Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

martedì 5 settembre 2017

Cevennes&Vercors - 4a parte - Le tappe di rientro

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Ci siamo. Il viaggio di rientro ha inizio, e almeno per la giornata odierna sarà un gran bel rientro.


La giornata è stupenda. Salutiamo Die e, tanto per cambiare, ci infiliamo nell'ennesimo budello asfaltato, le suggestive e strette gorges des Gats, per poi salire e scendere alcuni passi in un'altalena continua. Si viaggia a bassa velocità per goderci la giornata perfetta, con il collo che stenta a restare fermo per via dei dintorni che reclamano almeno una rapida sbirciata. 

Panorami poco prima del Col Accarias


Sul Col Accarias ci arriviamo speranzosi di trovare aperta un distilleria di whisky, la Domaine des Hautes Glaces, ma non avremo fortuna. Peccato, saremmo stati curiosi di dare un'occhiata ai locali ricavati da quel che sembra un vecchio castello e degustare i loro prodotti, e perchè no, custodire gelosamente una bottiglia nel baule. 



La manopola del gas continua a restare parzializzata. Intorno a noi sembra tutto perfetto per passare una gran giornata in moto, per cui nessuna fretta o strappi bruschi, solo tanta morbidezza.
Al bello si aggiunge il bello, e ce ne rendiamo conto appena entriamo nel perimetro del Parc National des Ecrins risalendo verso il Col d'Ornon, necessario per raggiungere le Bourg d'Oisans.
Giunti a Le Périer però ci lasciamo convincere da un cartello, che indica la Cascade de Confolens.
La deviazione ci fa prendere rapidamente quota lungo una stradina stretta e non proprio ben messa, che dopo circa tre km e qualche apprensione ci fa godere della vista della cascata, anche se il getto risente della siccità che ormai va avanti da un bel po'.

In arrivo a Le Périer

Cascade de Confolens

Risalendo il Col d'Ornon

Arrivati a Bourg d'Oisans facciamo una sosta per quietare lo stomaco e sgranchire le natiche.
Anche la seconda metà di giornata ci regalerà delle gran belle sensazioni e, quasi prevedendole, ce le succhielliamo senza inutili agitazioni.
Ripartiamo e subito la salita si fa salita, di quelle epiche, almeno biciclettamente parlando. Si va verso l'Alpe d'Huez. Cartelli commemorativi sui ventuno tornanti ricordano i vincitori di questa massacrante tappa del Tour de France, un dislivello di oltre mille metri da digerire nell'arco di circa quattordici km. Robe da pazzi!

Il fondovalle di Bourg d'Oisans




Giusto il tempo di prendere una pecetta adesiva ricordo che ripartiamo continuando a salire verso i quasi duemila metri del Col de Sarenne, un tratto decisamente più bello e selvaggio di quello tanto caro ai Tour dipendenti.



Panorami dal Col de Sarenne




La strommina ci aspetta sul Col



Lasciare la sommità e rimettersi su strada non è facile. Lassù è veramente spettacolare.
Ricaliamo a valle zigzagando tra il risultato della digestione dei tanti animali al pascolo.
In fondo alla discesa prendiamo la D1091 che ci porterà a Briancon e sempre più vicino al rientro in Italia. Prima però l'artificiale Lac du Chambon ci saluta con il suo freddo colore.


Cascata lungo la D1091

Lungo la via non possiamo non sostare davanti al ghiacciaio de La Grave, un mostro siderale che ci osserva dall'alto dei suoi tremiladuecento metri prendendo tutta la scena.



Saliamo verso il Col de Lautaret. I dintorni, baciati dalla calda luce del sole del tardo pomeriggio, sono esagerati. Su questo tratto, così come ci è capitato sul Col de Rousset nel Vercors, troviamo la più alta densità di moto. Niente di che comunque. Col senno di poi sono state ferie fatte all'apparenza lontano da mete ambite dai motociclisti, mentre invece sono state goduriosissime proprio perchè fatte in sella. Boh...

