Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

sabato 8 luglio 2006

Dal Verdon al Friuli - 1a puntata - Da Scarperia al Verdon

Eccoci qui, a resocontare le ferie a rate, a rate come le tante tappe che ci siamo ritrovati a fare.
Spero sia un modo come un altro per pensare al tempo bello, al caldo, a mete conosciute e non, da raggiungere realmente o mentalmente, da sognare e per continuare a sognare. A capitoli, come una storia, raccontata davanti al focolare. Non v'aspettate niente di che.
E' un percezioconto, un resoconto cioè di quello che c'è passato per la mente durante il viaggio, sentendolo a modo nostro, con qualche segnalazione ma più che altro con qualche "vibrazione".
D'altra parte mi pare inutile viaggiare per dire "Bellissimo Campo Imperatore". Che è bello il posto lo sanno tutti. Quello che ci diversifica sono le emozioni che si provano o i momenti che si vivono.
Insomma...avete capito cosa intendo.
Finisco il prologo, altrimenti faccio du' palle a tutti.
Pronti?
Via!

1° giorno - Da Scarperia a Castellane
Era un po’ che avevamo messo nel mirino di puntare le ruote verso i canyon del Verdon e di risalire le Alpi francesi dividendo il viaggio a tappe, per meglio assaporare tutto ciò che si sarebbe messo davanti a noi.
Un primo giro fuori dai nostri confini, alla ricerca di panorami, belle strade e perché no….cucina diversa dal solito.
Per una serie di circostanze favorevoli il viaggio è diventato ben più lungo e alla alpi francesi si sono aggiunte anche quelle italiane, in particolar modo quelle trentino-friulane.
In Trentino per far visita alla nipotina di otto mesi e in Friuli da amici che non vedevamo da tempo.
Diciamo che ogni scusa è buona per far kilometri !!
Già dall’inverno Veronica aveva contattato e prenotato vari B&B, la stragrande maggioranza dei quali francesi, visto che sui dodici giorni che saremmo stati fuori avremmo dormito in strutture ricettive sette volte in Francia e solo due in Italia. Il resto…sbafo selvaggio!
Per le sistemazioni francesi abbiamo fatto riferimento al link www.gites-de-france.com, una vera miniera di informazioni per prenotare e farsi un’idea del posto prescelto, mentre per le “dormite” italiane il link utilizzato è www.bed-and-breakfast.it , anche se avevamo bisogno di informazioni solo per dormire al nostro rientro in Italia tramite la Val d’Aosta , perché per la tappa successiva sapevamo già che avremmo dormito a Pejo paese, all’hotel Centrale (www.albergocentralepeio.com), posto dove eravamo già stati anni prima per una vacanza solo-trekking e che ci era rimasto nel cuore per bellezza dei posti, sentieri, cibo, mancanza di “carnaio” estivo, insomma...tutto!
Tornando al viaggio tutto quindi era a posto per partire. Veronica che era in estasi partenza già da qualche giorno, bagagli e moto pronti in un “corpo” unico, cartine opportunamente fotocopiate per gestirle meglio lungo la strada, solo io mi sentivo…strano. Un po’ come quando si ha tanta voglia (o bisogno..) della magia del Natale senza sentirla e restando per questo un po’…amorfi.

