Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

venerdì 1 luglio 2005

Abruzzo & Puglia - 1a parte - Abruzzo

Non è stato certo il viaggio dei viaggi ma quale lo è? Non è necessario puntare Capo Nord o una qualsiasi meta “ufficialmente mototuristica”per garantirsi una reale fuga dal solito tran tran. E, come per la meta, anche il mezzo non è necessario che sia abbondante di cavalli e con una poltrona al posto della sella.
Diciamo pure che questa introduzione nasconde un po’ (molta) d’invidia per coloro che abbiamo trovato lungo il nostro peregrinare lungo lo stivale. Un numero incredibile di BMW che ci hanno “sverniciato” lungo l’autostrada poco prima di giungere in Puglia. Ce n’erano di tutti i tipi, belle, veloci, comode mentre noi, ben al di sotto del limite di velocità ma ugualmente in lotta con il vento , viaggiavamo con la nostra motina. Eh si. Una motina. Una Kawasaki ER5 che ci ha piacevolmente scorazzato per km e km.
Non nascondo che all’inizio proprio l’utilizzo del mezzo in questione mi faceva un po’ traballare. Io e Veronica abbiamo già fatto altri viaggetti ma a bordo di una Fazer 600 che offre se non altro più spunto motoristico, il che alla lunga non è che un bene anche pur facendo turismo.
Il viaggio. Amanti convinti della montagna e delle Dolomiti su tutto (trekking, pieghe e panorami), questa volta abbiamo puntato il faro tondo tondo della kawina verso sud. Prima Abruzzo e poi Puglia splendidamente ospitati di amici che da molto non vedevamo.
I bagagli preparati nei giorni avanti la partenza mi facevano sudare freddo. 10 giorni di “riserva” vestiaria. Baule quasi pieno, le due borse laterali con la funzione extension al massimo, colmissime, borsa da serbatoio uso cupolino sotto mento..
La sera prima sistemiamo la moto. Pareva una GoldWing. Ormai ci siamo. O la va o…si spacca!!
Partiamo. Prima tappa Abruzzo e più precisamente Lanciano.
La moto va che è un piacere, credevo peggio. Giuro.
Da Firenze prendiamo la superstrada per Siena per poi raggiungere il lago di Bolsena tramite la bellissima e scorrevole S.S.2. L’idea era quella di raggiungere Lanciano facendo più strada normale possibile. A Buonconvento ci fermiamo per la colazione, avvolti in una suggestiva nebbiolina. Tolto il bisogno di zuccheri ripartiamo ancora più briosi. C’è ancora tantissima strada da fare. 

Buonconvento "sospeso"

Colazione fatta. Si riparte!

Mare di girasoli

Raggiungiamo Montesfiascone da dove si può ammirare il lago di Bolsena da un punto panoramico.


Proprio un bel nome 'sto paesino!

Scattiamo un po’ di foto e ripartiamo. Facciamo sosta riposa chiappe a Fiano. Ripartiamo per ricongiungersi alla S.S.4 che da Roma porta a Rieti che troviamo con qualche difficoltà per via di segnaletiche un bel po’ approssimative. Lasciamo la statale 4 per prendere la 314, confinante con il Parco naturale dei monti Lucretili. La strada è bella come del resto la natura circostante. Incontriamo minuscoli paesi che meriterebbero una visita e non soltanto uno sguardo e via. Lo stomaco ci ricorda che è ora di pranzo e proprio in uno di questi paesini, Pietraforte, parcheggiamo la moto nella piazzetta. Fa caldo. Ci mettiamo a sedere su una panchina all’ombra di un albero e facciamo un sol boccone dei panini in compagnia di un cane e di un gatto. Passa una signora che ci saluta, incuriosita dalla nostra visita. Poche anime e silenzio. Un salto indietro nel tempo che non credo sia difficile fare in un paese come l’Italia, scrigno colmo di realtà come Pietraforte. Rapido giretto del paese posto su uno sperone di roccia e via.

La porta di accesso principale a Pietraforte

Raggiungiamo i dintorni di Avezzano e quindi la Piana del Fucino, vero dedalo di stradelle dove, anche qui, le indicazioni sembrano un fattore superfluo. Dopo svariati “svarioni” riusciamo ad arrivare ai piedi di Celano, la cui rocca si erge ai nostri occhi protetta alle spalle dal Parco nat. Sirente Velino, parco che abbiamo avuto occasione di visitare in un’altra vacanza motociclistica.

