinocchioooooo!!

Raticosa

Via di nuovo, puntando il cupolone verso casa. Scendo la Futa godendomi ogni metro. La bisnonna Cicciona va che è un piacere e le gomme in tek fanno il loro sporco lavoro.
Arrivato a S.Lucia prendo a sinistra per Panna. E’ l’ora giusta per la luce più bella della giornata e mi fermo per cercare di rapirne la magia.


L'ora delle lunghe ombre nei pressi di Galliano...


...e nei campi vicino a S.Agata

Il giro è finito, corto e intenso, fotografato da una ragazzina peruviana (almeno così sembrava...) mentre percorrevo l’imolese, incrociato da un capriolo nei pressi della Raticosa, un giro fatto con una supersportiva e per giunta intutato come da tanto non facevo e, ovviamente, con macchina fotografica al seguito.
Se vi dico che è un giro da 110 km. e ci sono stato 3 ore e mezza a farlo ci credete?
Beh...che altro c'è da dire? Ciao Settembre. Alla prossima ;-)