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E’ già domani, anche se sembra passato qualche mese, visto che la giornata promette bene, anzi benissimo. Cielo azzurro e sole pieno. Una meraviglia!
Ci abbandoniamo alla
scoperta del Finistère, dipartimento della Bretagna
francese, e più esattamente alla parte sud.
La suggestione di sentirsi in ferie e che quindi tutto può apparirci più bello di quanto non sia in realtà può giocare spesso brutti scherzi, ma ci rendiamo subito conto che da lì in poi avremo davanti agli occhi posti, natura, colori, odori diversi da quello a cui siamo abituati.
La suggestione, mista alla felicità consapevole, aumenta di botto il piacere di trovarsi lì.
La suggestione di sentirsi in ferie e che quindi tutto può apparirci più bello di quanto non sia in realtà può giocare spesso brutti scherzi, ma ci rendiamo subito conto che da lì in poi avremo davanti agli occhi posti, natura, colori, odori diversi da quello a cui siamo abituati.
La suggestione, mista alla felicità consapevole, aumenta di botto il piacere di trovarsi lì.
Modernariato
navale e primi segni di marea
Nell’euforia di
sentirsi bene, restiamo pure di stucco nel trovare un certo
tipo di fauna, strana per quelle latitudini…
Altra cosa che da subito percepiamo è che…non avremo tutto il tempo che vorremmo avere. Ogni angolo varrebbe una sosta, un momento, una considerazione.
Va beh, cercheremo di
fare del nostro meglio.
Un esempio di quanto
sopra è la prima sosta (fatta a caso) per dare un’occhiata ad un tratto di
scogliera.
Posti magnifici!
Pointe
du Millier
Capella
Saint They (Cap-Sizun) al Pointe du Van
Scogliere…vertiginose
Il luogo, uno dei “siti” di Francia, è stracolmo di persone, e anche se un po’ di romanticismo se ne va, come facciamo a non condividere tutta la bellezza che ci si para davanti?
Webcam consigliatissima e "live".
Per adesso abbiamo fatto pochi km., complice un’andatura propria di un bradipo. Ma è questo quello che ci piace fare, degustare. Ecco quindi che la considerazione del poco tempo a disposizione ha ragione d’essere.
Per adesso abbiamo fatto pochi km., complice un’andatura propria di un bradipo. Ma è questo quello che ci piace fare, degustare. Ecco quindi che la considerazione del poco tempo a disposizione ha ragione d’essere.
Ripartiamo, senza che
mi renda conto che, oltre alla gran goduria nell’essere in
posti così splendidi e meravigliosamente selvaggi, il sole
picchia forte e grazie al maledetto vento atlantico mi
renderò conto solo alla sera che in camera non avrà
importanza avere la luce accesa. Il faro nella notte lo farò
io senza problemi in quanto paonazzo!
Cerchiamo di
degustare meno e spicciarsi di più e caliamo ancora più a
sud, anzi tocchiamo il punto più a sud della nostra visita
bretone. Obbiettivo Penmarch
e più esattamente il faro di Eckmuhl.
Arriviamo sul tardi e
siamo quasi certi di non fare in tempo a visitarlo.
Scendiamo di moto e in un lampo lasciamo tutto lì, fidandoci
del prossimo.In effetti l’orario di visite sarebbe terminato, ma ci fanno comunque entrare visto che la sera ci sarebbero state delle visite speciali in notturna. Peccato davvero non aver potuto goderci uno spettacolo del genere.
In ogni modo, contenti di aver avuto questa fortuna, iniziamo di gran lena la salita alla sommità, 65 metri per 307 scalini, un cuore che urla pietà e una disprezzabile condizione atletica. Una volta in vetta la prima cosa che si pensa è “Sono vivo”, e in quanto tale ci si gode (e parecchio) la vista.
Un’altra cosa che colpisce e che ci accompagnerà in queste ferie è l’odore del mare, odore di salmastro, fortissimo, a volte pungente, frutto delle continue maree che lasciano a bella vista distese di alghe. E’ un odore che si inizia ad amare, come fosse un tratto distintivo inequivocabile.