Veronica è pronta al via

Solo qualche giorno dopo la partenza mi sarei reso conto davvero di quanto mi sentissi “strano”.
Ero semplicemente cotto a puntino, svuotato e con un emicrania che andava e veniva a piacimento.
Sarebbero serviti un paio di giorni a casa per scivolare piacevolmente in clima ferie, ma mica si può avere tutto dalla vita.
L’inizio non è dei più promettenti, il tutto da associarsi a un lungo e pallosissimo trasferimento autostradale fin quasi a Nizza. Ma ormai ci siamo (finalmente!!) e via per il nostro primo viaggio a tappe.
Ore 5. Si parte. Prima sosta poco dopo l’ingresso in autostrada per fare il pieno e primo “guasto” per il sottoscritto con visita poco piacevole al bagno dell’autogrill per fare il…vuoto.
Si riparte ancora più dubbiosi (almeno io..) e sono ancora più dubbioso al secondo “guasto” della giornata quando siamo già vicini alla Liguria. Mi sento ancora più cotto e più andiamo avanti più la calura aumenta il disagio.
La cosa che almeno ci distoglie l’attenzione durante il tratto autostradale sono i paesini arrampicati sui costoni liguri, Genova e le sue case affacciate sulla triste modernità autostradale, gli improvvisi quanto stupendi affacci sul mare tra una galleria e l’altra, la ricerca con lo sguardo (vana) di qualche biker in assetto da viaggio come noi.
Finalmente arriviamo alla fine della parte più uggiosa (quanto utile) del viaggio, rimandando l’utilizzo dell’autostrada solo a rientro in Italia effettuato.
Intanto il sentimento di ferie cresce.
Ci fermiamo poco dopo l’uscita per fare il pieno e per cercare qualcosa da mettere sotto i denti.
Visto i due “guasti” mi sarei accontentato di un panino al prosciutto, ma “prelibatezze” del genere da queste parti non le conoscono.
La cosa più leggera trovata in un simpatico e originale panificio è stata panino con salciccia per Veronica e baguette con prosciutto cotto, burro, pomodoro e formaggio per me.
Pareva perfetto per scatenare il terzo guasto ma l’ho divorato ugualmente con sommo gaudio.
Dopo il pranzo destinazione Castellane, a due passi dalle Gorges du Verdon che avremmo visto l’indomani.
Per raggiungere la cittadina scegliamo di percorrere la Route Napoleon, strada che si è rivelata bellissima e che in alcuni tratti sembra essere l’ideale set per film di 007 o spot pubblicitari, quando spesso vedendoli ci si domanda dove diavolo possono essere le strade riprese. Beh…alcuni tratti della R. Napoleon potrebbero essere la risposta. La strada è perfettamente asfaltata e con curve regolari che non regalano mai sorprese. Non la si può considerare una strada di montagna classica come si trovano sui nostri appennini e cioè poco digeribile dai mezzi a 4 ruote specie di piccola cilindrata. Come detto la strada si snoda tra i monti sempre consentendo di tenere una buona andatura, grazie anche alle salite normalmente poco impegnative e alla buona larghezza della carreggiata, che perdona anche ingressi in curva poco precisi.
Perché tutta questa “analisi” della R. Napoleon? Perché proprio sulla nostra prima vera strada curvosa francese ci ha stupito il comportamento degli automobilisti d’oltralpe. Come avrete capito bene, sorpassare una macchina stando su una moto è facilissimo su quella strada, ma ci ha fatto immensamente piacere vedere come tutti, vedendoci arrivare, mettessero la freccia a dx spostandosi a lato strada e a volte rallentassero proprio per agevolare il nostro sorpasso. Scene così nei giorni successivi sarebbero diventate normali sia con noi che verso gli altri biker, gentilezze alle quali avremmo risposto con gioia e un po’ di stupore.
Da noi invece sembri in attesa di giudizio. Da galera o bene che vada uno di troppo per strada.
Durante la nostra permanenza in Francia abbiamo avuto modo di sentire pareri da persone diverse, di età diverse, non necessariamente motociclisti, ma comunque ben disposte verso i motociclisti, come se fossimo una razza da proteggere e aiutare. Belle sensazioni anche associate dal saluto sempre festosissimo che i biker locali ti fanno sia che si trovino su una FJR (ne abbiamo incrociate a badilate!!) sia che viaggino su piccoli 125 o anche meno. Pure la gente a piedi ti saluta.
Stiamo sognando?
Per il motociclista c’è davvero un’aria diversa e la sensazione di ferie guadagna qualche punto in più!
Resta il rammarico di non aver fatto molte foto (anzi..proprio poche) del viaggio di avvicinamento. Ero trooooppo in botta!!
Arriviamo a Castellane. La cittadina è molto raccolta, posta alla base di un costone roccioso sulla cui sommità c’è una chiesa. Molto suggestivo.


