Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

domenica 16 ottobre 2011

Lost in Apuane

Era un bel po’ che volevo approfondire la “questione apuana”, e con il termine approfondire intendo “perdermi dentro a”.
Mmmhhhh…non mi tornava qualcosa, girellando da quelle parti m’è sempre parso di aver fatto qualcosa di incompiuto e mi pareva riduttivo parlare bene delle Apuane avendo percorso solo due-tre strade tra il si e il no.
Leggi a destra, scruta a manca, mi ero segnato un po’ di cose degne di nota, i giusti pretesti per strasciconare una giornata in moto, consapevole che un giorno soltanto ti fa assaggiare solo un antipastino.
Ore 7, si parte. La temperatura è bassa ma sopportabile, per via della poca umidità.
Entro in autostrada e la Lina va che è un piacere. Via via che mi avvicino alla prima meta della giornata (uscita Versilia), il piacere va diminuendo. Fa un freddo becco e mi pare di avere le allucinazioni scrutando tratti ghiacciati dai cavalcavia del Monte Quiesa!!
Un caffè all’autogrill riscalda, sia fisicamente che mentalmente. Lo assaporo mentre pregusto la bella giornata che ho davanti.
Raggiungo rapidamente il casello, e ora si comincia a fare sul serio.
Cartina su Google
Al tratto di strada già fatto altre volte per raggiungere la galleria del Cipollaio aggiungo una novità. Non sempre vale il detto “niente nuove, buone nuove”. Non oggi.

Seravezza

Seravezza equivale al sinonimo salita, la strada s’impenna. Salita, una splendida parola che per uno motociclista come me riassume l’essenza del bighellonare su due ruote, un mondo da scrutare sempre da più in alto, dove particolari apparentemente insignificanti compongono un quadro perfetto una volta che la vista riesce a distendersi.
Amo “attaccare” le salite. Quelle sconosciute perché non sai mai quali emozioni ti porteranno a vivere, quelle conosciute perché le puoi percorrere libero di volare tra una curva e l'altra, dove corpo e mente sono fusi in una simbiosi perfetta.

Salendo verso il Cipollaio


Sto salendo verso il Cipollaio, ma prima di arrivarci lascio la strada vecchia per la nuova. C’è un passetto che stuzzica la mia curiosità. La strada non è una gran specialità della piega, un po’ scassata e brecciolinosa, ma arrivando alla meta (passo Croce) lo spettacolo lascia a bocca aperta.
La vista si distende, tanto, tantissimo. Sono quei momenti dove vorrei avere musica giusta nelle orecchie, per sentirmi completo, vivo fino all’ultima cellula.

Uno sguardo alla Versilia…


…e alle splendide montagne apuane

Esco dal trance e riprendo la SP13. Arrivare all’imbocco della galleria è un attimo, ma anche qui mi lascio trascinare dalla voglia di nuovo e prendo a sinistra una stradina da “cavatori”, scoprendo così il vero valico del Cipollaio. Da lì la strada è sbarrata. Poco male.
Torno sui miei passi, la strada è ancora tanta. Prima però butto un occhio alla sinuosa strada appena fatta.


Entro nelle illuminate viscere apuane e mi godo i dintorni una volta riconquistata la luce naturale


Passo il bivio che a sinistra mi porterebbe al passo del Vestito e mi fermo poco più avanti.
I dintorni sono affascinanti e dimessi allo stesso tempo.


Qui si trova una delle tante ferite aperte del territorio, la cava Henraux, con una galleria che pare l’entrata a una mostra d’arte contemporanea


Mentro sto per entrare alla mostra, sento arrivare una moto. Riconosco il muso del mezzo, una FZS1000 come la mia. Come mi passa davanti, oltre al mezzo, riconosco anche il padrone. E’ Mauro, uno dei primi motociclisti che ho conosciuto da quando "vivo" su due ruote!!
Mi sbraccio per farlo fermare e mi rendo conto di avere ancora il casco mentre lui mi guarda e non favella. Ci credo….m’avrà preso per un pazzo.
In pochi secondi si convince ad entrare alla mostra insieme a me. Festeggiamo l’incontro con un fermo immagine


Parliamo del più e del meno e torniamo alla moto per riprendere le diverse destinazioni.
Quella che era sembrata appena una mezzoretta si è invece rivelata oltre un’ora di chiaccherata.
Chissenefrega, non è stato certo tempo perso ma, anzi, una bella sorpresa.
Di nuovo in sella, anche se è difficile prendere il ritmo. I dintorni sono davvero belli e l’incedere è lento e sincopato per colpa delle fermate foto



Arrivo nei pressi di Isola Santa, ma ancora una volta lascio la strada vecchia per la nuova. Poco prima del piccolissimo borgo prendo a sinistra una strada mai fatta prima.
Una salita repentina mi porta in breve a Capanne di Careggine. Anche questo è un piccolo borgo, fatto di case con i tetti di ardesia, dove la sosta è d’obbligo per godere dall’alto del lago di Isola Santa.