Rientriamo, facendo una sosta a Chateaulin per mettere qualcosa sotto i denti. Entriamo in un ristorantino (apparentemente l’unico aperto) e ci stiamo un bel po’ a capire cosa è quello che viene proposto come piatto del giorno: le Saint Jacques.
Tutta la discussione avverrà in francese.
Veronica: “Salve. Vorremmo sapere cosa è il piatto del giorno”
Ristoratrice: “Il piatto del giorno sono le S. Jacques”
V: “Ah….e sarebbero?”
R: “Le S.J. sono….le S.J.”
V: “Ok…ma a cosa assomigliano? Sa..per capire meglio”
R: “Le S.J. assomigliano….alle S.J….sono buone”
V: “Si va beh…ci porti ‘ste S.J.”
Alla fine le S.J.
sono le Cappesante (sante per la pazienza) e si,
erano davvero buone!
Ripartendo ci godiamo un’altra caratteristiche di quei posti, i paesini adagiati sulle sponde di fiumi perfettamente navigabili. Luoghi turisticamente suggestivi e intelligentemente sfruttati. Chissà se noi italiani potremmo mai arrivare a tanto. Purtroppo non mi sento particolarmente ottimista in merito…
Ripartendo ci godiamo un’altra caratteristiche di quei posti, i paesini adagiati sulle sponde di fiumi perfettamente navigabili. Luoghi turisticamente suggestivi e intelligentemente sfruttati. Chissà se noi italiani potremmo mai arrivare a tanto. Purtroppo non mi sento particolarmente ottimista in merito…
Port
Launay
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Dopo la consueta abominevole colazione, andiamo in visita alla penisola di Crozon, altro lembo di terra colmo di spunti da sbirciare.
Ci dondoliamo sulla strada raggiungendo la Punta degli Spagnoli, da dove si può osservare la rada di Brest, città rasa al suolo durante il II° conflitto mondiale.
Le fortificazioni risalgono all’800, ed erano utilizzate per contrastare le incursioni turche, quando ancora il potenziale bellico era di gran lunga inferiore rispetto a circa un secolo dopo.
Dopo la consueta abominevole colazione, andiamo in visita alla penisola di Crozon, altro lembo di terra colmo di spunti da sbirciare.
La bassa marea
crea l’isola d’Arun
Ci dondoliamo sulla strada raggiungendo la Punta degli Spagnoli, da dove si può osservare la rada di Brest, città rasa al suolo durante il II° conflitto mondiale.
Le fortificazioni risalgono all’800, ed erano utilizzate per contrastare le incursioni turche, quando ancora il potenziale bellico era di gran lunga inferiore rispetto a circa un secolo dopo.
Dalla
punta fa un certo effetto vedere la costa disseminata di
postazioni in cemento
armato. Durante la II° guerra mondiale tutta la rada
veniva tenuta sotto
controllo, essendo Brest un porto militare che accoglieva
anche sottomarini. Il
grigiore del meteo aumenta il disagio.
Meno male che almeno qualche tocco di colore è presente…
Meno male che almeno qualche tocco di colore è presente…
Raggiungiamo Camaret sur Mer, dove facciamo due passi. Anche qui la bassa marea si prende gioco delle piccole imbarcazioni.
Il
meteo varia umore con decisa rapidità e io, per evitare
fastidiosi incroci con
i raggi solari, son bardato di tutto punto. Di lì a
qualche giorno il naso sarà
la parte del corpo che subirà svariati cambi d’epidermide,
con conseguente
uso/abuso di creme, cremine e cremette.
Di
nuovo in sella ci spostiamo in un altro punto suggestivo,
dove la natura ti
sbatte in faccia tutto il suo superbo potenziale, e dove
non si può fare altro
che restare a bocca aperta: Pointe de Pen-Hir.
Girelliamo un po' godendoci bellissimi scorci.
