Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

giovedì 25 aprile 2013

Tour della Sopportazione ed. 2013: Curvando tra i castelli parmensi piacentini

E’ diventato quasi un rito accompagnare Scintillone&Camilla per il loro anniversario di nozze, vagando per l’italico stivale in cerca di B&B, che in questo caso prende la forma di Bellezze&Bontà.
Il tempo previsto non è dei migliori, ma di rimandare non se ne parla. Primo perché le ferie son prese e non le molliamo (magari le ammolliamo) tanto facilmente, secondo proprio perché promette acqua, e non c’è niente di meglio per il varo della nuova nave di Scintillone.
Galliano, 25 Aprile, ore 9:20. Eccoci impavidi pronti al viaggio, atteso, agognato e di certo bagnato.
Sarà pure fortunato? Boh…non ci resta che andare!!


Entriamo baldanzosi in autostrada. L’idea sarebbe stata quella di arrivare fino all’uscita di Brugnato-Borghetto di Vara per poi andare a cercare curve su per il passo Centro Croci.
Nisba, nein, sieeeeeeeeeee. Dopo un bel pò di traffico al limite della fermata, e fermate al limite della sopportazione usciamo a Pistoia.
In pratica mezza Italia è entrata baldanzosa in autostrada, che più che a una strada pareva assomigliare a un fiume di lamiera, ‘tacci vostri!!!!
Pace&bene, ce la prendiamo comoda, visto tra l’altro che il meteo ci sta dando una mano.
Saliamo su verso Femminamorta, facciamo sosta caffè alla Macchia Antonini, gran bel posto per pic-nic e svacco estivo.
Di nuovo in sella, tocchiamo La Lima e giù verso Lucca, cercando di stringere un po’ sui tempi.
E’ l’ora di pranzo e ancora non siamo arrivati neppure a Lucca. Una tabella di marcia praticamente perfetta!!

Ponte del Diavolo a Borgo a Mozzano

Finalmente (se se ne può essere contenti…) riconquistiamo l’autostrada, anche se il tragitto varia. Prendiamo il bivio per Parma e usciamo a Pontremoli, non prima di aver allietato (allietato???) lo stomaco in un autogrill. Va bene anche così, ci accontentiamo, anche perché la voglia era quella di raggiungere la meta, e più che altro la “tavola” della meta, che ci avrebbe fatto scordare lo scempio culinario autostradale!!
Attacchiamo il passo del Brattello iniziando a sentire realmente l’odore di viaggio, di ferie.
La strada, bella bella bella, non è propriamente ben messa, con il brecciolino perfido in ogni dove. Non è poi un gran problema, velocità basse consentono di guardarsi intorno.
Il meteo poi non promette molto di buono. Gli scongiuri si sprecano.

La nave in Appennino parmense

Passato Borgo Val di Taro saliamo su verso il passo Santa Donna, dove sostiamo per un sano cazzeggio resing a bestia, tra racconti di perdite di aderenza per staccate al limite e altre mirabolanti azioni da vero manico.
In realtà a staccarsi sono state le chiappe dalla sella e le vertebre dal resto della colonna, grazie ai molteplici avvallamenti semi nascosti di cui è decisamente dotato il tratto in questione, bello per guardarsi intorno, brutto per non poter guardare altro che l’asfalto bastardo, ‘tacci vostri (e due)!!!!
Quello dietro a Scintillone sembra un cartello, in realtà è un palo che si è infilato per ristabilire la posizione eretta. La Camilla, sorride per non piangere. Un po’ di stile…e che caz..! Davvero una santa donna!!

Passo Santa Donna

Arriviamo con sommo gaudio alla vera e unica sosta turistica di giornata: Bardi.

Bardi e il suo castello

Parcheggiamo il battello e l’ammiraglia e andiamo a curiosare tra i meandri del castello.


L’abbinamento curve&castelli non è propriamente buttato di fuori…



Valichiamo la soglia del maniero, in quello che all’epoca era il Corpo di Guardia.
In quanto a corpo stiamo messi meglio noiattri! Qualcosa da ridire?


