Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

martedì 27 luglio 2004

Campo Imperatore

Imperativo!!
Ferie corte.
E con le ferie corte dove potevamo andare a placare la nostra voglia di moto e di vedere un pò di mondo?
La voglia era quella di andare a mettere le gomme (e gli occhi...e perchè no...anche la bocca!!) in Abruzzo e più precisamente a Campo Imperatore.
Io e Veronica (con origini in parte abruzzesi) c'eravamo già resi conto che questa regione meritava di essere vista con gli occhi del mototurista, per via delle strade e dei paesaggi che difficilmente si trovano altrove, essendo stati qualche anno fa nel Parco Nazionale d'Abruzzo, anche se in macchina e per fare trekking.
E anche per via della cucina, che un mototurista proprio non disdegna......mai ;-)))
Ferie corte dicevo. Infatti abbiamo speso 4 giorni per andare, stare e rientrare. Praticamente sempre senza mai mettere le ruote sulla sminchiastrada (eccezion fatta per la Fi-Siena e un tratto di E45).
E quindi curve, curve e ricurve raccordate con nostro immenso gaudio.

1°giorno
Si parte e la stanchezza si fa subito sentire, reduce dalla galoppata fatta il giorno precedente per un giro sulla Cisa, tanto che lì per lì dicevo tra me e me " Ma chi BIP ci arriva a S.Pio delle Camere??? Schianto prima!!!".
Infatti a Siena prima sosta ristoratrice con riassorbimento del dolor di natiche...
Si riparte e piano piano la mia condizione migliora. La voglia di fare 'sto viaggio mi fa dimenticare la stanchezza.
E poi c'è Veronica e tutto è a posto!!
Ri-sosta in quel di Acquapendente. E anche lì le chiappe hanno ringraziato !!!


Si riparte, direzione Orvieto, che si mostra di colpo hai nostri occhi bramosi di suggestioni, subito dopo una curva. Belle sensazioni, foto di rito e...pipì!

Orvieto...lattiginoso

Paesello on the road

La strada è ancora lunga e perciò gassssssss. Lasciata Orvieto ci buttiamo per Todi, poi Terni, Rieti, l'Acquila e infine S.Pio delle Camere, ai piedi del Gran Sasso. La strada si è rivelata bella, curvosa ma senza essere troppo stancante, con scorci e paesini da visitare (non questa volta però...). E curva dopo curva arriviamo a destinazione, stanchi ma felicissimi. S.Pio delle Camere é subito sotto le montagne che portano al Gran Sasso e a Campo Imperatore, il paesaggio è particolare, vegetazione bassa, montagne stondate, più simili a colline, sassi bianchi a vista, paesini minuscoli, diversi da come ce li saremmo immaginati.
Preso possesso della camera, ci docciamo a modino. Quando scendiamo a cena scopriamo che siamo gli unici inquilini e che la signora cucina solo per noi. Ci fa trovare pasta fatta in casa al radicchio rosso del suo orto, formaggio pastellato e fritto, pomodoro del suo orto. Sarà la vacanza, sarà la fame, ma è tutto buonissimo, potrà sembrare retorico, ma sono sapori dimenticati, il pomodoro è caldo, è stato al sole fino all’ultimo momento, la pasta è fatta, tirata e tagliata a mano con le uova freschissime, il formaggio lo fanno loro. Apprezziamo molto, diamo senz’altro soddisfazione alla signora (a proposito....si chiama Anna), che ci da del tu, si fa dare del tu, ama Firenze e la sua cucina, (ha fatto il corso a Firenze con il Jolly caffè e ha anche il diploma) e ha un marito che tifa viola. Questo agriturismo sembra un segno del destino. La colazione la fissiamo alle 8.30. Ogni biker che si rispetti protesterebbe, è certo tardi! Il consiglio ce lo da Anna. Andate su? Fa freddo, prima delle 9.30 non vi conviene partire
Insomma un posto davvero......a posto. (Agriturismo La Valle)

2° giorno
E arriva la tanto attesa mattina. La voglia era a mille. Colazione (bonaaaaaa) e via.
Faccio una premessa. Nei mesi prima di fare questo viaggio mi sforzavo di immaginarmi i luoghi che avremmo visto, ma mai e poi mai avrei immaginato quello che poi si è parato davanti a nostri occhi.
Partiti dall'agriturismo si inizia subito a salire e già al primo scollinamento il paesaggio cambia e noi con lui !


