Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

domenica 27 luglio 2008

Dalla Schwarzwald al Grossglockner - 2a puntata - Grossglockner Hochalpenstrasse e chiusura friulana

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ll periodo di relax teTesco volge al termine e lasciamo Waldau un po' a malincuore, anche se la prossima meta aiuta a tener su il morale: Grossglockner!!
Se la Schwarzwald è stata una meta consigliata dai ricordi di Veronica, il ghiacciaio austriaco è la mia proposta, per rinfrescare i ricordi di quando da “pischelletto” arrivai fino al ghiacciaio insieme alla famiglia a bordo di una Golf primo modello, tutta rigorosamente verde pisello (ci sta pure di rima...).
Lina stracaricata e via, si parte in direzione lago di Costanza e da lì saliscendi e traverse per raggiungere la vallata la cui fondovalle porta al passo del Rombo e nella quale ci saremmo fermati a Unterlangenfeld per la notte.
Il trasferimento fino al lago di Costanza non ha niente da segnalare, ma anche una volta messe le ruote sulla strada che costeggia il bacino non ci sono note particolari da ricordare, semmai una coda uggiosa che ci accompagnerà per un lungo tratto e una foschia che rende vano l'utilizzo della macchina fotografica per un eventuale panoramica. Il lago è decisamente lungo e una sosta ristoratrice ce la siamo concessa a Birnau, dove abbiamo goduto di una specie di oasi nel deserto, dove deserto sta per “sto lago non finisce più!”.

Chiesa di Birnau


Finalmente arriviamo a Bregenz, dove salutiamo l'ingresso in Austria e il lago (e malediciamo l'idea) e poco prima di Dornbirn prendiamo la 200. Di colpo un altro mondo (del tipo che piace a noi), che curva dopo curva ci porta al primo passo della giornata.


Continuiamo la 200 e di lì a breve prendiamo a destra per salire il Flexenpass, dove ci fermiamo per una sosta merenda in perfetta solitudine!


Torniamo sui nostri passi godendo degli scorci che ci si parano davanti agli occhi,...


...prendiamo la 198 e percorriamo la fondovalle fino ad Elmen, dove prendiamo a destra e immediatamente iniziamo a salire uno stradello stretto ma ben asfaltato, che curva dopo curva, panorama dopo panorama, lavoro in corso con semaforo dopo lavoro in corso con semaforo (dove ho pensato “ora si fora e buonanotte”), arriviamo all'Hahntennjoch...



...il passo che ci porta verso Imst e poi di lì a breve a Unterlangenfeld, dove arriviamo piuttosto tardi a causa di “ma 'ndo cazzo sta 'sto B&B?”. L'uggiosa ricerca del B&B è immensamente ricompensata dalla buonissima cena accompagnata da una birra super!
Siamo in Austria dalla mattina e la cosa che salta subito all'occhio è il comportamento quasi “italico” degli automobilisti, anzi...forse peggio. In pratica in ogni tratto di strada sembra teatro di una speciale di rally, dove le attrici principali sono le macchine “bombardate” niente male e che si sentono arrivare da dietro con laaaargo anticipo.
Andiamo a dormire a buzzo strapieno e tutto sommato la notte passa bene.
Alla mattina invece il risveglio è un po' meno positivo. Veronica ha qualcosa in un occhio che non vuol andarsene (forse una delle macchine austriache che a forza di saltarci agli occhi...) e lacrima a non finire. Dopo colazione si parte, con l'idea di fare un giro e arrivare a Innsbruck dove avremmo cercato l'ospedale per un controllo ed eventualemente cambiare i piani per arrivare in serata a Kitzbuhel. Invece, arrivati a Kuhtai...ma è meglio se ve lo racconta direttamente lei:

