Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

mercoledì 26 agosto 2009

Randagiando nel centro Italia - 1a puntata - La parte laziale

Mi vergogno a dirlo ma....questo resoconto tratta di quelle che dovevano essere le ferie di ripiego, le “feriette”, cotte e mangiate in una settimanella tanto per rompere il ghiaccio con un periodo nero continuativo e che dava poco respiro. E’ stata un’estate strana quella passata, di cui ci siamo resi conto dell’esistenza quando già stava per finire. C'est la vie...
Inizialmente avevamo in mente di stare a zonzo per il centro Italia a fine luglio, con l’idea che ci sarebbe piaciuto si ma senza sconvolgerci più di tanto, giusto un periodo di stacco da passare in posti “quasi” conosciuti, in vista de IL viaggio che a settembre ci avrebbe condotto in Sicilia, terra tutta da scoprire con tanti km. da percorrere, anche solo per arrivare a destinazione.
Insomma...un pasticcino a luglio contro un dolce intero a settembre!
In effetti ci avevamo pure provato ma oltre ai vari casini ci si è messa pure la maledizione del monte Nerone, e i programmi sono andati a farsi benedire, con le “feriette” che a posteriori sono diventate l'unica vera valvola di sfogo del 2009.
Feriette.....eeeeehhh...come no!!
Ce la siamo goduta, anzi stragoduta. Di certo il bisogno di benessere, staccare la spina, attaccare il cervello al chiodo c’era, eccome se c’era, e forse proprio il bisogno ha ingigantito il benessere goduto.
Ferie con ingredienti semplici ma maledettamente rigeneranti: Amicizia e compagnia, verde e natura, posti magici e tanta strada dove scacciare i pensieri.
In effetti alla fine i km. sono stati oltre 4000 e mai avrei pensato di farne così tanti per girellare in posti neppure così lontani da casa. Segno che di “roba” il centro Italia ne ha da far vedere!!
Chiacchere chiacchere....solo chiacchere. Ma gli ingredienti?
Amicizia e compagnia ce le siamo godute nel Lazio, ospiti per qualche giorno di Federica, splendida padrona di casa che non ci ha fatto mancare assolutamente niente, risate e buonumore in primis (da non scambiare per idiozie!).
Alcuni parchi del centro Italia hanno fatto il resto, Sibillini in primis, e l'hanno fatto proprio parecchio ma parecchio bene.
Facendo un rapido elenco delle zone verdi toccate, ecco cosa salta fuori:
- Riserva naturale lago di Vico – Monti Cimini
- Parco naturale monti Simbruini
- Parco naturale monti Lucretili
- Parco nazionale dei monti Sibillini
- Parco nazionale del Gran Sasso e monti della Laga


Le moto sono pronte, valigiate di tutto punto. Sembriamo quasi mototuristi seri!
Si parte mercoledì 26 agosto, destinazione Torvajanica.
L'idea è quella di fare tappa panozzo sui Cimini, giusto giusto per iniziare a prendere confidenza col verde dei parchi. Vogliamo far presto per arrivare alle nostre zone d'interesse per cui facciamo la solita Fi-Si e la scorrevole Cassia.

Da Bolsena a Torvajanica

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Sosta a Buonconvento

Arriviamo ad Acquapendente, dove una deviazione è d'obbligo.
Era una vita che “attaccando” la salita per entrare in città mi incuriosiva la vista di un struttura fortificata e immersa nella vegetazione. Si tratta di Torre Alfina, che neanche a farlo apposta fa parte dei Borghi più belli d'Italia.


Facciamo due passi accaldati godendoci il borgo.



Il maniero è un po' austero e forse proprio per questo un po' di stramberie artistiche non guastano...


...anche se la dolcezza vive tra questi vicoli!


Ripartiamo e arriviamo velocemente a Bolsena, tocchiamo Vitorchiano, godibile anche da una vista aerea...


