Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

sabato 26 agosto 2017

Cevennes&Vercors - 1a parte - Le tappe di avvicinamento a Meyrueis


Si pensa spesso in grande ma poi ci si ritrova a godere delle piccole cose o di quelle, come in questo caso, abbandonate in un cassetto ormai da qualche anno.
All’inizio doveva essere il Portogallo, con tre settimane di scorribande. Le settimane son diventate per forza due e allora prendiamocela comoda e andiamo in Sardegna, ma qualche idiota amante delle fiamme ci fa cambiare idea e allora....e allora rifacciamoci una galoppata...che so....in Danimarca.
Però....boia quanti euri ci vogliono. No via....quest’anno non è proprio il caso. E allora?
Aspetta....fammi riaprire quel cassetto. Hai visto mai che...
Abbiamo visto!
Nel 2011 avevamo buttato giù un tour non troppo impegnativo con cui assaporare un po’ di luoghi naturali della Francia meridionale, e più precisamente i parchi naturali delle Cevennes e del Vercors. Poi, all’ultimo istante, mia madre ebbe dei problemi di salute che lì per lì sembravano da doversi risolvere urgentemente.
Senza avere un quadro chiaro della situazione e per non perdere le varie caparre versate disdicemmo il tutto, e solo una decina di giorni dopo scoprimmo che poi tanta urgenza non c’era. Avremmo potuto ributtarci a capofitto per rifissare le varie location, ma presi da un senso di fastidio cambiammo piani, andando a rifinire in Basilicata.
E da allora quel cassetto è rimasto chiuso. Adesso però è giunto il momento del rispolvero, e con qualche ritocco e aggiustamento siamo pronti per goderci questo tour transalpino.
Belli (si insomma....) baldanzosi si parte di sabato 26 agosto, con il buio più buio. Vogliamo cercare di toglierci il prima possibile il tratto di autostrada fino al confine francese, tratto che non amiamo per niente.


Finalmente usciamo a Cagnes sur Mer e da lì a breve inizia la goduria lungo la Route Napoleon, dove ci dondoliamo e gongoliamo.

Rocce sinuose lungo la Route Napoleon

La prima vera sosta la facciamo a Castellane, dove avevamo fatto tappa durante il nostro primo vero giro fuori confine, ben 11 anni prima. Il tempo passa, ma non la voglia di guardare il mondo da dietro la visiera.

La roccia che sovrasta Castellane e il Verdon

Inizio subito la lotta contro il colesterolo con una classica baguette burro&prosciutto. In Francia, per i colesterolosi come me, son dolori. Amen!
Per impattare subito con uno dei simboli del Paese facciamo visita ad un museo dedicato alle Citroen (www.citromuseum.com) costruite dopo la seconda guerra mondiale. Una botta di godurioso vintage!
Le macchine esposte sono tutte "raccattate" in territorio francese. Ognuna ha la sua storia, e per un motivo o per l'altro sono macchine che hanno pochi km. e che, a parte qualche raro caso, non hanno subito chissà quale restauro prima di essere esposte. 

Si inizia da quella che pare essere lo Squalo più vecchio del mondo: num.32










Si riparte, sempre godendo della Route Napoleon, all’epoca della cui costruzione non avranno certo pensato di quanto le generazioni future avrebbero goduto nel farla, specie se in sella ad una moto.


Per arrivare a Sisteron, prima tappa di questo tour, ce la prendiamo comoda, zigzagando tra passi e passetti. La giornata è bella e sarebbe un reato non sfruttarla.
La bellezza dei posti attraversati sta anche nel fatto che oltre a bei panorami è la geologia a prendere la scena. La forza della natura è ben visibile e il risultato delle forze che hanno plasmato fino ad ora la superficie terrestre si può toccare con mano.
Passando vicino a tanta potenza con la nostra piccola moto ci sentiamo delle vere caccole...



Da Digne Les Bains si arriva in relax a destinazione, giusti giusti per una doccetta e per far due passi nel centro città, dove ci sollaziamo con una buona accoppiata, crepes&birra.
Aiutiamo la digestione con due passi a cavallo del fiume, godendoci la fresca e serena serata.

Sisteron e le sue falesie


Sisteron e la sua Rocca by night


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Dolce risveglio. Siamo in ferie e ci sentiamo dei gran signori. Oggi ce la prendiamo comoda, facendo solo strada normale, non tanta strada per la verità, ma d'altronde se uno se la vuol prendere comoda....fa il comodo!
Orange sarà la prossima tappa, da raggiungere tra cols, gorges, belle vues, parfum.