Lasciamo un gruppo intento all’ascolto della guida, per visitare il tutto con fare randagio, con Veronica che ci da delle dritte prendendo direttamente spunto da un riepilogo storico su sgualcita fotocopia. Per noi uomini&donne de panza è più che sufficiente.



Durante la visita, oltre a storia e architettura difensiva, si trovano spunti per un risveglio dei sensi (o dei sessi??)…


…camminamenti di ronda…

 


…uno strano connubio di sale: torture e cucina (non voglio nemmeno sapere il menù dell’epoca!)…



…si insomma…il gruppetto ferieggiante ha gradito!!


Ripartiamo in direzione nord, svalichiamo il passo di Pellizzone, e a velocità prossime allo stallo causa brecciolino selvaggio, arriviamo a Pellegrino Parmense, dove ci gustiamo la Rocca sbirciandola dalla strada.


Continuiamo la strada con obbiettivo Salsomaggiore. Il meteo insiste ad essere dalla nostra parte, di certo non bello ma senza pioggia. Hai detto poco…

Morbide colline parmensi

Finalmente arriviamo a destinazione, non senza qualche difficoltà d’orientamento.
Parcheggiamo le moto sotto una protettiva tettoia, ci godiamo una doccia rigenerante, mentre le luci si affievoliscono…


…al contrario della fame che è a livelli abominevoli!!



E la prima giornata è andata (benone). Buonanotte dall’Agriturismo Il Tondino.



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Un nuovo giorno ci aspetta e non pare nemmeno troppo uggioso in termini di nuvole.
Quelle certo non mancano, ma potevano essere anche di più. Va beh…la speranza si spreca.
Dopo aver nuovamente riempito a dovere la panza, tuona, ma non è Giove pluvio, semmai Scintillone.
Si parte per un giro esplorativo tra le tanto rinomate Rocche, Castelli, borghi fortificati della zona.
Prima meta di giornata Vigoleno, che raggiungiamo dopo pochissimi km.
Il we è di quelli lunghi, perfetti per il turismo e i “turisti”. Ce ne aspettavamo a frotte, ma siamo felici che il meteo abbia scoraggiato i più. I capienti parcheggi sono decisamente vuoti.
Meglio così (per noi).
Arrivati sotto le mura del piccolo quanto suggestivo borgo, l’allegra combriccola freme per la visita.


Entriamo tra le possenti mura…


...dove si manifesta l’immancabile Corpone di Guardia!!


Aiutati dall’ennesima fotocopia, ci gustiamo la visita della torre, parte dei camminamenti di ronda…



Scintillone scambia la caditoia per la ca..toia

…e il bel panorama che si gode dal culmine del mastio.


Le scale della torre non sono ne’ agevoli ne’ tantomeno ben illuminate, con gran rischio di farsele tutte di schiena…


…problemi che avevano già all’epoca, ma che avevano brillantemente risolto con protezioni adeguate e attrezzature specifiche!!


La visita continua, con visita al resto del borgo, e considerando che è molto piccolo non c’è molto altro da vedere, se non pochi vicoli, scorci e indigeni a quattro zampe che delle brutalità medievali hanno ben poco…





Salutiamo Vigoleno, e torniamo verso le moto…anzi no…piove.
Deviamo verso il bar “Va beh…intanto facciamoci un prosecchino mentre vediamo come si mette”. Non facciamo in tempo a fare l’ordinazione che ha già smesso…
Giungiamo alla conclusione che il prosecco ha lo stesso effetto della tuta antiacqua, che come la nomini (e ti metti…), smette di piovere.
Torniamo alle moto, imperlate di pioggia. Adesso è la volta di Castel’Arquato, una cittadina che meriterebbe una visita ben più approfondita, e che noi ci godiamo con le gambe sotto al tavolo (precario) nella piazza principale.