E’ un bel posto, panoramico e oggi magicamente baciato dalla luce del sole.


Riparto. La strada si rivela stupenda, panoramicissima, molto poco trafficata, perfetta per il mototurismo randagio.
Svalico il passo delle Formiche, dove, prima di scendere a valle, prendo per Vianova, che si è rivelata una bella scelta, non tanto per il paese (manco ho capito se esiste), ma più che altro per il bellissimo panorama.


Torno sui miei passi, e punto Careggine, piccolo borgo che ha dato i natali a Tardelli, entrato nel mito del calcio per il suo modo di festeggiare il gol nella finale della coppa del Mondo ’82.
Di Tardelli non c’è traccia, ma faccio comunque amicizia con un indigeno.


Mi godo un giretto per le vie del paese, solo dopo essere entrato in possesso di un panino.
Pur essendo l’ora di pranzo (e lo stomaco fa di tutto per ricordarmelo) rimando la consumazione più avanti.




Riparto, raggiungo Vagli e l’omonimo lago, in secca vista la pochezza di precipitazioni avute fino a metà ottobre. Non credo si possa dire lo stesso adesso che sto scrivendo…


Dal lago torno a risalire fino a giungere in un posto stupendo, Campocatino.
Anni fa aveva un sapore più selvaggio, complice il fatto che per arrivarci la strada era quasi completamente sterrata. Oggi si arriva fino a lì su una comoda asfaltata. Tanto per far capire l’afflusso turistico, c’è pure un parcometro per i non residenti.
Inutile dire che avrei preferito fare la sterrata!
Il posto è comunque bellissimo, un ampio circo glaciale sorvegliato dal Roccandagia con i suoi 1700 mt., contornato da piccole stalle in pietra che servivano anche come abitazioni temporanee alla comunità agro pastorale di Vagli, in un’epoca ormai perduta.






Consumo il mio pasto, piacevolmente svaccato su una panchina. Mascelle in movimento, sguardo perso nell’infinito, mi faccio rosolare ben benino del sole.
Riparto dopo l’immancabile caffè. Voglio completare le curiosità di giornata con una puntatina al lago di Gramolazzo, dove faccio una sosta veloce.
Poca gente, un Terranova che fa il bagno (bellissimo!), due esterofili mototourer a godersi la tintarella e poco altro.



Inizio le manovre di rientro. Sono nel punto più lontano e mi voglio spicciare.
Per strada però ancora sorprese, come l’abitato di S.Michele, nei pressi di Piazza al Serchio. L’insieme medievale è davvero un bel colpo d’occhio.


Scendo rapido verso Castelnuovo Garfagnana, che passo rimandando la visita a…chissà quando.
La voglia di raggiungere Lucca tramite la trafficata provinciale mi passa quasi subito.
Mi intrufolo in mille stradine, strade strette, povere di traffico e decisamente poco battute.
Piccoli borghi, odori d’autunno. Una manna per il sottoscritto!!



Affretto il passo, sono di nuovo in autostrada e svelto rientro verso casa.
Giornata veramente bella, passata in luoghi di montagna, dove il mototurismo ci guadagna.
E non solo il mototurismo!!



venerdì 24 giugno 2011

Dolomiti & Friends - Dal 2 stelle allo Stalle

Io: ”Pronto? Ciao…come va?
Lui: ”Sono disteso nudo sul letto*
Io: ”Boia! Pure io sono disteso sul letto, anche se in mutande**
Lui: ”Le solite cose…fai di qui, fai di lì, bla bla bla…
Io: ”Eeehhh….a scassamenti stiamo messi bene
Lui: "Ci starebbe proprio bene una fuga sulle Dolomiti, sai….come quella di qualche anno fa
Io: “Ecco….appunto. E se la facessimo?
ZAC! Cotti e magnati! La fuga è fissata!
* segno nettissimo di voglia di libertà
** risposta al segno nettissimo

E così fu che io, la Vero, Andrea in arte Zallartea (l’omo gnudo sul letto) e Vincenzo in arte Vincenzo ci trovammo verso la fine di giugno in quel di un ameno autogrill, in direzione Padova.
Baci e abbracci, poche chiacchere e via. Il contesto dolomitico ci aiuterà la conversazione di certo.
L’idea, poi messa in pratica, è quella di puntare Bassano d. Grappa (due palle enormi per arrivarci!!) e risalire il monte Grappa per fare posto tappa magnereccio (con in nostri corpi così filiformi…non poteva essere diversamente!).
Il meteo non è dei migliori, ma nuvole o no, siamo strafelici di abbandonare la pianura…


…e goderci un po’ di curve.