Come inizio di giornata sperimentiamo l'attrezzatura strategica da viaggio, anzi...da colazione. Cercando on line le varie sistemazioni abbiamo trovato spesso l'esosa richiesta di extra prezzo per avere il primo pasto giornaliero, e non per pochi euro, che sommati per l'intera vacanza ci avrebbero fatto sborsare un certo gruzzoletto. Meglio spenderli in benzina, o in una cena o...non spenderli. E allora tiè, ecco la moka elettrica e lo scaldavivande per preparare il caffellatte. Esito positivissimo, goduria alle stelle!


La giornata è bella, peccato solo che il caldo si fa ancora sentire e più che altro "vedere" grazie all'abbondante foschia nei fondo valle. Risaliamo a bassa velocità verso il Col du Pas de la Graille, in cima poche persone, molta foschia. Peccato, ma anche chissene.... Stiamo benone e questo è ciò che conta. Ripensando a quanta acqua abbiamo beccato nel viaggio in Scozia, ben venga la foschia.



Si percorrono km su km senza traffico su infiniti saliscendi. Fare mototurismo così è proprio una gran goduria. Dove c'è da firmare?

Panorama in discesa dal Col du Negron

Nei dintorni di Sault iniziamo a viaggiare tra buoni profumi. Curviamo e ci dondoliamo tra campi coltivati con buffi cespuglietti di lavanda, purtroppo non in fiore (lo so...siamo in ritardo) ma ugualmente capaci di regalarci buone essenze e farci viaggiare con gusto!


Arriviamo in paese, e parcheggiamo dove non si potrebbe. O forse si. C'è un bel giardino, dotato di cartelli di divieto d'accesso per ogni tipo di mezzo. Solo che ci sono molte moto, e visto che ci apprestiamo a fare due passi tra le viuzze ci sembra brutto lasciare la moto sola soletta. Lì starà in buona compagnia mentre noi andiamo in cerca di qualcosa da mangiare e per fare shopping tra souvenirs e altre tipicità.

Quanto vorrei averne una in garage...


Magie della fotografia. Pare ci sia solo la nostra moto...

Ripartiamo più sazi e più carichi, in direzione delle prime gorges degne di nota di queste ferie. 

Gorges de la Nesque

G. de la Nesque: punto panoramico. In alto a dx il Mont Ventoux


Sanglier de la Nesque

Ricaliamo verso Villes sur Auzon. La strada è un vero intestino di curve, che ci godiamo al piccolo trotto, al contrario di qualche automobilista piuttosto racing. Noi preferiamo andature che ci facciamo sbirciare i dintorni piuttosto che il solo nastro d'asfalto.


Da V.s.Auzon torniamo verso Sault. La strada di colpo diventa larga e velocissima, tanto che anche le nostre andature, sebbene sempre turistiche, si impennano.
Ad un certo punto veniamo passati da due gendarmi motociclisti, ci salutiamo. Il loro passo è ben più sostenuto e ci accodiamo, ma solo per un po'. E' un tratto di strada da "ritiro della patente" e per un momento ci sentiamo come fuori luogo. A bordo strada troviamo una macchina da rally con una ragazza a fianco. Che cacchio ci fa lì un bolide che tutto dovrebbe fare meno che stare su strada aperta? E perchè i gendarmi non gli hanno detto nulla? Boooohhhh. Lasciamo da parte il mistero e continuiamo la nostra strada. Da Sault risaliamo verso uno dei punti che da subito era stato inserito nella lista dei desideri 11 anni fa.

Mont Ventoux

Il colpo d'occhio sulle pendici del monte è particolarissimo. Ci si sente sulla Luna, e non deve essere per niente rassicurante stare lassù mentre la forza della natura da ragione al nome del posto.



Scattiamo un po' di foto e più che altro cerchiamo di riempirci gli occhi con quei dintorni così particolari. In lontananza, purtroppo, la foschia la fa sempre da padrona. Il panorama, in condizioni ottimali, deve essere superbo!



Iniziamo la lenta calata a valle, facendo trenino dietro ad alcune auto. Dopo un po' però mi stufo e le passo, prendendo un passo tranquillo e regolare che mi permette di pennellare le curve. Dietro una di questa troviamo i due gendarmi, sempre loro, che viaggiano a bassa velocità parlottando tra se. Mi ero già visto costretto ad addormentarmi mentre invece di colpo quello con il TDM parte portandosi dietro quello con l'FJR. Il ritmo si alza di un bel po', non pericoloso ma bello brioso, godereccio e dondoloso. Arriviamo così fino alla fine della discesa. Gran bel divertimento, anche se ogni tanto pensavo "ora rallentano e mi fanno il c...". Invece nisba. Loro immagino si siano divertiti e noi anche!



