Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

sabato 13 gennaio 2018

Non si vive di soli spunti e belle curve!

Venerdì mattina, sono al lavoro, mandando avanti stancamente le mille noiose scartoffie. Di lì a poco c’è il we, che si prospetta incerto sotto l'aspetto motociclistico non avendo pensato a niente, se non a buttare uno sguardo al meteo. Un impegno preso per l’indomani mattina rimanda al pomeriggio successivo l'eventuale ricerca di nuovi stimoli, impegno che però salta all’improvviso al contrario della voglia mista a curiosità che ritrova la giusta linfa. Il meteo mi convince che per abbandonare il grigio inverno appenninico sarà meglio spostarsi verso il litorale tirrenico e così faremo io e Veronica, entusiasta del messaggino inatteso “domani giretto in moto?” Per dar retta alle previsioni e frugando rapidamente tra gli spunti messi in sospeso opto per raggiungere il lago di Massaciuccoli, dove visitare Villa La Brilla, un antico opificio il cui nome deriva dalla brillatura del riso, operazione di raffinazione del cereale che, oltre a rendere più lucente il riso, ne consentiva una migliore conservazione. Gli ambienti, oggi ristrutturati, offrono spazio ad un centro culturale polivalente ma più  che altro consentono di vedere i congegni utilizzati per lavorare il riso e per apprendere un po’ della storia della coltivazione del riso rosso di Massarosa, una storia vecchia di secoli e piena di tensioni, alimentate dalla malaria e dalle decisioni di cessare questa importante coltivazione, proprio per la errata convinzione che la lavorazione dei campi allagati diffondesse i mortali parassiti. Mentre son lì che indago riguardo alla strada da fare, mi imbatto nella Certosa di Farneta, presente nella zona lucchese da sette secoli, e probabilmente più antica del riso rosso di Massarosa. Con due spunti così siamo a cavallo, un puledro di 650 cc, con faretti di profondità very touring, libero come i cavalli liberi, cioè zozzo.
Abbandoniamo l'autostrada a Pistoia e risaliamo le montagne, cambiando spesso traiettoria per via delle tante curve e per le tante strisciate di gasolio presenti sull'asfalto. Via via che si sale la temperatura scende, e non tardiamo a trovare i primi campi ghiacciati a bordo strada. 
Primo bisogno della giornata? Il pane, che ci fermiamo a comprare a Pontepetri, in un forno che ci vede spesso al bancone. Il bottino sarà pane fatto con farina macinata a pietra e biscotti con marmellata di more e arance. Oltre a questo però mettiamo da parte anche una chiaccherata fatta con la fornaia, riguardo alle piccole cose quotidiane e alla passione per la moto che condivide con il compagno. Ci salutiamo per dare spazio ad un altro cliente, altrimenti è probabile che si fosse ancora lì…
La giornata proseguirà così, e più che gli spunti, ci resteranno impressi gli scambi avuti con persone che resteranno senza un nome. Come ad esempio il barista di San Marcello P.se dove ad unire, oltre alla moto, c’è la musica e la chitarra in particolare. E allora vai di mix tra una Yamaha XT 550 e un pezzo dei Pink Floyd messo sulla smart tv del locale, con i clienti che entrando chiedono infastiditi “ma che roba è questa?” e il barista che li manda letteralmente a spigolare accusandoli di non capirci un c… alimentato dalla nostra complicità.  Si insomma, una sana bolgia di paese e un altro momento da segnare tra i bei ricordi.
Oppure come un tizio trovato a ridosso di una frana che blocca il tratto stradale tra Bagni di Lucca e La Lima, dove un paio di giorni prima un enorme masso si è staccato dal costone piombando prima sulla strada creando un cratere per poi finire la sua corsa nel fiume sottostante. “Mi tocca pigliare la carriola, sennò stasera son sempre qui” ci dice scherzando mentre fa la spola tra una sponda e l'altra del tratto chiuso con barriere new jersey. La macchina piena di spesa da una parte, casa sua ovviamente dall'altra. Fortunatamente riesco a passare con la moto, sotto il controllo vigile del tizio che mi invita a fare attenzione e a sbrigarmi mentre percorro il tratto pericoloso, quasi ci fossimo conosciuti da tempo. Forse una magia che si crea quando si è in sella ad una moto. Boh…
Il contrattempo della frana non ci distoglie dalla bellezza di quel tratto di strada, che si snocciola a braccetto del fiume nel suo pezzo più angusto, in perfetto stile gorges francesi.
Ci stiamo avvicinando a Lucca e una fermata se la merita il Ponte del Diavolo


Nei pressi di Borgo a Mozzano lasciamo la retta via e ci buttiamo in strade minori, molto minori giudicando la larghezza della carreggiata. I saliscendi che faremo ci porteranno in remoti paesini e ci faranno godere di scorci e panorami niente male. Arriviamo alla Certosa giusti giusti per l'ora di pranzo e lì cominciamo a capire che il bello della giornata saranno gli scambi umani più che l'arte e la storia. La Certosa non è visitabile, ne’ ora ne’ mai, per cui messo il cuore in pace ci consoliamo con il meraviglioso tepore del sole addentando in contemporanea un panino. Un momento zen anche se non pensiamo, riflettiamo o meditiamo. Godiamo, e questo basta.