...poi Soriano nel Cimino e finalmente arriviamo alla Faggeta del Cimini, polmone verde a est di Viterbo.


La strada sale in quota e finisce in un parcheggione, dove cerchiamo l'ombra di un albero come l'acqua nel deserto. Di macchine non ce ne sono molte, ma i parcheggi “freschi” sono già stati tutti beccati...
La meta è raggiunta, l'ora della pappa è arrivata!

Veronica, Loppy e il melone

Siamo nella stupenda faggeta, che ci salva dalla calura con un goduriosio refrigerio. Mangiamo in uno spiazzo attrezzato in modo da sembrare un misto tra zona di culto e/o aula scolastica all'aperto, visto che tutto intorno sono presenti pannelli illustrativi che danno alcuni cenni sulla vita della faggeta.

Altare o cattedra?


Si sta benone e la voglia di ripartire non è così insistente, anzi....è talmente poca che.....schiacciamo una pennica. Benedette valige e benedetta coperta di pile!!
Torniamo in noi. Scrollatina risvegliante e, senza troppa convinzione (si sta troppo bene!) iniziamo a prepararci (anche psicologicamente) a toccare la zona di Roma.
Il G.R.A. ci aspetta e ci cachiamo già addosso...
Salutiamo i noccioli dei Cimini e arriviamo a Torvajanica un bel po' accaldati e già straniti dalla viabilità di zona, la densità automobilistica, tutti al mareeeeeeee, tutti al mare. Va beh...
Federica ci da il benvenuto, e non solo quello. I giorni successivi saremo trattati da signori.
La serata passa tra una chiacchera e l'altra. Alla cena si sono uniti pure il fratello Federico e amica, tutti assieme intorno al tavolo per gustarsi un cacciucco (bono!!!!!) preparatoci dalla Fede, sempre amante della toscanità verace.
Come fine della prima giornata di ferie non potevamo chiedere di meglio per cui...via a letto.

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La zona di lavoro laziale

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Giovedì 27, partiamo in tre tutti baldanzosi, puntando il parco naturale dei monti Simbruini.
Ci imbattiamo subito nel connubio “scoglionamento”: il traffico e l'eterna periferia dai mille incroci e dall'asfalto del tipo “mi caco addosso all'istante!
L'ammetto....non abbiamo il fisico per cotanto bordello e ci mettiamo una vita per arrivare all'inizio del bello. In pratica riusciremo a fare solo un po' di quello che avevamo in mente e cioè arrivare in zona Jenne. Cmq sia gli spunti d'interesse non mancano di certo.
Per es. resto estasiato nel vedere il lago Albano, un catino vulcanico che fa un certo effetto visto dall'alto, nascosto dietro una curva che pare non portare a niente di particolare. Invece...



Dopo sosta rinfrescante-chiaccherante ripartiamo bradipanti verso i monti Prenestini dove finalmente riusciamo a tagliare il “cordone ombelicale” con i mille incroci di periferia, con sommo gaudio di Veronica e Loppy. Arriviamo a Capranica Prenestina dove facciamo sosta panozzo. La strada per arrivarci è una sorpresa tipo lago Albano, bella, curvosa e panoramica.
Risaliamo verso i monti Tiburtini, valicando i vertiginosi 471 metri del...


...sperando di portarci dietro un bel po' di “culo”!!
Ormai non abbiamo in mente altro che il panozzo e cerchiamo solo “il posto ideale” per farlo...sparire. Rocca Canterano ci pare avere i requisiti giusti, essendoci....il niente.
La piazzetta dove mangiamo pare il luogo perfetto per un film anni '60, una commedia all'italiana stracolma di sole, canottiere e sudore, il tutto condito da scorci e mestieri di una volta.

Panorama da Rocca Canterano

Rientramo verso casa, percorrendo la simpaticissima autostrada, dove troviamo e ringraziamo la fantozziana nuvoletta che almeno diminuisce i bollori.
I bollori diminuiscono ancora con la serata passata (e parecchio bevuta!!!) a un pub di Roma, dove entriamo in contatto con un bel gruppetto di laziali ruspanti tra i quali tipi del calibro di Sky, Shakx, Saetta. Risate e mangiare a go go, birra a glu glu!!!