Davanti a noi si mostra una natura e insieme i segni di una civiltà che sembrano appartenere al passato. Non c’è una norma urbanistica che segua un criterio, le case sonno ammassate le une alle altre. Sono bianche, basse, come nelle Puglie, di fronte alle case ci sono persone sulle sedie sedute a chiacchierare. Sembriamo due ufo, tutti bardati, ma gli abruzzesi sono abituati ai motociclisti, o almeno se sono perplessi non lo danno a vedere. Varcando quelle montagne per niente invalicabili sembra di entrare in un'altra dimensione. Paesini e "brullità" danno un tono speciale all'aria. E' difficile da spiegare. Il paesaggio "sembra" lunare, ma il verde ci circonda prepotente e perciò ci destabilizza. Continuiamo per la nostra strada avvicinandosi a Calàscio, suggestiva rocca che ti controlla dal'alto,imponente. Siamo sconvolti. Effetto dell'Abruzzo? Della cucina? Scatto foto a ripetizione pensando tra me "Ma cosa scatti a fare? La cosa migliore è tornarci".


Si riparte. La salita diventa più sostenuta, ma senza esagerare, l'aria è sempre più fresca e anche l'ambiente cambia ancora.


E tutto a un tratto..... Il Paradiso!!
Una distesa enorme di verde, come mai avrei pensato. Un mare vegetale in cui ti senti a mala pena un'alghetta insignificante!!
Affrontiamo l'ingresso nella sconfinata prateria come se fossimo davvero a cavallo. Mentre guidavo fantasticavo. Mi vedevo accampamenti indiani da ogni parte.....e per giunta senza aver bevuto!!! Per accrescere l'aria Western arriviamo a una strana costruzione nel mezzo del "niente". Anche lì sarebbe bastato vedere un cavallo legato in tipico stile cowboy per sentirsi davvero in un mondo parallelo.
La cosa caratteristica di quel posto è che si può comprare carne e cuocerla self service su dei fornelli accesi disposti intorno al "saloon".
Ma stavolta no. Dieta!!


Si risale in sella alla nostra cavalla di razza tentando di calmare lo stomaco riempiendoci gli occhi.
E qui ce n'è da riempirsene.
Scattiamo altre foto, per immortalare le innumerevoli mandrie di ogni tipo di animale (capre, cavalli, mucche..) che se ne stanno placide a mangiare a zonzo per le enormi distese d'erba (sai che canne??).




Piano piano ci dirigiamo verso Campo Imperatore, la parte più alta del tragitto. Arriviamo alla meta. Stiamo benissimo. E' tutto perfetto.



Stiamo ad ammirare lo scenario quando arriva al culmine della salita una coppia "particolare" di ciclisti che avevamo trovato durante la salita. Tanto di cappello e ammirazione, sia per la fatica ma più che altro per lo spirito di "famiglia". Bravi davvero!



Ci tratteniamo ancora un po' girellando a dx e a manca, curiosando tra foto e reperti della vecchia teleferica (visionabili all'interno della struttura che la ospitava) e godendoci la vista. A Campo Imperatore è presente anche un osservatorio astronomico. Quale posto migliore?
Ripartiamo, tornando sui nostri passi per prendere a sx un bivio in direzione Farindola/Penne. La strada è molto panoramica, ma anche mooooooolto disastrata. Buche a iosa e brecciolino a badilate. Sinceramente è stata una divagazione che ci potevamo anche risparmiare, perchè dopo le bellezze viste lassù non è che i nostri occhi abbiano incontrato di meglio. O meglio..... Per tornare verso l'agriturismo siamo voluti tornare su quelle magnifiche praterie e anche stavolta, apparendoti all'improvviso siamo rimasti di......Sasso !
Per godermi lo scenario ho pure spento la moto, scendendo lentamente la strada che ci avrebbe riportato sul piano erboso . Avrei voluto che fosse stata molto più lunga. A rendere tutto ancora più irreale c'erano anche gli accampamenti militari in assetto di esercitazione. Un flash!




Rocca Calàscio

Si rientra, un po' perplessi ed eccitati, non ci saremmo mai aspettati di vedere cose così diverse nello stesso giorno. Torniamo e Anna ci aspetta con pasta fresca alle verdure, ciccia e funghi. Che dire, abbiamo i lacrimoni, Baffino non sente quei sapori da quando era piccola...
Andiamo a letto presto, 1) siamo davvero cotti, 2) nei dintorni c'è un meraviglioso silenzio, il che vuol dire che non c'è niente da fare la sera... 'Notte!

3° giorno
Sirente-Velino. Si parte tardino, come il giorno prima, non fa freddo come a Campo Imperatore, ma della roba invernale non avanza niente. Non sappiamo in realtà cosa ci aspetta, la partenza non è particolarmente eccitante, ma quando arriviamo sotto i monti del Sirente, lo spettacolo c'è eccome !!! Anche qui mucche,cavalli,bestie di ogni tipo,che prese come riferimento fanno capire la vastità degli spazi.