Vado a letto e sono sana, mi alzo e sono cieca. Mi viene il dubbio che nella notte mi sia entrato un cantiere edile in un occhio e che in questo momento stiano afaltando. Verso fiumi di lacrime facendo temere il peggio alla signora del B&B e stoicamente salgo sulla Ona. Odio andare a farmi ravanare gli occhi perchè poi mi fanno quella cosa raccapricciante di rivoltarmi la palpebra e ravanare dentro e io poi me lo risogno 100 volte...
Mi rifiuto di andare ma quello che guida è Carlo e decide LUI che se non è ora è dopo mi piazza al pronto soccorso di Innsbruck. Fatto sta che per arrivare a Innsbruck prima si sale a 2000 metri. Kuthai. Oh. Icchèll'è, la Thailandia? Bah, Notarzt! Cioè, medico d'emergenza. Ci sarà? Si bussa e dalla porta si affaccia un perticone di merda alto 2 metri (tutto a 2, 2000 metri di altitudine per 2 metri di altezza...), biondo, atletico, occhi azzurri, pantaloni bianchi, maglietta viola (penso a Prandelli e mi dico che forse è un segno del destino) sorride. Già sa. Già sa che mi spennerà. O mi spoglierà. Sì, perchè l'impressione è che il sorriso sia direttamente proporzionale al numero di pagamenti in natura che di certo riscuote in qualità di dottorone figaccione della stazione turistica.
Entro, mi siedo e come mi rendo conto che si mette i guanti decido che fuggo. Peccato che la sedia sia austriaca e che io non tocchi terra coi piedi, quindi, penzolando mentre lui ride, mi rassegno.
E parte la discussione...


  Baffo - io afere koso in un okkio, ma sekonto me essere già usciten
  Herr Zomp - ah zì? ora io kontrollen...
  Baffo - AAAAAAAAAARRRRRRRRRRGGGGGGGGGHHHHHHHHHH!
  Herr Zomp - he eh ehe eh ehe kvi essere 3 sassetten! adesso lefaten, te dare kollirien e pagaren, soldi o topen?
  Baffo - dopo che tu m'hai trafficaten nell'occhien, ciccininen, tu pigli i solden!
  Herr Zomp - alloren tappetten italianen, dammi 52 euren!
  Baffo - non è ke possen kambiaren idea?
  Herr Zomp - ah ah aha ah aha

Esco con una pomata, un collirio e tanto dolore, che si protrarrà per almeno 3 giorni, dato che in Austria non usa bendare nessunen!
La cosa più brutta è stata che pochi giorni dopo essere rientrati mi è entrato un altro coso in un occhio e sono riandata al pronto soccorso, dove un oculista con le mani di uno scuoiatore professionale invece di usare tutti gli attrezzini mi ha ribaltato l'occhio (lo stesso...) A MANO!
Altri 25 euri.
Totale 77 euri per 2 sassi e una scheggia di plastica che si sono pure tenuti!!!!

Strada "svaccata" nei pressi di Kuhtai

Schivata la sosta oftalmico, scansiamo Innsbruck prendendo la statale 2 e arrivati a Wallgau percorriamo un tratto a pago di Deutsche alpenstrasse, costeggiando il fiume Isar, in un'atmosfera rilassatissima, quasi perfetta. E' una zona piuttosto ricca di laghi, anche artificiali ma comunque belli, aiutati da dei dintorni molto suggestivi e verdissimi.

Pagliai nani on the road

Lungo l'Isar

Achensee

Tocchiamo Jenbbach e puntiamo a sud per raggiungere la Gerlosstrasse (info su www.gerlosstrasse.at), strada che si rivelerà piuttosto bella, sia per le curve che per i panorami. Peccato non aver avuto il tempo necessario per una visita alle cascate Klimmler, che si possono in parte ammirare da lontano scendendo dal Gerlospass.
Ormai siamo quasi in dirittura d'arrivo a Kitzbuhel, la sosta tappa forse più “insipida” di tutto il viaggio, ma poco importa visto che il giorno dopo sarebbe stato Grossglockner!!
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Sveglia. Siamo pimpantissimi, ma una volta messo lo sguardo fuori dalla finestra il morale subisce una discreta flessione; è nuvoloso e neppure tanto poco...
Va beh, in un modo o nell'altro faremo 'sta benedetta Grossglockner Hochalpenstrasse (info su www.grossglockner.at).
Dopo poco partiti siamo nel mezzo di un'alluvione. Ormai, dopo l'ennesima “sciacquata” la prendiamo con filosofia. Nei pressi di Saalfelden il tempo sembra calmarsi un po' e via via che ci avviciniamo alla tanto agognata strada alpina sembra promettere bene. E così sarà.
Paghiamo i 18 euro necessari a mettere le gomme su un tratto di strada al limite del mito, un tragitto battuto ormai da quattromila anni e trasformato nel tracciato odierno nel lontano 1935.
La percorriamo con andamento lento, portando rispetto ai luoghi che attraversiamo e al lavoro duro che fu necessario per realizzarla. E' bellissimo lassù!!

