Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

sabato 21 novembre 2009

Monte Nerone: la vendetta!

Il conto in sospeso a mio sfavore stava aumentando sempre più, specie dopo l’ultima disavventura.
Il Monte Nerone, che faceva rima con maledizione, è stato per il sottoscritto un luogo motociclisticamente...incompiuto!
La prima volta che son salito lassù....beh...era la prima volta, per cui poco male se non ce la feci a vedere tutto ciò che volevo.
Le volta successive invece nisba, niente da fa’....vedevo il traguardo ma mi toccava invertire la marcia e rientrare verso casa con annesso sfavamento!!
Tra i vari tentativi di “svalicare” la montagna uno è andato a buca per via della strada che scende verso Pianello chiusa per neve, uno per via del Giro d’Italia che saliva proprio da quel tratto di strada (sapevo ‘na sega io...).
L’ultima invece...peggio. Boccata su brecciolino all’ultimo tornante in discesa venendo da Serravalle di Carda per le ferie di luglio 2009 iniziate e finite subito!
Il monte Nerone è nelle Marche...ma un bel Maremma maiala alla toscana c’è sempre stato bene!!!!!
Pensiero fisso: “Ma ci riprovo eeehhhhh....ci riprovoooooooooooo!
C’ho riprovato!

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Per prendere la giornata “con le molle”, faccio un giro un po’ più largo del dovuto, e unisco l’utile (la conquista del Nerone) al dilettevole (ingrassare il passometro).
Tocco Firenze (che di sabato mattina non è niente male!) ed entro in autostrada a Fi-Sud.
Nebbia, un muro di nebbia. L’aria è talmente fradicia che ringrazio di essermi bardato quasi da inverno pieno, visto che dopo i 100 all’ora fa piuttosto freddo!
Trovo coda per un incidente ed è quasi ridicolo (quasi...perchè in realtà non lo è per niente) vedere il motivo del rallentamento. Un tir ha la cabina quasi completamente bruciata, un bel contrasto con l’altissima percentuale d’acqua che c’è nell’aria...
Finalmente raggiungo l’uscita d’Arezzo e prendo subito per Città di Castello, dove “passometrizzo” il valico di Scopetone...


....raggiungo Palazzo del Pero e prendo a destra per Castiglion Fiorentino.
Subito il pensiero va al 2003, anno in cui proprio la cittadina che sto per raggiungere fu teatro di un raduno nazionale da parte di Fazeritalia, mia prima partecipazione ad un evento motociclistico di larghe proporzioni. Bei ricordi!!
Svalico il...


...e raggiungo Castiglion Fiorentino.

Sacralità sospesa

Mezzi per filosofie diverse

Esco dalla cittadina e prendo quasi subito uno stradello per Città di Castello, percorro una bella vallatina e inizio pennichellante la salita, stando molto attento al fondo stradale.
La maledizione del monte Nerone incombe ed è meglio che me lo ricordi!
Per strada trovo parcheggiate tantissime jeep di cacciatori, svalico la montagna e prima di arrivare ad Ansina prendo a sinistra per ritornare a Palazzo del Pero. La strada è stretta ma conquista metri velocemente, con conseguenti vedute goduriose sulla vallata. Arrivo a un passo (che a posteriori ho scoperto essere il Valico della Dogana o di Monte Favalto) e faccio una sosta per godermi il panorama decisamente belloccio.



Mi affretto a scendere verso Palazzo del Pero, punto e passo Città di Castello e inizio la salita per il Bocca Seriola. E’ sempre un super piacere percorrere queste curve, in qualsiasi modo si interpretino, anche se un cartello al lato strada fa chiudere il gas in automatico...


Al valico tiro dritto. Ormai ho in testa solo il Nerone, vero chiodo fisso e non solo per la sfiga. Le ruote ruzzolano sull’asfalto già visto altre volte, ma è sempre stupendo imboccare la strada che da Serravalle di Carda sale verso la cima!
La vista sui dintorni e sulla strada che si snocciola sul fianco della montagna è da “pippe”!
Sono sull’appennino, ma qui il paesaggio inzia a diventare più “montagnoso”.
Sul versante adriatico la nuvole basse mi fanno già capire lo spettacolo che mi attende sulla vetta. Che somma goduria ...