E' difficile abbandonare quei posti. Si riparte ,raggiungiamo e superiamo Ovindoli, centro turistico discretamente frequentato.
Ma non sono i paesi ciò che vogliamo vedere. Vogliamo panorami e strade mozzafiato. E certi di trovarne insistiamo in sella alla Nonna.
Arriviamo a Celano e vuoi per la posizione geografica che la vede sovrastare la Piana del Fucino, vuoi per la voglia di gelato..... parcheggiamo e "slurpiamo" proprio sotto al castello della cittadina, che visitiamo stancamente (il passo era pesante xchè da quando abbiamo la moto non facciamo più moto!!). Bello, bello, ma la natura? E via si riparte, trovando quello che volevamo facendo la Forca Caruso. Il paesaggio diventa prepotentemente brullo e le colline sembrano (sono) enormi. Prima del passo curvoni dolci e veloci,mentre dopo curve più strette e panorama sulla vallata. Divino!
Piano piano torniamo sui nostri passi con un dubbio che km. dopo km. ci attanaglia sempre più:"Ma 'ndo cacchio è un benzinaio?". Oh....non c'era verso d'incontrarlo. Pfui.....trovato !!!!! Si rientra all'agriturismo. Ma è ancora presto. Domani torniamo a casa, ma non senza una bustina di zafferano (prodotto tipico di lì). Il bello è che anche la spezia in questione pare essere importata da una multinazionale del petrolio. Non si trova ! Giriamo un bel po' pima di rintracciarla in un markettino della zona, guarda caso proprio alle pendici del Gran Sasso, dove ci reinoltriamo dopo l'acquisto zafferanato. Che dire? Boh.....altro panorama da restare a bocca aperta. Vicino a Calascio pare ci sia passata una palla da bowling...


Chiusa la bocca rientriamo. Si magna. Siamo felici!

4° giorno
Le "lunghe" ferie volgono al termine. Dopo aver comperato due pezzi di formaggio "bono", caricato la Nonna e salutato Anna si parte.
Per rientrare a casa abbiamo usato la stessa filosofia dell'andata. Più strada normale possibile con in previsione un tratto di E45 per arrivare a Pieve S.Stefano. Abbiamo ri-toccato il Gran Sasso (e chi se lo scorda più..) e su, passando da Campotosto, dove ci siamo fermati per comprare la famosa (buonissima!) salamella del luogo. Da questi particolari credo si capisca che per noi l'alimentazione è l'ultimo dei nostri pensieri...
Dopo Campostosto direzione Monti Sibillini da raggiungere tramite Forca Canapine. E qui la seconda meraviglia.
Come già detto, la voglia era quella di fare più curve possibili e di vedere più luoghi possibili, transitabili sulla via del ritorno.
I Sibillini sono stati una spettacolare imprevista scoperta. La strada che arriva alla F.Canapine dal versante adriatico è tutto meno che perfetta.
In sé per sé sarebbe pure una bella strada, ma il fondo è massacrato, il che mi convince a procedere a velocità lumachesca.
Poco prima di arrivare in vetta, notiamo un discreto panorama sulla destra, che però scompare subito coperto dalla vegetazione.
Arrivando alla Forca il panorama che si può godere è bello, ma.....come si fa a vedere quello che avevamo visto salendo su? Dalla Forca parte a dx uno stradello asfaltato che sale appena. "Andiamo. Magari si vede qualcosa" mi dico.
Alla faccia del "qualcosa". Arrivando su un piazzale, si apre davanti a noi uno spettacolo bellissimo. La catena dei Sibillini che raccoglie alla base il "Piano Grande", enorme piano erboso attraversato da una strada che pare un filino sopra un letto matrimoniale.



Io e Veronica siamo estasiati. Facciamo un po' di foto e ripartiamo (a malincuore!!). Scendiamo verso il Piano Grande.
Cacchio è veramente grande. Sparsi ovunque ci sono i ruzzoloni di fieno. Sembrano palline sulla sabbia. La proporzione aiuta a rendere l'idea della vastità del luogo. Ci sono dei colori da sballo. Incontriamo anche un tratto colorato dalla lavanda. Indimenticabile.




Ripartiamo. La strada è ancora parecchio lunga. E' dura lasciarsi alle spalle luoghi così, ma purtroppo....
Continuiamo verso il Colfiorito, raggiungendo la strada che da Macerata porta a Foligno.
Dico subito che non è niente di particolare. Il pezzo più bello "motociclisticamente" parlando è subito dopo il passo scendendo verso Foligno. Asfalto perfetto e curvoni esagerati. Peccato solo per la lunghezza del tratto, ganzissimo ma cortissimo. E poi E45 (troppa!). Sosta benza e gelato (si rimangiaaaaa) e arrivo (alèèèè) a Pieve S.Stefano. Da lì su per il passo dello Spino, Badia Prataglia, Bibbiena, Poppi, passo della Consuma, Pontassieve, Borgo S.Lorenzo, casa!
4 giorni stupendi. Che rifaremmo subito. 4 giorni in cui siamo rimasti di stucco svariate volte. Un giro che straconsiglio a tutti coloro che vogliono vivere la moto come mezzo di scoperta......entusiasmante, con il motore che gira sornione. Questa volta è la testa che gira forte!


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