Lungo la Grossglockner Hochalpenstrasse

Verso l'Hoctorpass


Il punto più alto del nostro viaggio

Hoctorpass

Per adesso riposa... (guardalo in azione qui)

Dopo aver valicato l'Hoctorpass, caliamo verso sud moooolto bradiposamente e raggiungiamo il bivio che ci porta verso il ghiacciaio, che raggiungiamo parcheggiando in uno dei tantissimi posti riservati ai motociclisti (che bella cosa!!).
Il posto è eccezionale, proprio come ricordavo, anche se a onor del vero, fa tristezza vedere che il ghiaccio sta retrocedendo sempre più, almeno rispetto alla mia visita fatta anni e anni prima.
La struttura turistica, oltre a fungere da parcheggio coperto, offre spunti interessantissimi per una visita didattica su fauna, flora, ambiente, cultura, ideali della montagna. Si possono visionare bellissimi filmati che ritraggono le montagne dei dintorni, i crepacci ghiacciati, le aquile e tanto altro ancora, immergendosi in un'atmosfera che non può restarti indifferente.
Uscendo dal museo ci incamminiamo verso il ghiacciaio lungo una serie di gallerie dove vengono raccontate, con appositi scenari, una serie di leggende sull'origine dei nomi delle montagne della zona. Qua tutto sembra leggenda!

La Lina si gode lo spettacolo

Veronica festeggia

Spettacolo... 

...e libertà

Giochi di luce

Assorta

Tiriamo su l'ancora e ripartiamo, con il solito pensiero che ti rimbalza nella mente in quei momenti, “prima o poi ci torno”, sperando che sia “prima”.
Planiamo verso la coloratissima vallata di Lienz...



...che però si trasforma di brutto...


...salutiamo una coppia di viaggiatori particolari...


...e curva dopo curva rientriamo in Italia.


Siamo in Friuli, regione con la quale chiudiamo spesso i nostri giri estivi, andando a trovare una coppia di nostri amici, però a differenza dei giri passati non puntiamo direttamente casa loro.
Optiamo per fare sosta ad Arta Terme e più precisamente al B&B "Sot i volz", ricavato in un'abitazione d'epoca finemente e passionalmente ristrutturata e della quale la gestrice va (giustamente!) fiera.
I dintorni meriterebbero una scoperta, visto che sono stati teatro di aspri combattimenti durante la guerra. Ci sono diversi sentieri per scoprire gallerie, trincee e postazioni di tiro.
Al B&B raccogliamo diversi depliant al riguardo, certi che prima o poi torneremo scarponcino muniti.
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Si riparte, in quello che a tutti gli effetti è l'ultimo percorso dondolatorio di queste ferie e che ci porterà a Spilimbergo.
Per stradelle secondarie puntiamo prima lo Zoncolan e di slancio la valle Pesarina.
Ero molto curioso di fare una delle salite del giro d'Italia, tanto famosa per la durezza del persorso.
Attacchiamo lo Zoncolan dal lato del Canale San Pietro. La salita è bella, curve ampie e ben raccordate, carreggiata larga. Tutto perfetto ma....dov'è la durezza per la quale solo gli scalatori biciclettati entrano nella leggenda? Boh, sono perplesso mentre parcheggio la Lina sul valico.
Di lì a breve arriva un vespista con il quale attacchiamo subito bottone. Parlando con il tizio capisco velocemente che il lato che abbiamo salito è quello più facile.
In dei tratti facevo fatica anche in prima” ci dice e comunque ci lascia di stucco quando continua dicendo “...e pensare che neanche tanto tempo fa la facevo in bici”.
Noi, colesterolosi per via che “da quando abbiamo la moto non facciamo più moto” salutiamo velocemente il tizio per ovvia vergogna e ci dedichiamo al consumo di calorie scattando un po' di foto.



La discesa è....terrificante. La faccio tutta di prima, evitando il più possibile di frenare per non surriscaldare troppo i freni, carichi come siamo. La strada è stretta, piena di curve e rampini che guadagnano velocemente il fondovalle. Il rombo del motore è assillante e il pensiero va più di una volta allo sforzo mostruoso fatto sui pedali. Da non credere!
Una volta in fondo riprendo fiato (e l'uso dei polsi). E' il turno della Val Pesarina. Curva dopo curva arriviamo a Pesariis, il paese degli orologi (info su www.pesariis.it), dove ci abbandoniamo a un piccolo trekking urbano per godere dei vari tipi di orologi funzionanti presenti nel piccolo paese.
Qui di seguito un esempio con carillon...