E’ giusta giusta l’ora di pranzo. Sul culmine c’è un vento che la metà basta (collarino di pile trasformabile in cappello santo subito!!) e mi accomodo appena sotto la cresta per godermi in pieno lo spettacolo mentre mi sbafo il panozzo.
L’alba deve essere stata semplicemente favolosa stamani....





Ho fatto pure un video a 360° con il quale godere di un bel panorama dal monte Nerone.
Sarei rimasto lì per ore e ore, ma ho un “compito” da portare a termine, anzi...ancora da cominciare visto che fino a quel punto ci sono sempre arrivato!
Riparto e mi dirigo verso Pianello. La strada stretta, dapprima completamente allo scoperto, si immerge momentaneamente nella vegetazione spoglia...


....ma quasi subito torna ad appoggiarsi sul manto erboso.
Si aprono ampissime vedute sul.....bianco delle nuvole e su alcuni isolotti nati per l'occasione!


Arrivo in breve allo svalicamento verso Pianello, dove è stato posto un monumento dedicato al passaggio del 100° Giro d'Italia del 2009.



La giornata è davvero spettacolare!!!
Inizio la discesa, che con “soli” 22 tornanti mi porta a Pianello.
Anche su questo versante l'occhio gode come un riccio!





Scollinamento conquistato. Sono a metà dell'opera!!
Arrivato nel fondo valle torno su verso Serravalle di Carda, più che altro per ripassare dal punto che lo scorso luglio mi ha visto protagonista di una scivolata da vero idiota sul ghiaino bastardo.
Arrivo al fantomatico tornante, che scopro essere l'ultimo che avrei dovuto affrontare in quella giornataccia di luglio.
Parcheggio...


...e mi sfogo a bestia!!!


Aaaaaaahhh che goduria. Mi son tolto un sassolino dalla scarpa, anzi....un ghiaino dallo stivale!!!
Riparto godendo dei tornanti che mi separano da Serravalle di C....


...e rientro verso casa risalendo il Bocca Seriola dove faccio sosta caffè. A differenza della mattina adesso ci sono più biker, con mezzi di ogni estrazione....e condizione “fangosa”.
Poi E45 verso Pieve S.Stefano, Spino e, con il sole ormai calato,...


...Consuma...

...e la solita Faentina.
Una giornata iniziata in modo piuttosto grigio e chiusa in un crescendo d'umore, colori e emozioni, col piccolissimo traguardo di aver sconfitto (almeno per un giorno...) la maledizione di un posto così bello.
Già...così bello, dove emozionarsi è davvero un attimo. Un contrasto con quanto di peggio possa passare per le mente di un essere “umano”...





domenica 4 ottobre 2009

Monte Tramazzo...sul Trespolo

Eccoci al solito giretto aperitivo, quelli da mangiarsi in un sol boccone in pochi km. e tanto godimento, si insomma....’na sgambatella pe’ fassi veni’ fame!!!
Il tratto Marradi - San Benedetto in Alpe ormai l’ho fatto e rifatto, e infatti per me è proprio com’ i’ lesso rifatto, co’ le cipolle...bono a strabestia!!
Però...quel cartello...quella strada bianca....mmmhhh...come mi stuzzicava...
Fra le tante cose che mi hanno sempre destato curiosità sul quel tratto di strada c’è un bivio poco prima di arrivare a S.Benedetto, e più precisamente quello del passo del Monte Tramazzo con la strada che diventa da subito sterrata e che porta a Tredozio. Visto che i paraggi mi son sempre piaciuti fin dal mio primo giro in Appennino fatto a bordo del Leonardo (l’è passato un dì...), perchè non provare a infilarmi anche in questo tratto di strada?
Pum,pum,pum,pum, il Trespolo scalpita e io non lo voglio certo far soffrire. Sabato scorso eccoci a scalare la Colla in solitario autunno, visto che il meteo via via che ci avviciniamo al passo regala “finalmente” il cambio di stagione, che diventa completamente autunnale svalicando verso Marradi.