Rocca di Celano

Le due belve!

Da Celano prendiamo per Pescara, tramite la S.S. 5 che è veramente bella e adatta a chi ha pruriti mototuristici. Nel primo tratto di strada la natura è brulla e i monti sono morbidi e rotondi per poi tornare a essere vestiti da una vegetazione bassa e aspra. Incrociamo pochissime macchine, il che aumenta il gusto della guida paciosa che la piccola Kawa invita e tenere.
Km. dopo km. ci avviciniamo a Chieti, dove piuttosto stanchi fissiamo con il nostro ospite abruzzese, Massimo. Ci troviamo alla stazione dove dopo tanto tempo scambiamo quattro chiacchiere “de visu”. Siamo decisamente cotti ma l’incontro ci ridà birra. Arriviamo a Lanciano che ormai è buio dopo 632 km.
Facciamo conoscenza con la sua famiglia che oltre che dimostrare il loro caloroso benvenuto apparecchiando la tavola si è data da fare per sistemarci in una mansarda che si è poi rivelata una reggia. Non finiremo mai per ringraziarli di tutto. Doccia e finalmente “buona notte”.
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Sveglia, colazione e via per nuove avventure. Massimo è al lavoro e quindi siamo ancora una volta io, Veronica e la kawina, stavolta scaricata dal peso dei bagagli. La nostra meta giornaliera è la Maiella che raggiungiamo toccando Guardiagrele, paese carinissimo, e entrando nel parco nazionale tramite il passo di Lanciano, che di passo non ha molto l’aria.

Guardiagrele

Prima del passo la strada è sinuosa e accompagnata ai bordi da alberi e cespugli che non coprono la visuale sulle valli sottostanti. Dal passo invece si entra in una vegetazione più fitta e il fresco non manca, anzi… 
Poi d’un tratto qualsivoglia forma di arbusto sparisce, lasciando il posto a ampi e morbidi costoni verdi. La vista, se non fosse per la tipica foschia di caldo che ahimè abbiamo trovato in quei giorni, spazierebbe per un lunghissimo tratto della costa adriatica. Nei momenti perfettamente limpidi deve essere favoloso guardare da lassù.
Continuiamo a salire per avvicinarsi alla Maielletta. La strada ha una carreggiata larga e tornanti ampissimi e non è richiesta nessuna attitudine specifica alla guida, anzi. Semmai è il panorama che rapisce subdolamente l’occhio mentre servirebbero entrambi per schivare il brecciolino ben presente sull’asfalto.
Arriviamo alla fine della strada. Parcheggiamo la moto. La temperatura è ideale. Stiamo benissimo. Facciamo qualche foto mentre iniziano dei botti. Ma cosa sono? Fuochi d’artificio!! Nel bel mezzo del giorno. In uno dei mille paesini che si possono “spiare” dall’alto c’è qualcosa che merita di essere festeggiato. Restiamo un po’ in contemplazione dei monti e di tutto ciò che di bello offre il panorama.


Peccato per la foschia. Laggiù ci sarebbe l'Adriatico...



Torniamo sui nostri passi e cerchiamo un posticino per addentare il pranzo. Sulla strada che porta a Roccamorice troviamo un area attrezzata con tavolini e panche in legno che sembrano messe lì apposta per noi con tanto di panorama sul gruppo della Maiella. Favoloso.




Ripartiamo. La natura intorno a noi è davvero “fiera” di sé. Come dargli torto?


Aggiriamo la montagna arrivando al passo S. Leonardo. La vista sulla catena montuosa è super anche aiutata dal cielo limpidissimo e un sole a tutta forza. Restiamo lì spaparanzati sull’erba. Voglia di ripartire saltami addosso !!! Il posto rapisce anche per gli spazi immensi e lo stacco netto che crea la vegetazione illudendosi di conquistare il crinale.