Proseguiamo la strada che ci porterà verso il Cadore. Non mi dilungo oltre, dico solo “stupendo”. Scenari da favola, strade bellissime, zero traffico. Una manna!




Km. dopo km. ci avviciniamo a Spilimbergo, valichiamo la...


...(che ricordi con la Nonna!!) e arriviamo a destinazione.
Le ferie (e resoconto) finiscono qui, baciati dal verde “speranza” delle grotte di Pradis, visitate insieme ai nostri amici friulani.


Che altro dire? Non vediamo l'ora di ripartire. Punto!



domenica 20 luglio 2008

Dalla Schwarzwald al Grossglockner - 1a puntata - Schwarzwald

Per quest’anno - non cambiare – stessa spiaggia stesso mareee…" diceva una canzone tormentone di anni fa. Abbiamo fatto anche noi così per le ferie 2008, non abbiamo cambiato, cioè si, insomma….tanto per “non cambiare” siamo andati al ma… ehm…siamo andati in moto. E il mare manco l’abbiamo visto. Ecco, ora ci siamo!
Per dire la verità l’acqua l’abbiamo vista…e sentita, ma non era assolutamente salmastrata.
Era già un po’ che Veronica voleva tornare nella Foresta Nera, visitata quando in Italia si giocarono i mondiali (fresche l’ovaaaa). Nostalgia e voglia di rivedere con occhi diversi quei posti ci hanno fatto puntare la Schwarzwald senza indugi. L’idea è quella di goderci la zona per una settimana, luoghi, odori e sapori per un periodo ricaribatterie, in un’unica parola: vacanza.
Però, come al solito, l’appetito vien guardando la cartina, per cui la Schwarzwald non poteva essere l’unico obbiettivo. “Ma un ghiacciaiuccio piccino picciò non hai voglia di vederlo?” domando.
La risposta non poteva essere che si e siccome di norma pare sia meglio abbondare…a fine vacanza saranno addirittura due.
Dopo un we dondoloso, curvoso, panoramicoso, magnoso, passato a cavallo tra Italia e Svizzera, preparato ad arte da una personcina meravigliosa (grazie Floriana!!!), si parte per le ferie in solitaria, sentite, sofferte, agognate (un se ne pote’a più!).
Lasciamo l’interland di Milano un po’ sgomenti. Alle 7 del mattino il caos è già di “ottimo” livello e la cappa nera che avvolge il centro cittadino ci fa decisamente paura! Puntiamo di gran ritmo Domodossola senza però trovare un autogrill dove fare benza e colazione, tanto che alla fine ci faremo un cappuccino di quarta serie in un bar senza pretese.
Finalmente, salendo verso il passo del Sempione, percorriamo una strada mototuristicamente decente, anche se di lì a breve un vento gelido ci accompagnerà fino allo scollinamento e oltre. Un primo strato antighiaccio si trasferisce dal baule a noi stessi.

Salendo verso il passo Sempione

Sul valico fa una certa impressione osservare dall’alto il vecchio ospizio (costruito nel 1235 ad opera dei Gerosolimitani) e pensare al clima gelido che i viandanti di una volta si beccavano in pieno.

Passo Sempione
L'ospizio vecchio...

...e un po' di panorama
  
Si scende in Svizzera e km. dopo km. ci avviciniamo a Oberwald, cittadina ai piedi della salita che ci porterà a due passi degni di rispetto, Furka e Grimsel.
Prima di iniziare la salita diamo fondo al secondo strato antighiaccio. E’ decisamente freddo e il vento costante ci brina e rincoglionisce sempre di più (se mai ce ne fosse stato bisogno). Arriviamo al Furka belli intirizziti e il ghiacciaio (e il primo è “chiappato”) che fa bella mostra di se non aiuta a riscaldarci. Meno male che c’è un bel sole. L’ideale per mangiare all’aria aperta un bel toast. Fuori tostato, dentro brinato! La maiala di so ma’!
Furkapass...

...il suo ghiacciaio... 

...le sue curve



Se al Furka ci ha fatto freddo al Grimsel va anche peggio. Lì manco il sole, però…che posti! Il lago artificiale che c’è subito sotto il valico ha un colore che parla da se!


