Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

sabato 25 febbraio 2017

Un giretto sul Montalbano

Mi sveglio di buon’ora, profumatamente destato dall’odore di caffè preparato da Veronica.
Gli chiedo conferma riguardo le condizioni meteo, sperando siano buone così come promesso dai vari previsori on line. La risposta è confortante, come il caffè.
Ho qualche lavoretto da sbrigare prima di mettermi in moto, cambio dell’olio alla strommina compreso, perdite di tempo necessarie e utili per far asciugare le tracce di umidità sull’asfalto.
Ore 11, sono pronto.


Non farò un gran giro, più che altro per i pochi km. che mi aspettano, non tanto per i posti dove andrò a randagiare.
La meta sono le stradine del Montalbano, gobba collinare che sale verso il cielo per circa 600 metri, che unisce la vallata dell’Arno in zona Signa con la vallata di Pistoia/Montecatini, una lingua di terra da scoprire a riscoprire, un po’ scansata proprio perchè incastrata tra zone non molto solleticanti sotto l’aspetto turistico.
http://www.montalbano.toscana.it
http://www.turismo.intoscana.it/site...ghi-e-vigneti/
Perdendosi in quelle stradine a bassa velocità invece ci si trova in una dimensione parallela, piena di spunti di interesse, da approfondire e gustare in un mix perfettamente equilibrato di storia, enogastronomia, scorci paesaggistici.
Dopo aver fatto un corto tratto di autostrada per scansare la stancante e noiosa piana urbana e poco dopo la località La Lisca (il nome deriva da un osso di mandibola di balenottera attaccato sull’esterno di una casa a bella vista), mi infilo in uno dei tanti stradelli che in breve mi distanziano dal livello del mare.
Lo sguardo comincia a distendersi e fa effetto vedere le anse dell’Arno gonfie e limacciose a causa delle forti piogge di ieri.
In breve arrivo ad Artimino, una visita rimandata da tanto con la solita nenia mentale del “prima o poi...”. Oggi è tutto perfetto e un microtour very very slow è proprio quello che ci vuole.
Artimino, che fa parte di una serie di borghi fortificati eretti in epoca medievale per sorvegliare il contado pistoiese, ha un fascino tutto suo, aumentato dalla giornata stupenda e dal potenziale panoramico che fa godere delle cime innevate verso nord, di tutta la piana fiorentina fin verso le montagne del monte Falterona, i crinali fino all’Amiata verso sud.
Parcheggio la moto e faccio due passi per il borgo, scattando foto pulciose con il cellulare (ebbene si...mi son pentito di non aver messo in carica la macchina fotografica...accidenti a un bischero!).
Il posto ti da la sensazione che ci si potrebbe vivere per molto, senza avere la voglia di rituffarsi nella caotica e innaturale piana urbana. Quassù sembra di “riallinearsi”.
La zona faceva parte del Barco Reale, riserva di caccia dei Medici, e fa ancora bella mostra di se quello che era un centro funzionale, villa La Ferdinanda, denominata "dei Cento Camini".

Montagne innevate verso Nord


Villa La Ferdinanda e segnali di vento


Artimino- Porta Turrita




Il viale verso Villa La Ferdinanda




Artimino e la bella campagna toscana

Riparto calando rapidamente a valle, per poi risalire verso Carmignano, altro piccolo borgo dalla cui rocca si può guardare lontano.
Da qui inizia un tratto già esplorato altre volte, ma sempre comunque “remunerativo”. Non scatterò più foto, preferendo il calarmi in trance mentre assimilo i dintorni, con il cervello che ringraziandomi si setta in modalità economy.
E’ l’ora di pranzo e, purtroppo, trovo chiuso un forno dove vengono create vere e proprie delizie (Biscotti Bellini http://www.daifochi.it/home.htm). Gli amaretti al Rhum sono una vera squisitezza e già solo questi meriterebbero un giro in moto.
Da Carmignano la strada si impenna fino a svalicare il passo del Pinone, dove non può mancare l’immancabile bar/ristorante con annesso buon panino al prosciutto.
La giornata, oltre che splendida, è anche spazzata da un vento freddo e sul Pinone ci vogliono le ancore per stare fermi!
Dopo il frugale pranzo ricalo lentamente a valle puntando Lamporecchio e i suoi famosi brigidini. Dal paese parte una bel tratto curvoso che in breve mi porta ad un altro punto tappa, il passo del San Baronto, dove mi prendo un caffè e mi abbandono su una panchina con la sguardo perso verso est.
Grazie all’aria tersa il panorama è sontuoso verso il monte Serra e il litorale tirrenico. Un verso spettacolo per gli occhi e la mente!
Son partito tardi al mattino e devo tornare presto al pomeriggio, per cui inizio le manovre di rientro. Il giro, come già fatto in precedenza, meriterebbe di essere allungato per sbirciare ad es. il castello di Larciano, Monsummano Alto, Vinci e il museo Leonardiano. Per oggi però basta così.
Entro in garage soddisfatto, dopo poco più di 170 km., giornata corta ma intensissima. L’unica nota negativa il vento, davvero fastidioso e, in alcuni tratti fatti in autostrada al rientro, spaventoso!
Il Montalbano....da tornare e tornare e tornare....