Colla di Casaglia - l'autunno è arrivato

L’ambiente cambia e mi resta in testa l’immagine di un cacciatore semi immerso nella nebbia con il fucile in spalla. Una bella cartolina, anche se sono contro la caccia.
Ho un altro fermo immagine un paio di curve prima di Crespino sul Lamone, dove incrocio un tizio barbutissimo che arranca sui pedali (faticoso pellegrinaggio?) con indosso una maglietta uguale alle tante bandiere della pace che sono appese in ogni dove. Mi saluta calorosamente e io ricambio con altrettanta foga.
Mi fermo a Biforco per chiedere agli indigeni del luogo se ci fosse stata una stradella che mi avesse fatto ricongiungere con il tratto Marradi – S.Benedetto senza fare il solito giro da Marradi. Trovo un gruppetto di anziani in pieno fancazzismo, faccio la domanda che ripeto almeno tre volte. Tra chi non capisce, chi mi guarda senza “favellare”, chi boh, chi mah, chi insiste a dirmi “devi passare da Marradi” con altri che gli dicono “si ma lui chiede se c’è un’altra stradaaaaa”, insomma......un casino, accidenti a me e quando m’è venuto l’idea!!
Appianato che di strade non ce n’è tocco Marradi e prendo a dx il solito bivio per salire il Peschiera e l’Eremo, e finalmente arrivo al bivio.
Fino a quel punto avrò trovato si e no due motociclisti, un bel po’ di ciclisti, moooooolti fungaioli e cacciatori. Il cambio di stagione si vede anche dalla fauna umana che deambula a giro per il globo.

Bivio per Tredozio

Inizio a salire. La strada è messa bene, anche se il fondo non è proprio da strada bianca in stile senese. Parecchi ciottoli e graniglia grossa fanno andare il Trespolo un po’ a singhiozzoni, con un bel po’ di sbandatelle e perdite di aderenza. Niente di assolutamente ingestibile. Solo divertente.
E’ sempre più “autunno”, specialmente attraversando un tratto di abetaia, veramente bella e suggestiva con una luce del genere. Non c’è nessuno, come piace a me!

In solitaria nell'abetaia...

...e sul passo

Sul passo ci sono cartelli che danno info sulla zona e sui vari trekking che si possono fare. Prendo appunti perchè ci vorrei tornare con più tempo a disposizione. La vetta del Monte Tramazzo è lì a pochi minuti a piedi, e una bella vista (magari senza le nuvole basse...) non si rifiuta mai.
Inizio la discesa e dalla strada, fino a quel momento immersa nella vegetazione, si aprono, anzi....si aprirebbero, affacci sulla vallata.
Ciottolando allegramente arrivo in un tratto piuttosto “aspro”, dove la roccia prevale sulla vegetazione e uno slargo è in realtà un piazzale dal quale si gode di un bello….strapiombo.




Riparto continuando la discesa. Poco prima di Tredozio prendo a destra, incuriosito da un cartello che indica la presenza di un “rifugio alpino”. Boia!
In effetti c’è sia il rifugio Casa di Ponte (chiuso maremma ciuca!)...


...che i dintorni che ricordano per certi aspetti un ambiente alpino.


In fondo al parcheggio del rifugio c’è un cartello informativo che, come sul passo, da alcuni spunti interessanti sulla zona, uno dei quali è il lago Ponte, che in pratica si trova a due passi da lì. Faccio i due passi e me lo ritrovo davanti...


Peccato che sia stato prosciugato a causa di lavori di mantenimento, perchè il colpo d’occhio sarebbe stato bello. Mi accontento di vederlo sul cartello informativo e di pensare che tornarci “ciccia” munito non sarebbe una cattiva idea, visto che in prossimità della sponda c’è un bella griglia in muratura.
Il tempo passa in fretta (troppa!) e quindi sveltisco le manovre di rientro. Tocco Tredozio (che avrei voluto sbirciare un po’ di più..) e prendo uno stradello insignificante che però in breve mi porta in quota, dove posso ammirare colline dai mille colori...




