Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

venerdì 27 maggio 2016

Tra Garda e un po' di storia

Anni or sono saremmo partiti belli carichi, intutati e vogliosi di dare del bel gas. Alle soste avremmo parlato delle pedanine chiedenti pietà, delle gomme consumate sui bordi con nostro sommo gaudio, della staccata perfetta, del “eeeehh....se avessi 10 cv in più”.
Mi sembra passato un secolo da uscite così e del gruppo mediamente indiavolato ci troviamo solo in due, io e Matteo, convinti di fare un we godereccio condito pure di approfondimenti storici. Si cambia e questo, se ce ne fosse il bisogno, mi fa sempre più convincere che uno degli aforismi più azzeccati sia “mai dire mai”.
Partiamo il 27 maggio, trotterellando sull’autostrada fino a Desenzano. Da lì si inizia a risalire verso nord facendo la non troppo goduriosa SS572, che lasciamo nei pressi di Salò per entrare in uno stradello stretto e solitario, che dopo curve e controcurve ci porterà prima sul passo Fobbia....



....poi al passo del Cavallino, e a sostare un attimo al Santuario della B.V. di Rio Secco di Capovalle, la cui costruzione risale al XVII sec.. Il luogo è suggestivo e il silenzio della natura fa il resto.





Il santuario ingloba anche il passaggio della stradina percorsa fino a quel momento, continuando la quale, in breve, rientriamo sulla bella e curvosa SP58 nei pressi del passo San Rocco.
Dall’alto notiamo la presenza di una pattuglia nel tratto precedente all’incrocio e questo ci fa capire che la strada è patria degli smanettoni, mentre noi oggi ci sentiamo sufficientemente maturi (vintage?) per farci attrarre da altre cose. Ci godiamo la discesa verso il lago di Garda, percorrendo la Val Vestino, dove il lago omonimo crea bei contrasti cromatici con la natura circostante.



Le andature insistono sul tranquillo, strade a budello e scorci spettacolari sono un bel connubio sulle due ruote in setup mototuristico.

Gargnano e il Garda


Prendiamo la Gardesana in direzione nord, che lasciamo di lì a breve per salire a Tremosine e percorrere la breve ma intensa gola posta proprio sotto il piccolo abitato. Peccato non aver sostato un po’ più a lungo nel tratto più angusto, ma di certo percorrere quel lembo di strada ha un sapore forte.



E continuando con le sensazioni decise ci dedichiamo una sosta alla Terrazza del Brivido, un trampolino sul Garda davvero molto emozionante, chiedere alle gambe di Matteo...




Ripartiamo ricalando a valle, anzi a lago, in prossimità di Limone sul Garda



…ormai prossimi ad un’altra sosta, la Cascata del Varone. Se non fosse che viaggiamo in moto sembriamo proprio un piccolo frammento di comitiva geriatrica!







Torniamo a Riva del Garda per decidere dove andare a pernottare e, più che altro, cenare!



La scelta ricade sull’Hotel Sport a Pieve di Ledro, vicino vicino alle sponde del lago di Ledro, dove col senno di poi siamo stati benone.

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Sabato 28, è il giorno dell’immersione nella storia più o meno recente.
Tocchiamo Rovereto quel tanto che basta per prendere la SS46 in direzione Vicenza. Svalichiamo il Pian delle Fugazze


…e scendiamo per qualche km. fino a trovare la deviazione a sinistra per passo Xomo.
Arrivati lì però non c’è verso di passare. Abbiamo beccato un trasferimento di un rally d’epoca e le imprecazioni si sprecano come la benzina a manetta aperta!!
Proviamo a riprendere la strada per lo Xomo scegliendo una strada alternativa, ma anche a metà di questa siamo fermati da un volontario dei CC. Strada chiusa per lo stesso motivo, senza per altro un cartello o un aggeggio qualsiasi che avvertisse dello sbarramento. In breve non saremo i soli costretti a fare dietrofront.
Non ci diamo per vinti e cerchiamo di salire almeno il passo della Borcola ma niente…il rally ha vinto su tutto e tutti. Non ci resta che fare il giro largo, toccare Arsiero, godere a dismisura del panoramica tratto fino a Tonezza del Cimone, e curva dopo curva raggiungere l’Altopiano dei Fiorentini, dove abbiamo preso a sinistra la SP92, svalicato il passo di Valbona



…e raggiunto la meta principale di giornata, Passo Coe e la sua Base Tuono (www.basetuono.it), testimonianza di un periodo oscuro che ha tenuto con il fiato sospeso l’umanità. Ero già stato da queste parti con Veronica ma, per motivi di tempo, la visita alla base era saltata. Stavolta è diverso visto che l’abbiamo anche prenotata in anticipo.
La visita è guidata e pure bene, divertente e coinvolgente. Se possibile avrei ascoltato quel tizio per ore e ore.