Lungo la strada che ci porta a destinazione ammiriamo pure il lago Lungerer, dall'aspetto certamente più “vacanziero” (e caldo!!) del Grimsel...


Piano piano (ma piano eeeehhhhh) raggiungiamo l’oggetto del desiderio odierno, la Schwarzwald e più precisamente Waldau, piccolo e grazioso paesino tipico e krukkamente campagnolo, non prima di aver dato fondo a ciò che restava nel baule. E’ freddo, punto e chiuso, tanto che siamo un po’ straniti al pensiero di aver portato con noi il costume da bagno. Quasi quasi ci potevamo mettere pure quello per evitare l’ibernazione.

La “calda” accoglienza a Waldau

Finalmente ci siamo, la settimana di vere ferie ha inizio….male. Piove e come anche. “Va beh…domani smetterà” pensiamo. Eeeeehhhh, come no! Metà del primo vero giorno di Foresta Nera (sarà nera per il meteo?) lo passiamo dormendo come ghiri e solo nel tardo pomeriggio ci concediamo due passi in un tratto di foresta (bellissima), giusto giusto per stimolare l’appetito.
Da lì a sette giorni avremmo gustato le prelibatezze teTesche a base di maiale, trote e birra a volontà (che non costa un tubo!), gustandoci pure i siparietti offertici dai teTesconi gaudi e paonazzi ospiti dell’albergo/ ristorante. Se oltre a questo aggiungiamo la colazione messa in tavola nel B&B dove eravamo, ecco fatto tombola con i trigliceridi, maremma coagulata!!!
A proposito di B&B, eccolo qui: Haus Ketterer


Com’è la Schwarzwald? Bella, a tratti misteriosa, a tratti morbida e vellutata, sempre e comunque affascinante. Non ci sono cose in particolare che superano le altre in bellezza o interesse. E’ l’armoniosità dei posti che fa stare bene, in alcuni tratti pare d’essere in un contesto quasi artificiale tanto è perfetto l’equilibrio, con le strade che sono un invito a macinare km. in un continuo saliscendi, un paradiso per il motociclista.
Da italiano, una cosa che fa impressione, è la disciplina che il popolo tedesco ha durante la guida. Hanno totale rispetto per i limiti di velocità e per il codice della strada in genere, anche se a onor del vero bisogna dire che là i limiti sono “umani” e non messi lì solo per fare cassa.
Nella settimana di permanenza abbiamo sbirciato la regione in lungo e in largo, prendendocela moooolto comoda. Cosa è saltato fuori? Eccovi un rapido riassunto di ciò che ci si è parato davanti agli occhi.
Per esempio cittadine tipiche (specialmente le chiese) e città ricche di storia...

Friburgo
Porta di accesso est Schwabentor

Magazzino del 16° secolo

Cattedrale....dentro&fuori



Psichedelia

I tipici canaletti

Antico trasporto birra nel centro città

Schiltach
Municipio

Le tipiche case a graticcio




La vecchia segheria

Castello di Rotteln

Duomo di St. Blasien



Non solo arte e storia però, anche curve ricostituenti a tratti spettacolari, natura “soffice” e colori vivissimi...

Cartello che parla da solo!!

Cavalli liberi

Ragnatele tecnologiche

Prospettiva...di volo

Tavolozza da pittore

Titisee

Scorcio nei pressi di Furtwangen

Lungo la sinuosa e panoramica 500

Tetto enorme

Cascate del Reno....non propriamente teTesche...visto sono in Svizzera!



Lungo la Schwarzwald c'è capitato di fare le corna...


...di perdere la cognizione del tempo...


...visto che in Germania si può omologare di tutto, di fare a gara con altri mezzi di trasporto...


...di ammirare tantissimi sidecar per i quali i teTeschi vanno matti...





...di rimanere assorti ad ammirare il volo di parapendii e deltaplani dal Kandelpass...



...di festeggiare il passaggio sui passi krukki...


...e, ovviamente, di gustarci la birra tedesca, in questo caso la Furstenberg, direttamente dalla produzione di Donaueschingen (per info)



Quindi, cos'è stata per noi la Schwarzwald?
Semplice: una specie di pacioso, godurioso, misterioso, paese dei balocchi, che consigliamo a tutti i tranquilli/goderecci come noi!

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