Cerchiamo il modo per arrivare al B&B (www.masduverdon.com) e finalmente doccia e riposo. La sistemazione è davvero carina, una casa immersa nel verde a due passi dal centro.
I proprietari sono olandesi e lui è pure motociclista da vecchia data. Sotto la tettoia-parcheggio c’è una mastodontica Harley tutta luccicante. Più avanti ci ha raccontato che adesso ha una moto tranquilla su “invito” delle figlie e anche se ha lasciato da parte la cavalleria sembra felice così.
E’ un tipo davvero speciale e in un certo qual modo da l’idea di essere felice per natura, positivo e radioso il che non può che far bene anche ai clienti, noi compresi.

B&B -Mas du Verdon

Siamo in Francia, in un momento particolare. L’indomani, oltre al Verdon avremmo visto la finale dei mondiali di calcio proprio in casa del “nemico”. Non ci possiamo ritenere due calciofili, anzi, ma con l’aria che si respira in paese non possiamo estraniarci del tutto dall’evento. I nostri “cugini” ce lo rammentano in più di un’occasione, quasi scusandosi goliardicamente in anticipo per la nostra sconfitta.
Proprio una coppia di motociclisti incontrati al B&B sembrano i più fieri e convinti. Anzi diciamo lui, che come primo saluto ci da per sconfitti con un sorrisino quasi da schiaffi.
Insomma anche volendo parlare del tempo che farà si va a finire sempre a parlare della finale, con la vittoria francese data per scontata.
Finale a parte ceniamo splendidamente all’Hotel du Roc , proprio in piazza, sotto la chiesa e sotto la rocca scegliendo il menù turistico da 15 euro. Chi ha detto che in Francia si mangia male? Come prima cena mi pare buonissima e per niente misera.
La prima giornata è andata e ne siamo soddisfatti, “guasti” a parte.
Buona notte Lina. Ora iniziano i giorni “seri” e spiritualmente scenografici !!

2° giorno - Gorges du Verdon
Prima mattina in Francia e prima colazione “abominevole”, con baguette, burro, marmellata, formaggio, patè, caffè, latte, succo di frutta, burp e ancora burp, divinamente apparecchiati sotto al portico del B&B, in unica tavolata multinazionale.
L’idea per i pasti, da lì a i prossimi giorni, è quella di fare gli “abominevoli” a colazione, un gelato per pasto e scoprire qualcosa di tipico a cena.
Saltiamo in moto in quella che sarà l’unica giornata piena senza il fardello dei bagagli, con medesimo punto di partenza e arrivo al Mas du Verdon.
Da Castellane prendiamo la D952 con la quale ci si insinua nel cuore delle Gorges. La fisionomia del territorio tende a cambiare via via che ci avviciniamo al Point Sublime. La sosta è obbligatoria per iniziare a rendersi conto con cosa abbiamo a che fare. Lasciamo la moto al classico punto souvenir. Pur essendo mattina c’è già un caldo afoso che non aiuta a farmi prendere lo slancio definitivo per entrare completamente in ferie.
Per arrivare al punto “sublime” c’è da camminare per qualche centinaia di metri su un pietroso saliscendi e il caldo aumenta.
Si arriva al balcone sulle gole. Stupendo !!!
Davanti a noi un enorme spaccatura crea ripide e suggestive pareti, che accolgono il corso a volte tranquillo a volte confusionario del Verdon .
Il fiume da queste parti è fonte di puro divertimento. Basta fare un giretto per Castellane per accorgersi di quante proposte ci sono per vivere il fiume e le sue rapide, le sue strozzature, i suo balzi.