L'entrata della Certosa

L’emanazione evidente di un così profetico benessere deve essere alla base del nuovo contatto umano che avremo. A una donna, che passa di lì intenta a fare due passi per tenersi in forma, domando se esiste un punto da dove vedere la Certosa dall'alto, così da avere uno sguardo privilegiato su tutta l'enorme costruzione. E lei semplicemente ci dice “casa mia!” dandoci dettagliate indicazioni su come arrivarci, sul fare attenzione alla strada molto stretta, sul fare attenzione a non schiacciargli i gattini. Ci saluta con simpatia. Quando arriviamo ad addentare i primi biscotti rieccola, di rientro verso la macchina. A quel punto gli offriamo un biscotto e lei di rimbalzo ci offre un caffè a casa sua. Ci sentiamo in perfetta sintonia e non sfruttiamo la sua ospitalità solo per motivi di tempo. Altro bel momento da archiviare.

La Certosa vista da Formentale

S.Bartolomeo apostolo, chiesa di Formentale

Viene la volta di Massaciuccoli, dove l'impressione avuta in arrivo alla Certosa si ripete e si consolida. Villa La Brilla è chiusa, e ti pareva. Non ci sconfortiamo, anzi, e puntiamo il muso della strommina verso Torre del Lago Puccini, dove ci godiamo la vista sul lago e la dolce temperatura. D'estate ci deve essere la vera bolgia, ma oggi no, poche persone e un rilassante silenzio.







E siamo all'ultimo contatto umano di giornata. Due bambine sono impegnate a dar da mangiare ai pesci e alle papere, quando ad una di queste cade una busta di plastica nel lago. Dopo un po’ di battibecchi con la nonna ecco che il nonno interviene per recuperare l'oggetto inquinante. Si piega verso l'acqua con fare accorto, “per non rovinare ancor più le protesi, messe anche per via dei tanti schianti avuti in moto” ci dice invitando la moglie a confermare. Ed eccoci lì, con lui che ci parla delle sue avventure vissute specialmente in inverno, con le tante boccate patite ai vari Elefanti. Un misto di felicità e nostalgia, felice però di vederci in moto, in un’eterna fratellanza. Ciao, chiunque tu fossi, biker per sempre!
Ripartiamo verso casa, rientrando in autostrada a Lucca, arrivando in garage sfruttando l'ultima stilla di luce naturale. 
È bello uscire per vedere posti e tornare a casa ricordandosi i volti, la semplicità, il contatto. Bello davvero, com'è bello sentire la vicinanza delle persone per il solo fatto di viaggiare in moto e per la sensazione di libertà che, forse, riusciamo a regalare!


martedì 2 gennaio 2018

Primo giro 2018: Rocca di Staggia Senese

Il 2 gennaio era troppo bello per lasciare il tempo ad altro destino. Rapida ricerca dell'ortaggio, cogliamo l'attimo e accendiamo la strommina, iniziando le operazioni di randagismo del nuovo anno andando verso il senese, e più precisamente alla Rocca di Staggia.
Per partire ce la prendiamo comoda, forse sperando che così facendo il 2018 sia più clemente rispetto all'anno appena ito.
Poco meno di 200 km., molti dei quali con gomma dritta. Mai avremmo pensato che le orecchie ci avrebbero fischiato più per le parole che per il vento.
Siamo arrivati a destinazione a mezzogiorno, con la guida che, sentita per cellulare, assicurava un visita di circa un'ora. Apposta per questo ce la prendiamo comoda on the road per assicurarci un po' di schiacciata, da imbottire con il companatico portato da casa insieme a mandarini e boccia d'h2o.
Invece sarà digiuno. Usciremo dalla visita no stop solo alle 16, e con grande furia facciamo rientro verso casa per un impegno preso in scioltezza, tanto "per arrivare a Staggia e tornare facciamo presto"...
Beh che dire? E' stato molto bello, grazie alla Rocca certo, ma più che altro a Donatella, che ci ha letteralmente rapito con le sue scorrevoli e mai noiose narrazioni, un misto tra storia, filosofia, arte, architettura, insomma...un mare calmo di informazioni.
Alla fine gli ho chiesto se per caso facesse la guida anche in altri siti, tanto è stato il piacere di trascorrere del tempo con lei.
Non mi resta che allegare il piccolo video fatto alla prima carota dell'anno. Un'uscita strana niente niente male!!



P.s. Un digiuno per scontare i nostri peccati l'abbiamo già fatto. Che non diventi la regola però....eh!