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Venerdì 28, siamo convinti a bestia!! Vogliamo “conquistare” i benedetti Simbruini e così sarà. Veronica da forfait, nel senso che sentendosi un po' stanca preferisce abbandonarsi al dondolamento da zavorra sul posteriore della Lina. Loppy resta a riposo in garage.
Ripassiamo dai Colli Albani per toccare Ariccia, dove facciamo una sostarella foto.
Peccato non aver fatto la sosta fraschetta...



Federica, mentre pazientemente aspetta me dedito allo scatto, vede bene di tamponare una macchina.
Subito si penserà ai danni alla moto. Sieeeeeee....ma quale motooooo??
Lei il tamponamento se l'è fatto a piedi, ruzzolando sul cofano del poveretto che da almeno qualche minuto se la stava osservando “leggermente” in ansia. Aveva già capito...
Nel frattempo Veronica s'è pisciata addosso assistendo al fattaccio!!
Si riparte e curva di qui e piega di là s'arriva in zona Vico nel Lazio, e attacchiamo la ss. 155 in direzione Subiaco.
Arrivati a Guarcino iniziamo la salita che dopo tantissime e bellissime curve ci porta a Campocatino, località sciistica della zona. I motori sono spenti, noi no. Stiamo benone. Non c'è nessuno, eccezion fatta per gli operai che stanno facendo manutenzione ai fabbricati in vista dell'inverno.
Facciamo due passi per salire un po' in quota, per cercare una bella vista d'insieme del “catino”.
In effetti il luogo non è niente male.



Siamo a 1830 metri d'altitudine...


...e lo sforzo per arrivare quassù è stato davvero notevole!


Mangiamo un bel piatto di matriciana all'unico rifugio aperto e poi via. La giornata è ancora lunga (e meno male!!).
Riscendiamo a Guarcino e prendiamo a destra per salire molto goduriosamente il Colle Cimetta, accesso agli Altipiani di Arcinazzo, che per via di un costante ingarbugliamento di pronuncia da parte della Fede, vengono immediatamente ribattezzati Arcipiani di Masticazzo. E così sia!
Storpiamento del nome a parte è un bel luogo, verdosamente rigoglioso, perfetto per una pennica che Veronica non tarda a concedersi...


...in mezzo a flora rinforzata e nutrita dalle tante zotte...


...con Fede che si lascia rapire dagli spazi


Ci ridestiamo dal torpore e via....Vallepietra ci aspetta.
Sarà che stiamo andando a un santuario, sarà che in fondo in fondo siamo tutti hippy, fatto sta che il “pis en lov” si manifesta...


...on the road to Vallepietra


Il santuario nemmeno lo guardiamo, su consiglio spassionato della Fede. Ci accontentiamo di stare a gozzovillare gustandoci il panorama che si gode dal parcheggio praticamente deserto e facendo due chiacchere con un simpaticissimo venditore di panini&c. dal quale prendiamo una buonissima porchetta che, ovviamente, faremo sparire a cena!



Ricalati a valle tocchiamo Jenne...


...e goduriando per via della strada arriviamo a Subiaco, non prima di aver scaricato la tensione provocata dalle gallerie...


...e aver dato una sbirciata dal basso verso l'alto al santuario di S. Benedetto (per info).


Peccato non aver tempo a sufficienza anche per questa visita...
Passiamo da Subiaco e, purtroppo, puntiamo la scassostrada, ne’ più ne’ meno rifacendo il tratto del giorno prima. Du’ palle, se aggiungiamo anche che perdo contatto con la Fede sul G.R.A.. La sosta per aspettarsi serve solo per notare quanti idioti ci sono su strada...
Cena, porchetta, risate, chiacchericcio, benessere, nanna.

