Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

lunedì 6 aprile 2009

Litoranea adriatica - Pesaro/Gabicce

Il periodo “chiappa sfrocoliata” è decisamente passato, è alle “spalle” direi...
Ho ripreso la moto già da un po', ma giri di una certa entità non ne avevo più fatti, e ora che ci penso, operazione o no, è un pezzo che non ne faccio.
Per farla breve, ho bisogno di far frullare le gomme, ovviamente insieme alla “zucca”, sempre prodiga di buoni (spero...) propositi!!
Dare un occhio al meteo e richiedere ferie è stato un tuttuno, peccato che poi il meteo ci abbia parzialmente ripensato, ma va benissimo lo stesso così.
Opto per un giro che avevo buttato giù proprio nel periodo “chiappa-off”, solo in parte conosciuto e più precisamente fino ad Urbania.
Cartina generale, dettaglio uno, due, tre.
Solito tratto per la solita Consuma, che poi tanto solita non è visto che è un passo che mi piace sempre più per quel suo essere panoramicamente aperto e per le piccole perle storiche che si possono anche solo sfiorare percorrendolo. Insomma, se si aggiunge anche i posti tappa prelibati, si può affermare che la Consuma sia davvero un passo di tutto rispetto per il mototurista!

Poppi nebbioso

Proprio a un posto tappa di notevole qualità (Scarpaccia) mi prendo un caffettino, la classica sosta per godersi ancor di più la giornata randagia.
Un altro posto tappa mai visto fino ad oggi e che immagino sarà di riferimento lo vedo sullo Spino, una bella baitina in stile Consuma con parcheggio moto dedicato. Sarà da provare!!
Raggiungo Pieve S.Stefano godendomi le curve dello Spino senza forzare, entre in E45, esco a S.Giustino e salgo il Bocca Trabaria, che raggiungo circa dopo due ore e mezzo dopo esser partito. Saluto un motardista in ripartenza, accontento la prostata e giù verso S. Angelo in Vado. La giornata è bella, temperatura compresa. Viaggio tranquillo, senza mai forzare il ritmo e curva dopo curva arrivo a Urbania.

Le curve del Trabaria

Urbania - Barco ducale...

...e colori di primavera

Prendo per Urbino e da qui parte il viaggio “sconosciuto”. La strada si rivela molto bella, panoramica e molto curvosa. Immagino già che nei we ci debba essere un discreto andirivieni di mezzi a due ruote, e anzi, percorrendo alcune curve in salita immagino che ci siano anche diversi monoruota. E immancabili cadute, come testimoniano alcuni segni sull'asfalto che purtroppo si riconoscono anche troppo bene!

Lina & Urbino

Urbino - Palazzo Ducale

Riparto alla svelta. Il tempo è tiranno e mi rendo benissimo conto metro dopo metro che questo giro richiederebbe molto più giorni per essere assaporato nella sua (tanta) sostanza.
Arrivo a Pesaro e punto il porto dove fare sosta panozzo. Dopo pranzo avrei assaporato un tratto di strada di cui avevo letto un po' di notizie su uno speciale di Motociclismo, un tratto di litoranea degno di nota, anche solo per l'andamento costiero adriatico tutt'altro che prodigo di tratti a strapiombo sul mare, almeno nel tratto centro-settentrionale.
Non ho ancora “annusato” l'Adriatico che tutta la passione se ne va. Ho acceso il cell. da pochi istanti e mi ritrovo lì, sulla banchina, immobile, frastornato. Le parole scritte da Veronica mi danno un senso di vertigine tanto sono poche ma maledettamente drammatiche. L'Abruzzo è sconvolto dal terremoto e da subito sento forte una sensazione di vuoto.
L'Abruzzo, una terra che forse il motociclista che ha voglia (bisogno?) di viaggiare sente in qualche modo sua, luoghi dove la sensazione di libertà è ancora forte, dove le tradizioni regalano sensazioni pure e dove, stavolta purtroppo, la natura manifesta tutta la sua maestosità.
Mi guardo intorno. Sono in prossimità di uno dei fari del porto e proprio lì vicino a me ci sono ragazzi e ragazze intenti a rimettere in sesto un bar. La stagione è alle porte, lavoro, spensieratezza, sogni, tante sensazioni che gli accompagneranno durante i mesi estivi.
Mi sento sempre meno a mio agio. Non riesco a non pensare al dramma che stanno vivendo a qualche centinaia di km. di distanza e del quale ancora non so niente se non le parole di Veronica.
Riparto. Voglio finire il giro e cercare egoisticamente di pensare al bello che la vita può riservarmi. Ci riuscirò solo in parte.
Attacco la tanto attesa litoranea. Come strada non è niente male, ma me l'aspettavo più larga e più...piegosa. Per carità, le curve ci sono eccome, ma credevo fosse più “invitante”, mentre invece l'ho trovata una bella strada interna (pochi i punti panoramici sul mare considerando i km.) con paesini degni di una visita.

Litoranea - Colori di terra...

...e di mare

Dopo un po' di sbirciamenti verso il mare e piccolissime soste “paesino” arrivo a Gabicce Mare. Da lì mi dirigo verso Tavullia, speranzoso di captare qualcosa di buono visto che l'aria da quelle parti sembra faccia bene ai motociclisti!
Prima di arrivare al paese natale di V.Rossi faccio un'altra piccolissima sosta davanti alla porta di un paese che meriterebbe di certo una visita molto più accurata rispetto a una semplice sbirciata.

Gradara


Tavullia - Club V. Rossi

Immaginavo Tavullia come un paese interamente votato alla causa motoGP, mentre invece (e meno male direi) l'ho trovato ovviamente simpatizzante ma non scioccamente obnubilato.
Sulla via del ritorno, oltre agli spunti che mi ero segnato (vedi cartine) si trovano molti cartelli interessanti, per paesi presenti nella lista dei Borghi più belli d'Italia ma anche, per esempio, per le Grotte di Onferno.
Visito molto distrattattamente Monte Cerignone al quale non scatto neppure una foto.
Purtroppo i miei pensieri sono altrove e da lì a casa riesco a stento a sentirmi bene.
Curva dopo curva arrivo sul passo Cantoniera, dove vengo accolto da tuoni decisamente rumorosi e un cielo che promette acqua, che beccherò di lì a poco....tanto per cambiare!


Le ultime cose degne di nota sono due cascate.
La prima la trovo nel tratto di strada (pessima) che unisce Chiusi della Verna con Badia Prataglia...


...mentre la seconda è ubicata proprio sopra a B.Prataglia, un km. e mezzo in direzione Camaldoli, sulla via del passo Fangacci.


Rientro a casa dopo 530 km., divisi tra bellissimi e amarissimi. Non ho molto altro da aggiungere...




Nessun commento:

Posta un commento