Verso il Col de Lautaret

Col de Lautaret

Ricaliamo a valle verso Briancon, che sfioriamo per risalire verso il Monginevro per poi ricalare e ancora risalire verso il Sestriere.


E' tutto un saliscendi, almeno per quanto riguarda il bitume. Per quanto concerne la temperatura invece è solo uno scendi. Fa sempre più freddo e arrivando a destinazione, Pragelato, capiamo l'etimologia del nome.
Cena in camera, dotata di cucina, e passeggiata fredda in compagnia di un sigarello.
Domani piccolo giretto defaticante prima del rientro vero e proprio.

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Sarà una giornata uggiosa e piuttosto inconcludente. Quello che volevamo vedere l'abbiamo visto solo da fuori, per colpa di chiusure non previste ed orari di visita che non hanno coinciso con le nostre aspettative. Le ferie volgono alla fine e si vede anche questo...


Il meteo è cambiato, incerto, lattiginoso, afoso. Lo dobbiamo solo ringraziare per le giornate stupende appena passate, per cui via....si parte lo stesso in ricognizione.
Nei giorni precedenti avevamo scritto all'ufficio che gestisce le visite guidate al Forte di Fenestrelle, che da una vita avremmo voluto vedere. Nessuna risposta, telefono staccato. Avremo la risposta via mail solo una volta rientrati a casa. Bella soddisfazione...
Non ci resta che sfiorare le possenti fortificazioni immersi in un silenzio irreale.



Ricaliamo verso Pinerolo lungo una strada piuttosta trafficata e non molto invitante, per poi dirigersi verso i monti che separano la val Chisone dalla val di Susa, che raggiungiamo svalicando il Colle Braida. Dal colle la vista potrebbe stendersi, ma la densa foschia impedisce di guardar lontano.
Da lì a breve siamo alla seconda meta di giornata, la monumentale abbazia Sacra di San Michele, che manco a farlo apposta, troviamo lì lì per chiudere l'orario di ingresso mattutino. Avremmo dovuto aspettare un paio d'ore prima di entrare e non abbiamo avuto il coraggio.
Giornata fiacca e noi con lei! Un vero peccato. E due...



Non ci resta che calare a valle per cercare qualcosa da mettere sotto i denti. 
Il tempo sembra volgere all'acqua e ci spicciamo per completare l'anello, facendo però una deviazione verso il Colle del Lys, che raggiungiamo tramite un budello di strada e che, una volta in cima, non ci regala gran panorami, che invece potremmo godere se non ci fosse questa simpatica foschia.
Di nuovo giù a capofitto verso la val di Susa, risaliamo verso il confine francese fino a Exilles, dove fa bella mostra di se il forte omonimo. Inutile dire che troviamo chiuso pure questo. E tre...
Ce lo godiamo da varie angolazioni in esterno, e fa decisamente una certa impressione.







Va beh...per voler essere positivi una nota lieta c'è. Il meteo ci ha graziato tendendo al miglioramento.
Concludiamo il giro facendo un po' di provviste per cena, in un supermercato dove troviamo un paio di gruppeti di mototuristienduristi che di certo hanno gravitato intorno al monte Chaberton, una delle mete più ambite da quelle parti da chi ama le strade di montagna non asfaltate.
Rientriamo alla base, e facciamo fagotto per il rientro.


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Se mai ce ne fosse stato bisogno, Pragelato ci saluta così...


Non male per essere il 7 settembre!
Durante il rientro mi si accende una lampadina e facendo un rapido calcolo si....ce la possiamo fare.
Ore 14 siamo a pranzo all'Antica Osteria di Montecarelli, un posto a due passi da casa da troppo tempo rimandato. Un pranzo sublime come conclusione perfetta per un tour che ci ha regalato tanto, riempiendoci gli occhi come non avremmo creduto e che straconsigliamo a chi ha voglia di perdersi in mille stradine fantastiche alla scoperta di tante piccole perle.
E per quello che non siamo riusciti a visitare...beh...basta ripensare alla caparbietà del postino Cheval.
Ci torneremo!

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