Punto il Monte Busca dove trovo parcheggiate una bella quantità di moto causa raduno, scendo sulla SS67 del Muraglione e via a casa.
Resto sempre piacevolmente colpito dal fatto che anche in pochi km. (oggi 150) si riesca a trovare delle bellissime sensazioni, degli angoli “perfetti”, la giusta essenza, al di là del mezzo che cavalchi e dei posti che attraversi.
Forse ho solo la fortuna di godere delle piccole cose. Me la tengo stretta!



giovedì 3 settembre 2009

Randagiando nel centro Italia - 5a puntata - Terminillo e il rientro a casa

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Terminillo
Venerdì 3, siamo all’ultimo vero giorno di ferie e ce lo vogliamo godere a pieno.
La giornata va meglio della precedente, ma non benissimo. Avevamo in mente di fare un anello che ci avrebbe fatto godere del Terminillo e delle cascate delle Marmore.
Abbiamo patito sul Terminillo e le cascate....chi l’ha viste??
Va beh...mica tutte le ciambelle riescono col buco e comunque meno male che anche stavolta il finale è stato super!!

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Puntiamo velocemente la Salaria


...che imbocchiamo ad Arquata del Tronto. La strada, lineare e senza intoppi, ci fa raggiungere in poco tempo Posta, da dove ci dirigiamo verso Leonessa. Percorriamo la val Carpineto, bella curvosa e per niente trafficata, e facciamo la nostra prima sosta caffè.

Leonessa

Mai sentito dire della patata di Leonessa? Prima di allora manco io...anche se da lì fino a casa (il giorno dopo!) le patate l'ho sentite eccome, avendo preso posto nel baule.
Avevo come la sensazione di averlo preso di dietro, e non nel senso di baule!!


Col fardello appena preso ripartiamo per attaccare la salita alla Sella di Leonessa, porta di accesso alla zona sciistica posta sopra Rieti. Saliamo immersi nel bosco, non c'è anima viva.
Di colpo la vegetazione sparisce e un cartello ci avverte della possibilità che da lì in poi la zona sia soggetta a forti raffiche di vento.
In effetti....sarà così!!
Il colpo d'occhio è alpino, e la cosa non può che piacerci. Quello che ci piace meno è proprio il vento, che tira sempre più forte. La strada assomiglia a un vero e proprio passo alpino via via che ci avviciniamo al valico. Scatto alcune foto semi immerso nelle nuvole. Fa decisamente freddo e occorre fare attenzione a mantenere l'equilibrio.




Arrivo al passo e Veronica mi fa cenno di non farcela e che vuol tornare indietro. Gli faccio cenno di aspettare e scendo giù per sentire se il vento è sempre violento oppure più...”aggraziato”
E infatti è come credevo. Lei si è inchiodata proprio sul punto più bastardamente colpito dalle raffiche: il valico!!


Torno su e ritorniamo giù insieme. E' andata...per il vento, ma le nuvole sono così basse che in dei tratti ci vediamo davvero il giusto.
Ci troviamo sul tratto normalmente più percorso sul Terminillo. Intorno a noi ci dovrebbero essere costruzioni, impianti di risalita, parcheggi.
Boooohhhh....e chi li vede!! Facciamo sosta in un piazzalone per una foto ricordo...


Arriviamo in fondo alla discesa (esageratamente larga rispetto al versante di Leonessa) e schiantiamo dal caldo. Lo sbalzo climatico è parecchio elevato e ci fa ridere incrociare una coppia che va verso il passo....in maglietta!!!
Prendiamo per Terni, tocchiamo il lago di Piediluco e arriviamo alle cascate. C'è poca gente, e visto il gran numero di parcheggi c'è solo da esserne felici. Mettiamo le motazze all'ombra, andiamo verso la cassa e....dobbiamo aspettare oltre tre ore per entrare alle cascate. Ma vaff.....
Scatta subito la fase “scazzo”. Non abbiamo nessuna voglia di aspettare tanto per cui, panozzo, caffè e via.
Torniamo sui nostri passi e arrivati al lago di Piediluco prendiamo per Arrone, che raggiungiamo dopo aver scalato i vertiginosi 509 metri della Forca di Arrone.