Guardando le foto presenti nelle vetrine di Castellane, le cartoline e stampe varie ci si rende conto subito di come sia diverso guardare le gole dall’alto (come stiamo facendo noi) e direttamente dal fiume (sportivamente bardati).
Dal “sublime” balcone scrutiamo dall’alto un gruppo di “natanti umani”, pronti a mettersi nella mani della corrente. Loro laggiù e noi quassù ma entrambi bagnati, anche se noi di sudore...


Ripartiamo e poco dopo prendiamo a sx la Routes des Cretes. La strada è un belvedere continuo con punti sosta/veduta frequentissimi. E’ domenica e di turisti ce ne sono tanti, con ogni tipo di mezzo ma niente paura, c’è posto per tutti. Facciamo tante soste (saltandone altrettante) in un sincopato saliscendi.
E’ duro resistere agli scenari a volte maestosi a volte impressionanti.


A impressionarci moltissimo, oltre allo stupendo e bizzarro corso del fiume, sono le evoluzioni di alcuni condor e aquile che si mostrano ai nostri occhi in un volo inaspettato, lasciandoci a bocca aperta su uno dei balconi belvedere.
Mai provato prima di girare lo sguardo e di trovarsi davanti un maestoso esemplare alato volare proprio a pochi metri da noi. Avendo il dono della parola avrebbero sicuramente detto “Ma guarda quei due che faccia idiota hanno”. Di certo l’avranno pensato, ma come dargli torto? Indimenticabile !!
Una volta rientrati al B&B ci sarà spiegato che condor e aquile sono stati introdotti da qualche anno e che si sono perfettamente ambientati. Ne siamo felici.
Da una cosa bella all'altra.
Lungo la via passiamo davanti a un campo di lavanda, dove odori e colori vanno a braccetto, connubio da cartolina provenzana.



Stop e ripartenze non si contano e piano piano arriviamo al Lac de Ste-Croix che ammiriamo dall’alto.



Il corso del Verdon...


...e dei suoi natanti


A poca distanza dal lago si trova Moustier Ste-Marie, paesino caratteristico ma decisamente votato al turismo, pieno di negozietti che sanno molto di artificiale. Facciamo un rapido giro nelle carinissime viuzze tra un brulicare di turisti. Basta un rapido sguardo con Veronica per raggiungere un accordo condivisissimo: basta paesini, cittadine e qualsiasi agglomerato urbano.
L’unica cosa degna di futilissima nota è un colpo di vento che fa cadere una tra le tante bandierine messe sui vari souvenir di un negozietto. Non so se è stato un segno premonitore, ma la bandierina caduta era guardacaso della Francia. Non restava che attendere ancora per poco per sapere…
Ancora in moto per concludere l’anello passando sul lago e ammirando le gole da altre angolazioni.


Un’angolazione particolare è quella che si ammira dal Pont de l’Artuby, una vista sul letto del Verdon che fa tremare le gambe e che nello stesso momento in cui guardo verso il basso penso: “Ma come fanno a buttarsi giù con l’elasticone ?
Rientriamo al Mas du Verdon soddisfattissimi della giornata e ci prepariamo per cena e match.
Dopo la cena favolosa all’Hotel du Roc si passa al lungo digestivo che da quelle parti è di…”rigore”!
La piazza si trasforma di colpo e la platea chiassosamente partecipe fino al colpo Grosso piomba nel silenzio.
Un gruppetto pseudo-rock, che fino a quel momento strimpellava allegramente, inizia a suonare il proprio repertorio come se anni di studi musicali se ne fossero andati per sempre.
L’unico che festeggia felice, oltre a noi e ad altri italiani in ferie, è il padrone del B&B, olandese sconfitto in precedenza dalla Francia e voglioso di rivincita.
Andiamo a letto soddisfatti, proprio di tutto!
E domani...si riparte.

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