Siamo in cima…o per lo meno pensiamo sia così. Anni indietro (un bel po’ indietro…) ero salito quassù un paio di volte, Visa 650 munito (‘na berva!), l’ultima per festeggiare la fine del militare, e avevo un vago ricordo del sacrario e delle gallerie scavate per il primo conflitto mondiale.
Diciamo pure che il ricordo è servito, perché…..non si vede ‘na cippa!


Meno male che l’essere umano riesce a ricordarsi i movimenti primari, vitali. Uno a caso? Mangiare!



La ripartenza, appesantita dal pasto (dietetico…) appena fatto, avviene sempre immersi nella nebbia.
E anche per stavolta niente panorami e…niente di niente. Va beh…sarà per la prossima.
Scendiamo nel fondovalle che porta a Belluno, ma che lasciamo quasi subito per Pedavena, sede dello stabilimento della omonima birra e, più che altro, per godere (parecchio) della salita che ci porta al valico di Croce d’Aune, tratto che ospita una gara in salita del CIVM.
Sosta caffè meritata anche per le gomme!!!
Di nuovo giù nel fondovalle che, curva dopo curva, ci porta a ridosso delle Pale di San Martino, più precisamente a Transacqua, subito ribattezzato Tralacqua…sul culmine del passo Cereda infatti fermata obbligata per intutarci.


Va beh…ritroveremo un po’ di calore intorno agli sfiammeggiamenti del camino del rifugio del passo Duran


…dove ci prendiamo uno spritz estivo imbacuccati come salsicce….boia che fighi!




Non facciamo in tempo a ripartire che siamo a destinazione, Dont, frazione di Forno di Zoldo.
Moto in garage, rinfrescata veloce e…siamo pronti per mangiare (l'è novaaaaaaaaaaaaaa)



Per digestivo due passi nel paesino (con 3 ti sei già perso nel bosco…) conditi da discorsi a bischero, sigaro e grappino. Insomma…relax!


Stiamo davvero come ragni (è pure documentato)....hai detto poco!!!


2 stelle conquistate. A letto. Domani siamo di curve...tocca allo Stalle!!

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Sveglia e apertura dei finestroni sono un tutt’uno.
La mattinata si preannuncia spettacolare e in breve siamo in moto, molto molto baldanzosi.
Puntiamo il passo Cibiana e via via che saliamo i panorami diventano stupendi



Svalicato il piccolo passo siamo nel Cadore, che risaliamo fino ad Auronzo, paese splendidamente affacciato sul lago artificiale di Santa Caterina.


Usciamo dalla strada di fondovalle per risalire il passo S.Antonio, simpaticamente curvoso e panoramico.



E fu così che il gruppetto arriva in quel di Pàdola, dove una sosta caffè/cazzeggio ci sta proprio bene.



Sante parole…

…e cartolina di Pàdola

Anche la salita al passo di Monte Croce Comelico è decisamente appagante, per il tratto asfaltato e per ciò che c’è fuori dal bitume.




Si insomma…questi posti invitano al relax totale, benessere zen.


Il meteo comincia a incupirsi, ma a noi…che ce frega. Pronti, via. Adesso scendiamo in val Pusteria, per fare tappapappa al lago di Braies, splendido catino sul quale svetta la Croda del Becco, con i suoi 2810 metri.
Peccato per la mancanza del sole. Sarebbe stato un bellissimo colpo d’occhio.
Va beh….cazzeggiamo un po’ sulle rive e poi..a tavola!

Gruppetto vacanza in versione raggiera…

…e in versione piùùù…più!

Sentiero girolago

Bello com’i’ sole (infatti…non c’è!)

A Vince’…ma quanto s’i bbello??

No…volevo di’…modestamente…

Fauna…buona

Lago di Braies

Anche in riva al lago la maledizione zen colpisce i viandanti (o forse è la digestione??)


