Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

sabato 13 ottobre 2018

Gualchiera di Coiano (PO)

Sabato 13 ottobre, ci uniamo con molta curiosità ad un'uscita organizzata dal FAI (Fondo Ambiente Italiano), che in zona pratese offre un piccolo trekking urbano, necessario a calarsi negli argomenti che vedranno come gran finale la visita ad un opificio dove veniva lavorata la lana, la Gualchiera di Coiano.
Il sito è proposto come luogo del cuore, a cui dedicare l'attenzione dei cittadini e per il quale cercare fondi per riportarlo al vecchio splendore.
Pensando a Prato non vengo mai investito da chissà quale emozione particolare mentre mi appresto a toccarla di tanto in tanto, anche se in effetti il corso del Bisenzio che ha scavato la valle omonima che da Prato porta a Vaiano e Vernio e che curva dopo curva ti fa ritrovare in montagna mi ha sempre attirato, sia per gli ambienti selvaggi che per i micro spunti di storia e di natura che accoglie.
Forse è proprio per questo che uscite del genere mi piacciono maledettamente, per trovare piccole perle nei posti dove meno pensi di poterle trovare.
E il gusto ci guadagna!
Durante il trekking urbano, il coinvolto e coinvolgente storico che ci espone la storia della piana pratese, ci guida in mezzo ad un gran dedalo di strade e palazzi, e fa strano trovarsi immersi nel cemento ascoltando le parole che escono dalla sua bocca.
Nel tratto fatto a piedi di testimonianze della "storia" ancora in vita ne restano ben poche, ma forse proprio per questa elitarietà sono ancora più interessanti, superstiti al cemento e alla piattezza artistica del progresso.
Ascoltando il racconto si fa un balzo all'indietro di molti secoli, fino al 1200, quando nella piana erano in attività circa 50 mulini che macinavano grano, cereali e castagne e 20 gualchiere, opifici che lavoravano i panni in lana che i telai sfornavano troppo grezzi per essere utilizzati.
Ogni macchina lavorava grazie alla forza dell'acqua e proprio per questo era stato messo in piedi un ingegnoso sistema di canali che, dal fiume Bisenzio, trasferivano l'acqua ad ogni opificio per poi finire nel fiume Ombrone.
Il punto di deviazione e raccolta dal Bisenzio era il Cavalciotto, di fatto una diga a nord di Prato sulla quale fu costruito il Casotto dei Calloni, nel quale erano presenti 3 serrande idrauliche in rovere (i Calloni, tutt'oggi funzionanti) che regimavano e alimentavano il Gorone, il canale principale dal quale partivano altri 5 canali che andavano così a creare oltre 50 km di Gore.
Dal Cavalciotto all'Ombrone il dislivello era di soli 40 metri, per cui si capisce bene quale fu l'ingegno e l'impegno per arrivare a mettere in piedi un sistema così efficiente, una vera opera d'arte!
Nelle gualchiere, come quella oggetto della visita, veniva eseguita la follatura dei panni, operazione che permetteva di compattare il tessuto di lana infeltrendolo, riuscendo così a chiudere le trame che altrimenti restavano aperte e per niente protettive né impermiabili.
La lana veniva immersa in un mix di fango (gualca) appositamente scelto (di cui la zona pratese era ricca) e di urina di cavallo e veniva battuta tramite magli che sfruttavano la forza idraulica. Un lavoro piuttosto repellente, specialmente quando in precedenza tale operazione veniva fatta pestando con i piedi...
Come in molteplici attività che fin dai atempi antichi sfruttavano la forza motrice dell'acqua, anche qua il progresso ha portato la corrente elettrica. I segni del cambiamento si vedono benissimo all'interno della gualchiera, dove al fianco delle antiche macchine ce ne sono di più moderne, utilizzate fino ad una ventina di anni fa.
Basta, non mi dilungo più in chiacchere e dopo tanto scrivere....ecco le foto dell'opificio.

I macchinari antichi, forse unici superstiti a livello europeo


Il reparto di follatura che ha continuato il suo lavoro fino sul finire del secolo scorso

L'ultimo calendario



Le vecchie pulegge che permettevano il trasferimento del moto

L'ingresso dell'acqua in opificio

Il canale scolmatore, una delle finezze tecniche calcolate al cm.

Il Bisenzio che attraversa Prato

Che dire ancora? Che è stato un interessantissimo trekking urbano, per apprezzare quai mondi antichi che ci fanno capire da dove veniamo, molto meglio di qualsiasi App.