Le due ruote di Carlo
Eh sì. A piccoli passi.
Ieri mattina da solo, sornioneggiando su strade che amo e che mi danno sempre un bel senso di benessere, tra le cui curve si gode sempre, sia che si guidi con l’occhio chirurgico sia con occhio curioso, mentre al pomeriggio in compagnia di Veronica abbiamo condiviso la strada, le curve, i pericoli e la magnazza.
Ma andiamo per ordine.
Esco di casa piuttosto assonnato, forse aiutato dal clima che pare più autunnale che invernale.
Ma va bene lo stesso. Metto la prima e via.
Salgo la Colla e da subito mi rendo conto che non avrei trovato molte moto.
Questi posti, fatti in perfetta solitudine sanno regalare sensazioni decise, anche se avendoli vicini a casa li avrò visti e attraversati mille volte.
Salgo la Colla e da subito mi rendo conto che non avrei trovato molte moto.
Questi posti, fatti in perfetta solitudine sanno regalare sensazioni decise, anche se avendoli vicini a casa li avrò visti e attraversati mille volte.
Curva tipica della Colla
Una sensazione “forte” la provo quando, fermo per scattare una foto alla morfologia della strada, arriva un camione che , come è normale che succeda, invade la corsia opposta, proprio sulla curva che sono intento a fotografare...
Incrocio pericoloso!
Riparto, passo la Colla (dove il ristorante/bar del passo è chiuso per ferie) e punto la Sambuca.
Ecco...io quando arrivo lì...perdo le parole!!
Il tempo come detto non è dei migliori, altrimenti l’occhio di tipo curioso avrebbe di cui spaziare. Tra i dintorni selvaggi e la strada che si snocciola sui costoni rocciosi è una goduria scendere verso Palazzuolo sul Senio (info su www.palazzuolo.it).
Lo stupendo percorso della Sambuca
Arrivando a Palazzuolo ripenso alla mia prima gita in moto, anzi in scooter, il mio primo vero viaggio itinerante, che feci assolutissimamente rimbecillito dalla felicità ( vedi qui).
E per festeggiare il ricordo scatto qualche foto nella parte vecchia del paese, dove fa bella mostra di se il Palazzo dei Capitani (1387) e i portici che si incontrano arrivando da Marradi.
La curvosa discesa verso Coniale
Poco prima del passo inchiodo per fare uno foto a un terzetto di caprioli, perfettamente allineati, tanto che al mio arrivo scappano mantenendo le distanze, come nella migliore tradizione del nuoto sincronizzato. Scatto mancato...
Sapore d'antico
Giogo nebbioso
Pace. Mi consolo con un automobilista che si ferma per chiedermi se ho dei problemi. Bel gesto al quale il tizio da anche un seguito. Poco prima di Scarperia gli sono dietro e poco prima che io lo sorpassi mette la freccia a destra come segnale che è tutto ok e che lo posso passare tranquillamente. Lo ringrazio calorosamente, mentre la mente va alle ferie francesi dove gesti del genere erano quasi una consuetudine.
Sono a casa per l’appuntamento con Veronica. Ora tocca a lei!
Per farmi perdonare prometto di andare a mangiare alla Scarpaccia, peccato che siano le 14.00. Ma c’importa un tubo! Si parte, direzione Consuma. Mi bastano pochi km per riprendere contatto con Miss Marple, anche lei è contenta, aveva voglia di fare 2 passi (Consuma e Croce a Mori) e visto che la benzina non manca, anche lei scalpita. Ho una strana senzazione, ovvero, non mi ricordo la strada, per nulla, guido alla cieca, non so perchè, come se la strada non l’avessi mai fatta prima. Da un lato è un bene, così mi devo arrangiare. Fa freddo, maremma sudicia, le mani già quasi arrivati in cima sono gelate e non rispondono più, guido a memoria e sono un po’ in trance, mi sembra di non esserci mai stata. Alla Scarpaccia diamo il meglio di noi, con prosciutto, formaggio e finocchiona. Peccato che siano le 4! La fame è brutta, ci avventiamo sugli affettati e quasi ½ kg di pane in 2!
La magnazza alla Scarpaccia
Comincio ora a realizzare dove mi trovo, anche perchè avendola fatta d’estate la riconosco a malapena. Capisco dove siamo perchè ad una certa ora ci piomba Giringiro tra capo e collo, ci paga il caffè, fa il pazzo (ma meno del solito) e riparte (dopo averci ragguagliato sulla situazione Caponord N.d.D).
Ripartenza per il Croce ai Mori
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