Dopo aver goduto dell’ennesimo pasto risaliamo in moto, destinazione Austria e più precisamente il passo Stalle. Torniamo siu nostri passi per riprendere la ss49 che lasciamo quasi subito per entrare nella bellissima valle d'Anterselva, una strada carente di curve ma che sa ripagare con i dintorni che ti avvolgono in un verde accesissimo.
Dal lago d’Anterselva la strada diventa molto stretta e curvosa, con tanto di semaforo a regolare il senso unico alternato, in pratica per salire o per scendere c’è a disposizione solo un quarto d’ora ogni ora.
Abbiamo fortuna di beccare giusto giusto il fazzoletto di tempo che ci consente di salire


Sul passo solo qualche foto, per non perdere il quarto d’ora giusto per scendere, pena…l’attesa dell’ora successiva.


La valle d’Anterselva con l’omonimo lago

Un po’ di foto di frontiera


Pipì oltre confine

Austria sei nostra...anche se per un metro!

Versante austriaco

Via via…non c’è tempo da perdere. Di nuovo in discesa verso la val Pusteria.



Il rilassamento provocato dal verde pusteriese colpisce anche la mia vescica.
Nuovo stop e via all’acqua in eccesso.



Dopo Brunico entriamo in val Badia, tocchiamo Corvara


… e via su per il passo Campolongo direzione Arabba.


Il tempo sembra sempre più cupo e autunnale, ma a noi che ce frega??
Per merenda una bella salita al passo Falzarego non ce la toglie nessuno, anche perché….non c’è proprio nessuno da quella parti. Arriviamo sul valico, tutto per noi!

Veronica sotto al Lagazuoi

Ce la faccio, ce la faccioooo

Panorama dal passo

Freddo becco…

...e relative conseguenze

Il tempo, oltre che bigio e freddo, diventa pure sempre meno per cui ci affrettiamo a puntare i cupolini verso il passo Giau. Anche qui le moto si contano su una mano e considerando che le nostre sono tre…
Ci godiamo il passo come non capito spesso, facendo pure gli splendidi ordinando spritz per tutti, che beviamo invidiando un tizio vicino a noi che invece ha (opportunamente) optato per una tisana calda.
W i grulli!








E’ ormai tempo di rientrare, la giornata ci ha già dato quello che volevamo.
La discesa dal Giau sarebbe stata completamente in solitaria, se non fosse per una specie di Dune Buggy che veniva giù a pazzo, entrando in curva derapando a più non posso.
E’ stato un momento divertentissimo, un bell’aperitivo pre-cena.
Rientro con magnazza (l’ennesima), tante chiacchere in compagnia discuisendo sulla giornata appena goduta, grappino della buona notte, nanna!

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La giornata promette bene, molto bene, per cui via…si dia inizio alle manovre di rientro sempre accompagnate da una tipica uggia interiore.
Il morale comunque è alto e il cazzeggio sempre pronto!


Dopo il Duran, svalichiamo la Forcella Aurine per mettere nuovamente le gomme sul passo Cereda, questa volta asciutto e molto più godibile che all’andata.
I panorami sono bellissimi, come la giornata.


Si gode e tanto anche salendo al passo Brocon, con la sua sinuosa stradina immersa nella vegetazione.

Veronica, al centro del piazzale, festeggia l’ascesa…

…godendosi anche il panorama.


I giorni in compagnia di Andrea e Vincenzo sono stati davvero belli, ma mai guardarsi indietro (in moto poi...)!!


Anzi sarà bene guardare parecchio in avanti perche il tratto di strada che ci riporta in val Sugana (Grigno) è…”intestinico”


Una volta riconquistata la più facile fondovalle, sosta foto in onore della dolce metà dello Zalla internazionale.


Dopo la foto di rito godiamo nuovamente di un tratto spettacolare.


Curva dopo curva conquistiamo l’altopiano di Asiago, e pure qui la sosta è d’obbligo, questa volta per festeggiare direttamente lo Zalla internescional.


Siamo cotti e affamati, non si vede??


I posti sono bellissimi ma…


…come si fa a saltare il pranzo e a non gustare prelibatezze del luogo??
E vai di cibo. Colesterolo fatti capannaaaaa!!




Tra un burp e l’altro rientriamo via autostrada. La goduria è finita, l’amicizia no, per cui….alla prossima con tanto di bacio!!


Un Grazie enorme a miei compagni di viaggio. Un we che ci voleva proprio!!!