Passo San Leonardo

E’ ora di ripartire. Facciamo il pieno di acqua a una fonte che si trova nei pressi del passo. Proprio un bel posto. Tocchiamo Campo di Giove e poi ancora a sx per Palena. Il resto della giornata va via tranquilla, su strade che spesso lasciano un po’ a desiderare per l’asfalto decisamente pieno di avvallamenti di ogni tipo. 
Avvallamenti a parte facciamo rientro in mansarda comunque felici per la bella giornata e dopo una bella rinfrescata ceniamo e facciamo i turisti a Lanciano dove Massimo ci fa da preparatissimo cicerone per il grazioso centro storico.
Una delle cose che di certo ci resteranno più impresse è senza dubbio una canzoncina le cui note sono riportate su una lapide posta sulla facciata di una casa. Si tratta di una specie di canto di riconoscimento. In pratica ogni volta che un lancianese avesse udito fischiettare il motivetto sarebbe stato certo che il colui che stava intonando quelle note era certamente di Lanciano. Paese che vai, usanza che trovi.
Andiamo a letto non molto tardi. L’indomani saremmo stati sul Gran Sasso dove ci saremmo incontrati anche con amici provenienti dal Lazio e dalle Marche.
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Altra sveglia e ancora moto. Appena entrati in autostrada mi rendo conto che le medie che potevo tenere con la fazer me le posso scordare. A 130 km/h la forza dell’aria è talmente forte che mi pareva che qualcuno mi strozzasse.
Calo velocità di 10 km/h. Di poco, ma quel tanto che basta per restare vivo e non arrivare con la faccia paonazza (al ritorno abbiamo montato un cupolino!). Riusciamo a congiungerci con il resto della banda. Il laziale Roberto e i marchigiani Giorgio e figlia e Andrea. Anche qui abbracci e pacche da chi si vede piuttosto poco a causa della lontananza. Ma non conta la quantità. No! Amicizie nate per “colpa” della moto ma che vanno al di là delle due ruote.
Il gruppetto riparte baldanzoso puntando i magnifici luoghi del Gran Sasso e Campo Imperatore. E’ inutile fare fotografie. E’ un posto nel quale uno deve andarci di persona per capire l’altrimenti inspiegabile.
E’ un posto magico, immenso, lunare, scenografico, libero. Ed è bello perché è lì, vicino a tutto eppure lontano da tutto.

Siamo arrivati sulla Luna

Campo Imperatore fa strani effetti!

Le andature sono veramente da bradipo e tra una foto e l’altra arriviamo a un ristoro interessantissimo e……buonissimo, posto all’incrocio che porta al rifugio Fonte Vetica, dove si trova anche un piccolissimo campeggio. Torniamo a parlare del ristoro. La costruzione rifatta in tipico stile selvaggio west, in realtà altro non è che una macelleria che vende salsicce, arrosticini (spiedini di carne di pecora), ecc. ecc. 
E il bello (e il buono) è che è possibile cuocersi personalmente le cibarie su appositi grill che gli stessi proprietari del saloon ehm….del ristoro tengono accesi per i clienti (molti) che si aggirano famelici da quelle parti.
Le moto parcheggiate in fila, le verdi praterie. Sembra di essere i protagonisti di un film western all’italiana. Manca solo la colonna sonora di Morricone e siamo a posto.



Dopo mangiato prendiamo un caffè al rifugio F. Vetica e, dopo qualche chiacchiera ripartiamo in direzione di Campo Imperatore. Andatura blanda e godimento massimo.


Arriviamo a destinazione e sostiamo per un po’, facendo rapida conoscenza con altri due freschi possessori di ER5, sorpresi quando gli diciamo da dove veniamo e che restano di stucco quando aggiungiamo che l’indomani avremmo puntato verso la Puglia.
E’ stato bello vedere due persone con una espressione che pareva dire “Ma guarda te quanta roba ci si può fare con queste moto!”. In effetti la Kawina se la stava cavando proprio benone.

Gruppetto vacanze
Da sx in piedi: Roberto - Giorgia - Giorgio - Carlo 
Da sx seduti: Veronica - Andrea - Massimo

Ciao Luna...ritorneremo!

L’orario ci consiglia di fare manovra di rientro. Ci salutiamo con i marchigiani e ripartiamo in compagnia di Massimo e Roberto il quale, dopo una blanda resistenza cede al nostro invito di condivisione della mansarda. Avrebbe dovuto fare troppa strada per rientrare a casa mentre invece abbiamo potuto cenare assieme e trattenersi a chiacchierare in santa pace.
Prima di dormire abbiamo preparato le nostre carabattole. L’indomani ci aspetta la Puglia.

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