Castel’Arquato
La Rocca


Palazzo del Podestà


Dopo il lauto pasto a base di formaggi, affettati e pane a km. zero, torniamo verso le cavalcature.
Il tempo sembra volgere al meglio, e abbiamo in ponte l’ultima visita di giornata. Adesso tocca a Gropparello, arrivando al quale restiamo un po’ delusi. Il castello è una dimora privata. Fuori dal maniero c’è un tizio in costume che parlando con fare dell’epoca ci narra che la struttura è aperta parzialmente solo per visite guidate per scolaresche. Con lo stile, che appare quasi giullaresco, ci sentiamo appena appena presi per il c…, ma fa lo stesso. La consideriamo una sosta di viaggio.




Torniamo in moto e ci perdiamo per colli e curve, su stradine strette e zone che hanno un fascino particolare, specie nei pressi di Guselli, dove il meteo è tornato parecchio cupo e il freddo si fa sentire.
Facciamo una nuova sosta sul lago di Mignana, un invaso artificiale.
Sarà per il meteo che continuo a sentire tuoni a destra e a manca?
No, è la carburazione di Scintillone che avrebbe bisogno di un ritocchino…
Ormai puntiamo solo l’agriturismo, godendo comunque di bei tratti di curve dove dondolarsi sornionamente.


La serata si conclude con un’altra goduriosa cenetta. Di nuovo buonanotte.

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La giornata successiva si apre maluccio. Mentre siamo a fare colazione inizia a piovere di buona lena, così come farà praticamente per tutto il dì.
Siamo un po’ sconfortati, perché l’idea di passare una giornata intera chiusi in camera non ci alletta così tanto.
Invece, alla richiesta se ci fosse stata una stanzetta dove poter passare un po’ di tempo svaccati, ci viene proposto uno stanzone spettacolare, con tanto di caminetto e legna.
Una vera manna. La giornata ha preso una piega faticosissima: sano fancazzismo tra la sosta pranzo e cena. Mica male mentre fuori è inverno!



Ribuonanotte tra un bel po’ di burp!

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La mattina è accesa dal sole e dalla terrazza a tasca è stupendo star fuori nella frescura mattutina.


Tabiano visto dall’agriturismo

Salutiamo chi ci ha splendidamente ospitati e puntiamo veloci Parma, dove ci buttiamo in autostrada. Vogliamo cercare di avvicinarsi verso casa il più rapidamente possibile, memori del bordello trovato all’andata e mai e poi mai vorremmo ritrovarci al pomeriggio imbottigliati nei rientri intelligenti.
Il traffico scorre bene, anche se si trovano i soliti geni che non si schiodano dalla penultima corsia prima del guardrail, come se si sentissero sempre sulle vecchie autostrade e loro si trovassero su quella che veniva chiamata corsia “normale”.
Questi geni incompresi di “normale” non hanno proprio nulla e nemmeno se facessero autostrade con 10 corsie si convincerebbero almeno a viaggiare nella quinta.
Abbiamo tutti bisogno di sicurezze ed è evidente che per loro il guardrail è l’ombelico del mondo, ‘tacci vostri (e tre)!!!!
Usciamo a Modena, obbiettivo Castelvetro, che i nostri sposini non hanno mai visto e dove facciamo una breve sosta.



Torniamo alle moto con qualche goccia di pioggia che ci saluta. Ri-pace&bene.
Da lì, lungo strade interne torniamo verso casa, non prima di aver fatto un salto ai Sassi di Roccamalatina



…goduto di curve e panorami nei pressi Zocca, con sosta pranzo fatta slurpando un gelato, e curva dopo curva aver riconquistato la chiesa di Collebarucci, proprio sopra al lago di Bilancino, il luogo sacro che vide sposi i nostri spettacolari compagni di viaggio.
Il we lungo è finito. Che dire? 100 di questi anni insieme, con altrettanti anniversari da festeggiare in moto.
A proposito. Rientrando a casa non sento più tuoni e rumoracci vari.
Sarò solo diventato più sordo?!?!?
E ancora....ma quanti anni sono? Ohi ohi che memoria che ho...