Da quelle parti è facile creare un contrasto tra stupendo e terribile. Vicinissimo al punto più platealmente turistico c'è il Memoriale della Battaglia dell'Atlantico, ricavato direttamente in un tratto di Vallo Atlantico.
Ci aggiriamo tra gli ambienti che restano a memoria di quell'assurdo periodo di guerra, morte e distruzione.
Di nuovo in sella, per rimettere l'umore a posto, e sia tramite scorci goduriosi sul mare che con i giochi di luce che la giornata ci regala, riusciremo nell'intento.
La nuova meta di giornata è un monte, altissimo la bellezza di 330 m/slm, dal quale si gode di una gran vista a 360°!
Menez-Hom
Rientriamo e ci godiamo una bella passeggiata post-cena.
La serata è davvero bella e la temperatura ci è amica.
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Nuovo giorno, nuove esperienze bretoni.
La meta è sempre il mare, ma più che altro le coste, stupende e decisamente variegate. Oggi puntiamo a nord-est, il dipartimento delle Cotes d'Armor e percorriamo un po' di strade interne, per solcare gli asfalti solitari che accarezzano i Monts d'Arrée, catena montuosa che si trova nel Parco Naturale Regionale d'Armorique. Qui non sono certo le altezze a farla da padrone, considerando che il monte più alto (Roc'h Ruz) svetta per solo 385 m/slm. E' il paesaggio nel suo insieme a dare un'idea di infinito, con estese praterie tappezzate di erica e ginestre, punzecchiato qua e là da creste rocciose. E' proprio un bel bradipare!
Il meteo è grigio, ma non ce ne curiamo più di tanto, anzi...ce ne facciamo rapidamente una ragione!
Stiamo transitando sulla D785, e facciamo una prima sosta, salendo sul colle che ospita la cappella di Saint Michel de Barsparts, risalente al 1672.
Il panorama, certamente non aiutato dal clima, ci fa ugualmente volare con la fantasia!
Di nuovo in sella, non ci concediamo più soste fino ad arrivare nuovamente sul mare. L'obbiettivo di giornata è raggiunto, Trégastel e, più che altro la Costa di Granito Rosa, una distesa senza soluzione di continuità di massi, enormi, levigati dalla forza del vento e degli agenti atmosferici fino a formare strane figure. Davvero eccezionale!
Siamo all'ultima giornata goduta nel Finistère. L'indomani "traslochiamo" per un nuovo punto tappa. Al meteo non gliene può fregare di meno e non fa molto per festeggiare l'evento, anzi.
Partiamo in direzione Brest e prendiamo acqua a secchiate, in quello che col senno di poi sarà l'infradiciamento più intenso patito in queste ferie.
La prima meta di giornata sarà il Pointe de Corsen, il punto più ad ovest di Francia, che non becchiamo proprio al primo tentativo.
Torniamo verso Brest, per fare la nostra ultima visita odierna, Fort Bertheaume, collocato su un suggestivo isolotto.
Facciamo la visita leeeeeentamente, con indosso la tuta antiacqua.
Morale: fuori sono asciutto, dentro sono quasi fradicio. Va beh....c'è di peggio. Potevo essere fradicio anche fuori :-))
Completiamo la visita dei resti della singolare roccaforte passando nei sotterranei del deposito munizioni utilizzato nella II° conflitto mondiale.
Fa un certo effetto scendere quella scaletta avvolti nella quasi completa oscurità...
Rientriamo. Il primo pezzo di ferie bretoni è finito. L'indomani rifacciamo i bagagli e lasciamo Le Faou per raggiungere Dinan, nuovo punto base per le nostre scorribande francesi.
Nuovo giorno, nuove esperienze bretoni.
La meta è sempre il mare, ma più che altro le coste, stupende e decisamente variegate. Oggi puntiamo a nord-est, il dipartimento delle Cotes d'Armor e percorriamo un po' di strade interne, per solcare gli asfalti solitari che accarezzano i Monts d'Arrée, catena montuosa che si trova nel Parco Naturale Regionale d'Armorique. Qui non sono certo le altezze a farla da padrone, considerando che il monte più alto (Roc'h Ruz) svetta per solo 385 m/slm. E' il paesaggio nel suo insieme a dare un'idea di infinito, con estese praterie tappezzate di erica e ginestre, punzecchiato qua e là da creste rocciose. E' proprio un bel bradipare!
