Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

venerdì 17 luglio 2015

Bretagna & Normandia - 1° puntata - Tappe di avvicinamento a Le Faou (Bretagna)

Da dove partire? Di certo da qui!

16 luglio 2015. Questa è la “frescura” segnalatami dall’auto nel parcheggio dove lavoro al momento di rientrare a casa.
L’indomani si parte per la Bretagna, e la temperatura aumenta, in tutti i sensi!
Inizialmente avremmo dovuto fare una “tappetta” al venerdì pomeriggio, giusto giusto per entrare in ferie gradualmente e rubare un po’ di km. ai circa 1700  che ci separano da Le Faou, piccolo paese nei pressi Brest, dove trascorreremo i primi giorni di ferie bretoni. La “tappetta” è rimasta tale, ma la partenza per Monte, micro cosmo nei pressi di Alessandria, l’abbiamo anticipata al mattino presto, moooolto presto.
Moto carica, di vestiti, accessori, varie amenità e più normale umanità. Si parte pensando “Avremo preso tutto?” con conseguente “boh…ma chissene…!".
La partenza è come quando piangevamo da piccoli. Tra lacrime e urli scaricavamo tutta la tensione, senza per forza capire come ciò poteva accadere. Questa volta, oltre al “peso” di tutto l’anno c’è però una novità. Dopo anni e anni di girovagare con la fazerona, ci troviamo comodamente seduti sulla strommina, tutta carica di bagagli e buone intenzioni. Con la fazerona siamo partiti per l’Europa quando ormai i 100mila erano passati da un pezzo. Con la strommina invece intendiamo fargli fare un bel rodaggio lontano da casa. L'abbiamo accolta nel nostro garage per questo!
Per arrivare alla nostra prima tappa, facciamo un po’ di zig zag. Autostrada fino a Piacenza, sosta colazione, poi SS654 fino a Farini, da qui in salita sulla SP57 per il passo Cappelletta.
Le ferie iniziano proprio da questo bivio. Al piccolo trotto ci culliamo lungo bei colli. La giornata è favolosa, i panorami pure, la motina va un gran bene. Una goduria.

Passo Cappelletta

Scendiamo per risalire subito al passo Santa Barbara (qui si percorre il tratto di crinale in mezzo ad una stupenda prateria), per riscendere di nuovo, stavolta in val Trebbia, nei pressi di Bobbio. La prima sosta è vicina, il monte Penice, il suo santuario e, più che altro, il bar “Tra le Nuvole”, che allieterà gli stanchi viandanti. Ero stato qua circa due anni prima, durante il mio giro in solitaria più lungo di sempre. Mi era piaciuto e volevo che anche Veronica apprezzasse il bel panorama che si gode da lassù.

Monte Penice…con companatico

Dopo pranzo pennichella d’obbligo sotto un albero. Ripartenza e inizio della calata a valle verso l’alessandrino. Il caldo comincia a essere tosto, ma il massimo del disagio lo patiremo a Monte, uscendo dopo cena dal ristorante. Davanti a noi pare di avere un phon, enorme, al massimo della potenza e letteralmente indiavolato. Un ventilatore acceso tutta la notte ci farà compagnia nel nostro dormiveglia sudaticcio. Un riposo coi fiocchi!
Salutiamo il cortese proprietario del B&B La Torre e del suo simpatico animale da cortile, Federico, un maiale nano con un simpaticissimo naso impiccione e partiamo per una nuova tappa, stavolta con obbiettivo Tarare, via Lione, per raggiungere la quale non faremo il Fréjus. Ho un po’ allergia (fifa?) nel percorrere tunnel così lunghi, per cui ci godremo un po’ di montagne (e di fresco), svalicando il Moncenisio. L’inizio della scalata è una bolgia di mezzi a motore, che fortunatamente si sgranano via via.
Il resto lo fanno le montagne e i bei paesaggi d’altura.

Passo del Moncenisio


Km. dopo km. arriviamo a Tarare, dove ad un primo triste approccio del luogo (tra l’altro piove), fa seguito la scoperta della birreria Ninkasi, dove ci rifocilliamo ben bene. 
La nottata invece sarà anche peggio della precedente. Mi avvolge un gran malessere, con mal di testa e freddo, forse colpa del gran caldo patito fino a lì. Al mattino mi sento uno straccio, ma fortunatamente mi riprendo, tanto che arrivare alla prossima tappa, Tours, diventa facile e indolore come mai avrei immaginato appena sceso il letto.
Appena docciati ci godiamo un…tour di Tours, rigorosamente a piedi e in abiti “civili”.

Cattedrale di St. Gatien

Giardino del Museo di Belle Arti 
Una curiosità di questo giardino è la presenza di un Cedro del Libano (quello più che alto che si vede in foto), un albero monumentale, piantato oltre due secoli fà, alto circa trenta metri con una circonferenza di oltre 7 metri. E’ talmente ingombrante che ha delle staffe che sorreggono alcuni rami.

Municipio

Lasciamo la bella Tours per raggiungere la meta finale di questo lungo trasferimento. Il meteo non è dei migliori, e l’arrivo non può essere che grigio e poco invitante. 

Arrivo a Le Faou

Prendiamo possesso della camera che per cinque giorni ci vedrà andare e venire, doccia e subito fuori per cercare qualcosa da mettere sotto i denti.
Fa freddo, anche solo facendo un paragone con quanto diceva il termometro un paio di giorni prima. Il clima sembra tipicamente Atlantico, per certi versi suggestivo.



Il canale di Le Faou che porta all’Atlantico

Anche qui facciamo una piacevole scoperta che ridarà un po’ di colore alla serata, la Créperie La Frégate, locale molto tipico e pluripremiato. 
Le tappe di avvicinamento sono terminate. Da domani facciamo sul serio!

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