Avevo una gran voglia di provarla, di sentire come l'ultima arrivata in garage, la ER-5 Kawasaki appunto, mi avrebbe potuto togliere delle soddisfazioni.
Solito sbirciamento alla carta alla ricerca di nuovi lidi e zac. Trovati. Volevo entrare un po' più nell'intimo dell'
Alpe della Luna e della zona del
M.Fumaiolo. Magari avrei trovato "robaccia" ma è proprio questo il bello. Quello che si trova è sempre una scoperta nuova e quindi...
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Inizio scaldandomi facendo il
passo della Consuma...
...e tanto per non fare i giri "classici" volevo arrivare a
Chiusi d. Verna, ma non passando per la solita strada che sale al passo dello
Spino. No.
Sono passato da una strada che si prende dopo
Bibbiena e che arriva a Chiusi d. V. passando per
Chitignano "zona climatica", molto molto carina, panoramica e poco frequentata. Tocco appena C.d.Verna puntando per
Caprese Michelangelo. Anche questo tratto è molto panoramico. Peccato per la foschia che di questi periodi è un classico per via della calura del fondo valle. Avrei guardato mooooolto lontano da lassù. E peccato non aver fermato le ruote proprio a Caprese. Sarà per la prossima volta. In zona arrivo a un paesino il cui nome mi ricorda che tipo di mezzo ho sotto le chiappe. Foto d'obbligo!
Arrivo ad
Anghiari e punto
S.Sepolcro per prendere la E45 per uscire subito dopo a
S.Giustino.
Obbiettivo il
Bocca Trabaria e il suo suggestivo e intestinico percorso.
Le curve del Trabaria verso sul versante di S. Giustino
La "motina" va su che è un piacere. E il piacere si impenna ancor di più quando per provare a sentire le reazioni alle "forzature" iniziano gli sfregamenti di pedane. La moto si comporta bene, risulta piuttosto stabile, morde quanto basta e pare avere una gommatura con misure maggiori rispetto a quello che monta.
Insomma è UNA moto e non solo una bella copia. Scendendo il passo le pedane sfregano ancora, ma decido di rientrare in angoli di piega più turistici. Il giro non è nato con intenti bellicosi ma, anzi, per far strada in maniera sorniona e godermi un sano motociclismo e dei posti che ancora non sapevo di incontrare.
Fino a lì tutto bello e godurioso, ma il bello doveva ancora venire. Sotto al
Trabaria arrivo a
Borgo Pace e da lì risalgo il
passo della Spugna.
L'asfalto è pessimo da subito e dopo......peggiora fino a sparire per alcuni tratti. La velocità farebbe inalberare pure un bradipo, ma tant'è....
Arrivo al passo (una curva..) e spengo la moto. Sono maledettamente solo. Da lì chi ci sarebbe passato? Goduria!
Passo della Spugna - sullo sfondo Sasso Simone e Simoncello
Finalmente dopo alcuni tornanti fatti a chiappe strette ritrovo il bitume e con quello mi torna pure la voglia di fare fotografie al bello che sto incontrando.
Lavoro dell'uomo e natura a volte vanno a braccetto perfettamente...
La fame si fa sentire e allora mi fermo a
Sestino, paesino immerso nel
parco naturale del Sasso Simone. Trovo un piccolissimo giardinetto con panche e tavoli. Perfetto per pappare in pace e riposarsi un po'. Dopo aver schivato per poco una ronfata steso sulla panca mi decido a prendere una caffè e ripartire.
Tocco
Petrella Massana,
Miratoio, paesini dove sembra che il tempo si sia fermato. Sto immensamente bene. I posti sono meravigliosi. In qualche punto mi ricordano l'
Abruzzo e la sua selvaggia bellezza.
Sasso Simone e Simoncello (nei pressi di Petrella Massana)
Petrella Massana
Una costruzione particolare...
Curva dopo curva raggiungo la
statale 258 che collega Rimini al
passo di Viamaggio. Anche in questo caso però non volevo fare tutta la strada fino a valicare il passo ma bensì girare prima a dx per prendere una stradina secondaria per raggiungere il
passo dell'Incisa, nei pressi di
S.Piero in Bagno. Avvicinandomi al
Viamaggio noto dei cartelli al lato strada che non riesco a capire. O meglio. Non li capisco per intero. Perchè c'è il simbolo della moto sotto al limite di 50 km/h ??
Attento ai velox bastardi (quelli alti sul palone e non bassi nel box) arrivo al bivio. Dopo un po' di strada arrivo a
Balze dove vedo l'indicazione per salire al
Monte Fumaiolo. La prendo e con poche curve arrivo al valico, dove è d'obbligo lo scatto ricordo.
Ritorno sui miei passi, anche se la brezzolina mi avrebbe consigliato diversamente. Riprendo la strada per il
passo dell'Incisa. La strada è molto panoramica e anche qui uno scatto ci vuole per fermare nel tempo la sensazione di benessere!
Arrivo al passo senza accorgermi di fatto del passo stesso (mah!!) . Tiro dritto per S.Piero dove mi fermo a fare benza realizzando che per per fare turismo lo "piccina" è davvero assetata poco ma poco poco. Da un rapido conto si va oltre i 25 km./lt.. Sono ancor più felice!! Riparto prendendo per il
passo del Carnaio, facendolo in senso inverso rispetto al solito. E' bello accorgersi di quanto possa cambiare una strada percorrendola in senso contrario. Tutto appare diverso, nuovo. E infatti salendo verso il valico mi accorgo di una cosa fino ad allora mai vista.
Si tratta di un piccolissimo sacrario, eretto a ricordo di una uccisione di massa commessa dai nazisti contro la popolazione del luogo.
Sul posto, oltre all'opera, si trovano alcuni cartelli che spiegano i fatti. Tra le righe si stagliano alcuni versi di Gianni Rodari, semplici, netti e per questo devastanti trovandosi in un luogo come quello o pensando a tutto l'odio che c'è nel mondo anche negli stessi momenti in cui porto amabilmente a spasso la "motina". E' davvero un brusco ritorno alla realtà.
L'eccidio...
...e i versi di Rodari
Riparto pensoso, quasi non credendo che in quei posti stupendi sia stato possibile tanta ferocia. Strana bestia l'uomo!! Raggiungo
Santa Sofia tra un pensiero e l'altro. Il tragitto mi avrebbe riservato altri passi da percorrere.
Forche e
Cento Forche per gradire, poi
M.Busca e per finire
Colla. Trotterellando faccio i primi due, passi corti e immersi nel verde. Sul
Cento Forche la vescica mi ricorda che esiste pure lei. Faccio il bisogno affanciandomi su un vallone stupendo. Peccato che la foto non renda merito. Rimango per un po' fermo in quel posto, accaldato ma anche estasiato dalla natura.
Riparto, raggiungo
Rocca S.Casciano e poi
Portico di Romagna da dove si imbocca la stradella che porta al
passo Monte Busca. La strada non è niente di che, ma anche qui le vedute sono magnifiche e in un paio di punti si domina la vallata che va verso il
Muraglione. Il passo è segnalato da un vecchio cartello giallo turistico, roba da modernariato!
Scendo giù verso la
valle del Lamone ricollegandomi alla strada che sale la
Colla di Casaglia qualche km. prima di
Marradi.
Salgo l'ultimo passo della giornata, felice di aver portato la "motina" a zonzo con me per 425 km.
Come prima uscita è stata una piacevolissima scoperta. Davvero. Ne seguiranno di certo!