Arriviamo ad Orange. Fa un gran caldo. Ceniamo in autogestione e usciamo per fare un giretto in città. Devo dire che non ci ha fatto chissà quale impressione, anzi. Il fiore all'occhiello è il Teatro Romano, che ci siamo gustati da una collinetta che sovrasta la città. L'unica nota stonata è che il Teatro, enorme, non è minimamente illuminato nella parte interna, per cui qualcosa si intravede e di certo se ne capisce la maestosità, ma oltre a questo...
Proviamo anche a scattare qualche foto, ma con scarsissimi risultati. Meglio andare a dormire e confidare nel domani, in altre gorges, cols, ecc. ecc.


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Si riparte, sempre al piccolo trotto, a bordo della strommina che ha qualcosa di speciale, oppure saremo speciali noi, boh. Fatto sta che a cavalcioni di quei cavalli tutto sommato modesti ci si sta un gran bene, e il mondo si offre pacioso davanti ai nostri occhi. Bene così!


Uno dei tratti odierni più interessanti ha inizio a Pont Saint Esprit, cittadina nata nei pressi della confluenza del fiume Ardeche nel Rodano. Dal ponte, sorretto da infinite arcate, si ha un bel colpo d'occhio sull'abitato.


Nota cusiosa: nel 1951 P.S.E. fu oggetto di un misterioso caso di allucinazione collettiva, con scene di delirio e violenza tra la popolazione, che portò anche alla morte di alcune persone. Leggendo qua e là on line (un esempio) il mistero resta tale. Inizialmente, da parte governativa, il fatto fu spiegato come conseguenza all'aver consumato pane di segale infettato da un parassita, l'ergot, che se ingerito dall'essere umano porta a visioni, allucinazioni, aggressività. Con il passare del tempo però si è fatta strada una sempre più convicente tesi che mette alla base del mistero degli esperimenti da parte della C.I.A., messi in atto per verificare l'effetto sulla popolazione dell'LSD somministrato per nebulizzazione. Era il periodo della Guerra Fredda, dove tutto poteva accadere e questo resta uno degli infiniti enigmi della storia che sembrano materiale da film, ma che purtroppo sono stati realtà.
Fortunatamente le nostre "visioni" le avremo di lì a breve, ma di chimico non ci sarà niente, solo lo splendore della natura che, guerra o non guerra, l'avrà sempre vinta sullo stupido genere umano.
Ci godiamo l'Ardeche e le sue intestiniche gole, e lo facciamo facendo una serie di stop and go, sincopando tra un punto panoramico e l'altro.

Gorges dell'Ardeche





Uno dei punti più affascinanti è senza ombra di dubbio il naturale Pont d'Arc, la cui altezza dal pelo dell'acqua è di circa 60 mt. La bellezza del posto è inversamente proporzionale all'area di sosta realizzata proprio davanti, dove assistiamo a manovre selvagge e sfasciamenti vari di carrozzerie contro l'alto marciapiede. Un delirio. La vista però ripaga alla grande e, considerando il caldo, nasce anche una certa invidia verso i bagnanti là sotto, che si devono sentire come ragni nel bozzolo! 


Smile di sassi

Lasciamo le gole e puntiamo verso est, percorrendo strade sinuose fino a Le Pont de Montvert, un paesino tipico ai piedi del monte Lozere, dove facciamo una breve sosta e due passi.



Continuiamo la tappa su una strada che diventa di montagna, più stretta e molto curvosa, poco trafficata e suggestiva, fino a calare a Florac, da dove risaliamo decisi per conquistare un altro mondo. Il paesaggio cambia completamente e sull'altopiano della Causse Méjean sembra di calarsi in un paesaggio americano, dove gli spazi infiniti appaiono deserti e disabitati. Un film!

Causse Méjean



Dopo km e km di cavalcata iniziamo nuovamente a scendere verso la nostra destinazione e lo scenario cambia ancora, tra gole, pietre e la natura che ci prende a schiaffi con la sua semplice bellezza.




Meyrueis, il nostro punto tappa nel Parco Nazionale delle Cevennes

Arriviamo a Meyrueis, prendiamo possesso della stanza e, finalmente, togliamo la zavorra dalla moto. Da domani andremo in giro più leggeri, almeno per qualche giorno.
Dopo cena ci lasciamo andare ad un piccolo trekking urbano necessario per rompere il ghiaccio con il paesino, spiscettando qua e là per delimitare il territorio e sentirsi a casa.





Cevennes ci siamo. Da domani vi scopriremo! Beh, almeno un po'...

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Cevennes&Vercors - 2a parte - Cevennes
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