Il meteo è grigio, ma non ce ne curiamo più di tanto, anzi...ce ne facciamo rapidamente una ragione!
Stiamo transitando sulla D785, e facciamo una prima sosta, salendo sul colle che ospita la cappella di Saint Michel de Barsparts, risalente al 1672.
Il panorama, certamente non aiutato dal clima, ci fa ugualmente volare con la fantasia!
Ripartiamo in direzione nord, per svalicare il passo di Roc'h Trevezel.
La strada inviterebbe a lunghe e goduriose cavalcate...
Facciamo una piccola deviazione per svalicare il Colle di Trédudon e una volta arrivati a Plounéour-Menez prendiamo a destra per la D111, e percorsi pochi km facciamo nuovamente una sosta, per dare un'occhiata all'Abbazia di Relec, che purtroppo (beh...anche per fortuna!) troviamo in restauro.
Ci godiamo un vicino specchio d'acqua e l'annesso giardino storico, nei secoli irrigato tramite un innovativo sistema idraulico, che dava acqua anche agli edifici presenti nelle vicinanze dell'Abbazia.
Di nuovo in sella, non ci concediamo più soste fino ad arrivare nuovamente sul mare. L'obbiettivo di giornata è raggiunto, Trégastel e, più che altro la Costa di Granito Rosa, una distesa senza soluzione di continuità di massi, enormi, levigati dalla forza del vento e degli agenti atmosferici fino a formare strane figure. Davvero eccezionale!
Sono posti dove si potrebbe tornare migliaia di volte trovando sempre nuove figure contorte sfuggite alla visita precedente. Stupendo!
Si rientra, con l'unica nota degna di segnalazione: lo svalicamento del vertiginoso Colle di Toullaeron, con i suoi 266 m/slm. Da brividi!
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Siamo all'ultima giornata goduta nel Finistère. L'indomani "traslochiamo" per un nuovo punto tappa. Al meteo non gliene può fregare di meno e non fa molto per festeggiare l'evento, anzi.
Partiamo in direzione Brest e prendiamo acqua a secchiate, in quello che col senno di poi sarà l'infradiciamento più intenso patito in queste ferie.
La prima meta di giornata sarà il Pointe de Corsen, il punto più ad ovest di Francia, che non becchiamo proprio al primo tentativo.
Da lì facciamo poca strada per raggiungere un altro obbiettivo, Pointe de St. Mathieu, con il meteo che pare dare una bella svolta.
Invece, le rapide correnti bastarde fanno un attimo a cambiare tutto e zac... il grigiore si reimpossessa della scena. Sarà che siamo in ferie e che suggestionarsi è un baleno, ma anche se i colori sono di fatto a riposo, il senso di infinito torna a farsi sentire prepotente.
Pointe Saint Mathieu
Torniamo verso Brest, per fare la nostra ultima visita odierna, Fort Bertheaume, collocato su un suggestivo isolotto.
Tempo inclemente ma niente pioggia. E le suggestioni atlantiche continuano.
Facciamo la visita leeeeeentamente, con indosso la tuta antiacqua.
Morale: fuori sono asciutto, dentro sono quasi fradicio. Va beh....c'è di peggio. Potevo essere fradicio anche fuori :-))
Completiamo la visita dei resti della singolare roccaforte passando nei sotterranei del deposito munizioni utilizzato nella II° conflitto mondiale.
Fa un certo effetto scendere quella scaletta avvolti nella quasi completa oscurità...
Rientriamo. Il primo pezzo di ferie bretoni è finito. L'indomani rifacciamo i bagagli e lasciamo Le Faou per raggiungere Dinan, nuovo punto base per le nostre scorribande francesi.
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