Da lì tocchiamo Montefranco e dopo un'altra bella stradella imbocchiamo la ss.3, passiamo il trafficatissimo Valico della Somma e arriviamo a Spoleto.
Quanti posti ci sarebbero da vedere. Non basterebbe tutta una vita solo per vedere il nostro meraviglioso paese.
Prendiamo a destra per entrare in val Nerina. Anche qui il traffico non manca, ma neppure la goduria per percorrere le sue curve.
Contenti dei paraggi appena passati arriviamo a Norcia, dove parcheggiamo con calma ed entriamo in città da una delle tante antiche porte d'accesso.
E' devastante (nel senso buono!!) l'odore che ti investe appena varcata la soglia dell'enorme porta. La norcineria ti da il benvenuto e non posso che ringraziare questa gente tanto brava e attenta ai nostri umili peccatucci di gola!


Bighelloniamo per il centro molto molto bello. Forse lo vediamo così ormai inebriati dagli effluvi che vengono da ogni dove.



Dopo aver preso un ricordino per la nipote e aver fatto scorte alimentari per qualche anno, ripartiamo in direzione Forca Canapine, dove arriviamo in un momento d'oro, grazie al sole che sta quasi per salutare la giornata e ci regala una luce stupenda.




Rientriamo davvero contenti. Le ferie sono finite ma ci hanno lasciato davvero molto, compreso la sicurezza che in questi posti ci torneremo!

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Rientro a casa
Sabato 4, risaliamo il centro "stivale".

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Salutiamo la nostra casetta che ci ha coccolati per una settimana...


...e cerchiamo i proprietari. Eh si. C'è toccato andare direttamente sul loro posto di lavoro per saldare il conto. Che spettacolo!!!
Tocchiamo di nuovo Montemonaco, dove i Sibillini ci salutano...


...poi la piana di Castelluccio, dove scattiamo ancora un po' di foto (come si fa a non farsi rapire da tanta bellezza??)...




...sosta a Castelluccio per un caffè e l'acquisto di miele del posto, di nuovo Visso. A Pieve Torina prendiamo a sinistra una strada che ci porta direttamente a Colfiorito, dove cerchiamo qualcosa da mettere sotto i denti.
Grazie alla solita fortuna becchiamo un posticino davvero speciale e parecchio stuzzicante.
In pratica ci mettono a tavola e iniziano a portarci micro portatine di antipasto, una più gustosa dell'altra, con annesso fiasco di vino (buono a bestia!!).
Abbiamo dovuto dare fondo a molte energie per ricercare un autocontrollo esagerato.
C'era da rovinarsi!!



Ripartiamo belli (belli...che parolona) soddisfatti e dopo aver passato il valico di Colfiorito puntiamo subito la ss.3. La percorriamo per una quarantina di km. fino a che non raggiungiamo Scheggia, i cui dintorni meritano sicuramente una visita con lento incedere.
Poi è la volta di Gubbio, che raggiungiamo dopo aver percorso un tratto di curve davvero entusiasmante, teatro di una gara in salita (Trofeo Fagioli).


Da Gubbio arriviamo a Umbertide e, via E45, guadagnamo finalmente Pieve S.Stefano, saliamo al valico dello Spino e ci concediamo una meritata sosta con annesso succo di frutta. Scatto l'ultima foto delle ferie a Veronica, bravissima bikerina, felicissima di queste sue prime lunghe ferie in moto, e che moto!


Bellissime ferie, davvero godute al massimo, in posti che meritano di essere visitati quasi in punta di “gomme”, che sanno ospitarti in maniera speciale, fatti apposta per chi cerca “semplicemente” tutto.
Fine della storia!
Anzi no. Solo per aggiungere che pure le cartine, anche se logore, hanno apprezzato!