Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

venerdì 4 gennaio 2013

Umbria in salamoia

Anno nuovo, moto vecchia, voglia ne' nuova ne' vecchia....rinnovata, come le stagioni.
La stagione ultimo grido si fa chiamare inverno e me ne renderò conto durante il mio peregrinare, specialmente per quanto riguarda i gridi...
Doveva essere una giornatina di ritrovo con la bionda più bella del mondo, alias Zallartea, ma alcuni suoi inghippi hanno fatto saltare l'appuntamento.
La meta allora è tutta da decidere e non ci metto molto a pensare in grande.
"Parto, faccio una bella galoppata in autostrada fino al Trasimeno, poi giro di quae, poi salgo di di lì, scendo di di quae, ecc. ecc.", nemmeno fosse giugno, quando si cerca di chiudere la gomma a ogni piega e si gira quasi in infradito...
Va beh...la galoppata l'ho fatta ma al Trasimeno col ca... che ci sono arrivato...
Esco ad Arezzo con le mani già da pronto soccorso. La sensazione termica rilevata era da “freddo becco puro”, e già maledico l'inventore dell'umidità, maremma valdarnese!
Quella “nebbiolina” che ho trovato una volta uscito dal garage e che credevo di non trovare più di tanto durante la giornata mi ha invece letteralmente devastato. Non sarebbe stato neppure tanto freddo, ma il fatto di stare per quasi tutto il giorno in salamoia....'azz.....che goduriaaaaa.

La vallata pratese dalle Croci di Calenzano

Nel bene e nel male son di coccio, c'è poco da fare, per cui bestemmion bestemmioni eccomi arrivare a Cortona, dove finalmenteeeee trovo un bel sole che è riuscito a fare breccia nella salamoia.

Cortona: Santa Marie della Grazie al Calcinaio

Sfioro il bel centro per inoltrarmi nella valle di Pierle. La nebbia non molla, mentre la mia prostata si, eccome anche!!


Nel primo tratto subito fuori dall'abitato entro ed esco nella nebbia, ma dopo qualche km. la strada s'impenna (S. Stradino pensaci tu!) e il sole mi bacia avidamente. Mi sento buco, ma per oggi va bene così.
Mentre son lì che svuoto la prostata mi domando: “Ehi voiiii...nella valleee....tutto ok??
Da Protettore Civile ho sempre un pensiero per le prostate in difficoltà...


Via viaaaaaa...la temperatura è idealeeeee....icchè ci sto a fare qui fermo?
Riparto tutto baldanzoso, ma dopo poco torno nel grigiore più assoluto.
Faccio un curvone a destra e saluto Pierle anche senza vedere neppure una pietra del bel castello, meta già goduta in passato e, per fortuna, non dimenticata.
Arrivo a Mercatale di Pierle, una rapida occhiata alla cartina e via, verso Niccone, che non raggiungo per deviare verso Préggio.
La strada sale ma la nebbia non cede. Mi sento veramente un oliva, per giunta denocciolata.
L'atmosfera è da perenne sospensione...


...e mi fa strano vedere sia la LANA...


...che la LINA infeltrite!


La salita continua e zac...di nuovo fuori dall'apnea e, come un miraggio, ecco un oasi felice, Préggio.
Il paesino è posto sul culmine di un colle e bisogna fare una piccola deviazione per raggiungerlo, prendendo l'unica strada di accesso.
Ecco uno dei motivi che mi ha fatto puntare l'Umbria con tanta testaddargine: i suoi paesini.
Mi trovo in uno di qui posti dove una volta spento il motore si spenge il mondo intero. In tasca allo stress, agli affanni del risultato, allo spread, agli sconti selvaggi, ai cellulari, hi-phone, wi-fi, promozioni, se prendi questo ce l'hai più lungo di tutti, se prendi quello avrai le fi... più belle del mondo, se compri quel suv troverai parcheggio anche se non te ne frega una beneamata di cercarlo e via e via.
Ciao mondo dei migliori. Qui, come per il parcheggio del suv, non servi a una beneamata!

Préggio: una luce ti guiderà

Préggio: la piazza principale

Faccio un giretto per il piccolo borgo, un borgo come tanti altri (stupendi) ma che sa essere unico, e quasi ti rode che non sai spiegarti come questo sia possibile.
Come sia possibile che girellando per questi paesi ci si senta subito a proprio agio, a casa, quasi come sotto la coperta preferita davanti al camino.
Ti ritrovi lì e tutto ti sembra perfetto e il mondo può benissimo starsene fuori,
Mi bevo un caffè nel piccolo bar, con fratello e sorella giovani giovani come gestori, con il più piccolo che si “permette” di fare i compiti dietro al bancone.
Un'altra dimensione, e meno male che esiste ancora.
Mi rimetto in moto, non prima di un'ultima foto al paese.


La strada continua a salire e non posso non fermarmi di nuovo per immortalare dall'alto quel piccolo universo parallelo.


La Lina mi asseconda, anche perchè non se la sente di tornare in picchiata verso il nostro umido universo odierno...



Purtroppo però la discesa è inevitabile per cui...giù, di nuovo in versione oliva palombara!
Mi ritrovo in un dedalo di stradine miste a incroci, ma alcuni cartelli, spudoratemente turistici, mi indicano la strada e mi fanno dirigere il cupolino della Lina verso Migiana di Monte Tezio.
Anche in questo caso la strada ritorna ad essere in salita e anche in questo caso mi sento buco, mentre il sole mi slinguazza alla grande.
Lascio la strada principale per raggiungere quello che poi scoprirò essere un piccolissimo agglomerato di case. La strada si trasforma subito in strada bianca di Eroica memoria, molto ben battuta.
Faccio alcune curve e zac...la sorpresa. Un bel castello sovrasta il piccolo borgo e la valle intera.

Castello Procopio


Se girate un po' su internet farete presto a capire che si tratta dell'ennesimo sito restaurato a fini di proprietà privata, con l'intento di ricavare “una struttura ricettiva di classe molto elevata” (rif. www.ingeniumassociati.it).
Mica si accontentano di “elevato”...pure “molto” ci devono aggiungere!
Di elevato e pure molto ho lo spirito, per cui mi godo sia il pasto...che il posto, con il gran panorama che ho dinnanzi...


Pure la Lina si gode il panorama che arriva sino ai Sibillini


Sono ormai le 14 e lotto pochissimo contro me stesso nel prendere la decisione di iniziare le manovre di rientro.
Di quello che avevo intenzione di visitare non sono che a un quarto, ma il pensiero al dolore alle dita provato in mattinata mi fanno spicciare deciso.
Scendo giù verso la val Tiberina, mettendo le incompiute nel cassetto de “la prossima volta”.
Mi ritrovo in E45 quasi senza pensarci, complice il fatto che di umidità ce n'è molto meno rispetto a quanto trovata al mattino nel Valdarno.
Arrivo senza problemi a Pieve S.Stefano, e in solitario ondeggiamento svalico lo Spino, scoprendo che lo chalet non aprirà prima di aprile.
Ormai la strada è nota e non mi aspetto grandi emozioni.
Invece non sarà così.
L'incontro con un gruppo di cervi a pochi metri da me poco prima di Bibbiena, la vista di un TIR volato sotto strada sulla Consuma (spero che non sia successo niente di grave a chi stava in cabina...), un tramonto stupendo all'Olmo di Fiesole.


Altro? Ah già.....la salamoia sulla Faentina senza il sole che mi facesse sentire un po'...così !!



Nessun commento:

Posta un commento