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Sabato 29, si dia il via alla seconda parte delle ferie.
Ci compattiamo con un bel gruppetto di laziali, tra i quali Fede, sua fratello, Roberto e molti altri a un autogrill sull’autostrada, e…riusciamo a non beccarsi in un fazzoletto...
Io, Veronica e FedeVica da una parte, suo fratello da un’altra. Noi ad aspettare lui, lui ad aspettare noi. Dopo gli ovvi fanculo (leggi “buongiorno”!) si parte, in direzione….ehm….boh…e chi se lo ricorda!! Diciamo che dovremmo aver persorso un po’ (tante) di curve (belle!!!) sui monti Lucretili per poi finire sulla Salaria, toccare Rieti per poi andare a finire a Leonessa non prima di aver “scalato” (con sommissima goduria) il valico di Monte Fuscello, goduria che si dovrebbe captare dall’espressione di Veronica


Poco prima di Leonessa mi colpisce il contrasto tra progresso e natura…


...ma la cosa che mi colpisce di più è la sensazione di benessere che vien fuori ogni volta che mettiamo le gambe sotto a un tavolo, specialmente quando al tavolo ci sono biker ci un certo tipo!


Pappiamo, ci rilassiamo, ripartiamo, anzi no. Siamo ai saluti con il gruppo laziale. Baci, abbracci, ringraziamenti con chi ci ha ospitato, che non basterebbero mai. Anche se abbiamo davanti una settimana da godersi girellando per l’appennino centrale, salutarsi con gli Amici ha sempre un gusto un po’ amaro!!
Da qui in poi le nostre ferie diventano solitarie, intime, interamente votate ad assimilare quanto più di buono possono offrire i tanto sospirati Sibillini.
Obbiettivo: Montefortino. Lasciamo Leonessa e puntiamo Norcia, toccando prima Terzone S.Pietro e risalendo la Forca di Civita, vero e proprio lasciapassare per la natura dei Sibillini e per tutte le sue bellezze (e perchè no...prelibatezze!!).

On the road verso Norcia

Forca di Civita

Sul passo stiamo fermi un bel po'. Abbiamo tempo a disposizione e tanta voglia di iniziare la seconda parte delle ferie con il piede giusto e con i sensi ben predisposti a captare tutto il benessere che ci può sfiorare.
Ripartiamo molto lentamente, raggiungiamo la piana di Norcia e prendiamo a destra prima di raggiungere la città patria delle norcinerie.
Da qui inizia la salita per Castelluccio o Forca Canapine, un dondolìo continuo con un bel colpo d'occhio sulla piana di Norcia.
Ci lasciamo a destra la strada per F. Canapine e continuiamo a salire verso il Piano Grande, stupendo catino naturale che accoglie Castelluccio.

La strada per Forca Canapine

Loppy in salita verso il Piano Grande

E finalmente...il Piano Grande è conquistato!


Non è la prima volta che passiamo da qui, ma la sensazione di godurioso smarrimento si ripresenta lo stesso, e non c'è altro da fare se non abbandonarvisi. Cerchiamo di scrollarci il torpore di dosso anche solo al pensiero che da lì ci passeremo spesso nei giorni a venire, per cui...via, verso la Forca di Presta.

Svalicando la Forca di Presta

Scendiamo mooooolto tranquillamente e al bivio successivo prendiamo per Montegallo, poi per Montemonaco (dove facciamo un po' di spesa d'altri tempi) e infine Montefortino. La strada, fatta quasi all'imbrunire, è molto bella e praticamente deserta, un intestino di curve che pare non finire mai, specie dopo che, a Montegallo, due amabili cani da pastore si sono fiondati in mezzo di strada all'ultimo secondo abbaiando incazzatissimi!!
Siamo a destinazione, facciamo due chiacchere con il proprietario dell'agriturismo, prendiamo possesso del nostro appartamento, e aaaaahhhh....goduria!



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