Gli Hercules in posizione di lancio


Il centro di controllo dei missili e del radar




Il dispositivo di lancio all’interno di un bunker e la simpaticissima e preparatissima guida


Matteo rischia…


Panoramica della base, con i due amigos


Visita interessantissima e consigliatissima!!
Lasciamo passo Coe, ma non ci spostiamo poi più di tanto. Si parla sempre di guerra, ma ben più a ritroso nel tempo. Forte Belvedere è la nostra nuova meta, dove purtroppo arriviamo con troppa tranquillità. Amen….ci godiamo l’esterno del fabbricato, la cui mole fa un certo effetto.











I panorami da lassù si sprecano. Adesso il tutto prende un sapore di buono, ma all’'epoca devono aver passato dei bruttissimi quarti d’'ora. Che assurdità…



Facciamo manovra di rientro, godendoci le mille curve che da Folgaria ci accompagnano fino al fondo valle dove l'’Adige ha ricavato il suo letto.
Uno spunto per un prossimo tour è senz’altro il Castel Beseno, tante volte scrutato avidamente dall’'autostrada.
Scansiamo Rovereto per risalire verso il passo Bordala, tramite una strada inizialmente accattivante e larga che poi diventa stretta, quasi intima via via che ci avviciniamo al passo. Una bella scoperta.
Affrettiamo il passo per quanto può permetterci la morfologia stradale e arriviamo al lago di Ledro in un momento magico…



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Domenica 29, altro giorno di immersione, quella vera però! Si rientra verso casa, e la giornata non la ricorderemo certo tra quelle epiche. In un certo senso qualcosa di epico c’è. L’idea è quella di raggiungere il passo Maniva, andando contro le previsioni meteo che mettevano acquazzoni già da metà mattina.
Gli acquazzoni arrivano prima e la strada per arrivare al passo diventa un bel po’ impegnativa, e tra scrosci e nebbia non ci si vede una cippa.
Già salendo mi sentivo particolarmente umido, ma una volta sceso dalla moto mi rendo conto di avere gambe e piedi praticamente fradici. Una vera goduria…
Entriamo nel rifugio per farci un caffettino caldo e per mettere qualche caloria in pancia, oltre a cercare una qualsiasi forma di conforto!



Ripartiamo, decisi ad arrivare a casa il prima possibile. Ormai la giornata è andata così ed è inutile accanirsi. Rimontiamo in moto in un’'atmosfera surreale…



Le bordate d’acqua continuano, cessando solo una volta riconquistata l'’autostrada.
Restano nella memoria gli spunti “siderurgici” della val Trompia, da tener di conto per una prossima cavalcata.
Scrosciate a parte è stato un bel we, che senza tanti km ed effetti speciali ci ha fatto godere di tante perle che il nostro Paese custodisce.
Si cambia, e per fortuna ;-)

sabato 14 maggio 2016

Pane&latte...pensando alla Scozia

Sveglio, ma nemmeno troppo, mi sento abbrutito e cisposo.
Faccio svogliatamente colazione. Una giornata davanti da passare ma con la promessa di un meteo ostile che non invoglia a tirar su la tapparella. Mi decido ad alzarla e...però...non è poi così malaccio.
Poi ecco la "comanda", la spinta definitiva, un post-it appiccicato da Veronica sul cellulare che in estrema sintesi reclama un'uscita da casa: pane e latte!
La voglia di saltar sulla moto e farmi un giretto c'è, ma pioverà?...non pioverà? 
Ed ecco che la mente va alla metà pensata per le prossime ferie: la Scozia, e più che altro al meteo capriccioso che troveremo. Il dubbio di colpo svanisce. Moto!
Mi convinco che troverò chiusi i vari fornai intorno casa e solo sull'Appennino avrei trovato quel che mi si ordinava di riportare a casa.
Obbiettivo Raticosa, almeno per scaldare un po' l'olio.
Salgo verso il passo del Giogo in ambiente decisamente autunnale.

Nei pressi di Rifredo...l'autunno



Al piccolo trotto inizio la discesa verso Firenzuola e di colpo il tempo cambia, con il sole che magicamente inizia a farsi vedere.


Raggiunto il borgo principe nella lavorazione della pietra serena, inizio a salire verso la Raticosa, percorrendo la strada che tocca Peglio, un continuo saliscendi non proprio perfetto come asfalto ma goduriosissimo per i panorami.



E' bello il contrasto tra il cielo minaccioso e il verde dei prati, "sporcato" qua e là dal forte colore dei fiori!


Giungo al passo, solitamente colmo di moto. Oggi invece no. A farla da padrone arriveranno parecchie supercar di varia nazionalità.


Un po' di coccole a Gas, il piccolo cagnetto dello chalet, e via in cerca della "spesa" che troverò di lì a breve in quel di Piamaggio. Giro ad anello concluso passando per Madonna dei Fornelli e godendomi il tratto curvoso subito prima del passo della Futa, che ha un sapore tipicamente teTesco ricordando tratti della Schwarzwald.
Un giro rapido, giusto una mattinata, un pretesto per entrare in confidenza con l'umidità scozzese e...per non far arrabbiare Veronica