Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

domenica 20 luglio 2003

Il nostro primo viaggio in moto: Dolomiti

Travolti da insolita energia e dedizione al mezzo motociclistico, il duo delle meraviglie decide, dopo attenta (ma quando mai......) riflessione di fare CENTINAIA di km., arrivare in Trentino (dietro l'angolo) e lì, fare i ganzi guidando di Passo in Passo per poi farsi grossi con gli amici.
Ma vediamo nello specifico come si articola un giorno tipico dei duemendi.
Poichè gli eroi hano pagato mezza pensione,che fanno??
Si stroncano di cibo a colazione (pane, nutella, burro, marmellata, yoghurt, miele, cereali, croissant, prosciutto, formaggio e bicarbonato) per saltare il pranzo e buttarsi sul buffet a cena. Risultato??
Data la vita sedentaria sul nero bolide, si abusa di Pursennid!!
Che importa??? Il biker è uomo rude...
Il primo giorno è esplorativo, i nostri eroi sono in forma, fanno foto e salgono e scendono di moto che sembrano pagati.
Foto al Rolle, foto al Valles, si avviano verso la Marmolada e si godono il panorama.




Mentre Illo finge di sapere esattamente ciò che fa, Veronica finge fiducia a piene mani e addirittura scherza in posa sul mezzo meccanico al Fedaia. Illa è spavalda, mostra sprezzo del pericolo e...si gode il panorama.



Il giro si snoda per curve e lavori in corso fino a Canazei, Pozza di Fassa, puntatina al Lago di Carezza e ritorno verso Moena.


Fingendo interesse per il paesaggio, Illa chiede di essere lasciata al Passo S.Pellegrino, dove cerca un posto per fare pipì.
Posto che non c'è, e non c'è manco un cespuglio, solo mucche che purtroppo però non stanno ferme abbastanza per nascondercisi dietro. Rinucia fino a quando manco Illo ce la fa e, abbandonata la "nonna" sul bordo della strada, fuggono per i boschi in cerca di sollievo.
Il giro totale è stato di 210 km, la cena proporzionale al numero di km...

2° giorno
Sempre desiderosi di vantarsi con gli amici oltre misura, partono per un altro giro.
La pressione esercitata tra sella e chiappe comincia a farsi sentire, ma spinti da
ardore motoristico, si lanciano all'avventura.


Transitando dal P.so Cereda, Agordo, Cencenighe, Alleghe, arrivano al P.so Falzarego.
Tempo bigio, motociclisti tedeschi da 0 a 100 anni in varie tenute e sulle loro teste il Lagazuoi.
Decisi a tutto, i due impavidi prendono la funivia e vanno a raggranelar freddo (magari....) su quello che era il fronte austriaco della 1° guerra mondiale.


L'impressione è forte, l'effetto è brutale, il panorama pazzesco e si stenta a pensare che tutto ciò sia stato teatro di atroci battaglie tra povera gente.
Veronica, imbevuta di patriottismo, rifiuta di parlare tedesco.
E dopo la montagna, il mare (lago.....) passando per Cortina che raccapriccia i nostri eroi, i quali si scagliano contro Misurina dove trovano un caldo becco e il sole picchia sulla moto nera.


Per sfuggire alla calura si innesca un disperato acquisto di cartoline presso un negoziante "ombreggiato" dopodichè ripartenza.
Sulla via del ritorno Illo ha una gran pensata, "Svoltiamo per il passo Giau". Veronica, in quest'occasione, dalle pieghe di lì a venire, riesce a contare i pallini delle coccinelle sulle margherite al bordo della strada.
Da qui parte il tormentone che accompagnerà le curve vancanziere: "Un ci si fa, un ci si fa, un ci si fa / ci si fa, ci si fa, ci si fa" che scaturisce nella mente ormai compromessa della povera zavorrina.
In vetta al Giau la vista è magnifica (le foto non rendono merito), il tempo splendido, il clima perfetto, le mucche ciarliere, le chiappe quadre e il dolore alle stelle. Casa non è lontana!





I km. stavolta sono 230. Veronica ricorderà questa vacanza in modo diverso da lui...

3° giorno
E' Domenica. Perfino Dio si riposò, ma loro no, nonostante il dolore, pigliano e partono.
Prima la Val Canali (bellissima), luogo turistico, assolato, accaldato e affollato, dove realizzano che, una volta rientrati a casa, sarà cosa buona e giusta tornare in palestra perchè dopo 100 metri sputano sangue sui sassi.
Sudati e bruciati risaliamo sulla moto e, certi di sapere ciò che fanno, si dirigono verso il lago di Calaita.



Da 3000 gradi a 0 passando per una lunga galleria. Sarà così anche la sauna finlandese??
Anche il lago è un posto super-turistico, anche se i due bischeri se ne rendono conto solo una volta arrivati sulle sponde. E' pieno di famiglie e Goldwing (ma come caz.. hanno fatto a fare tutte quelle curve....).  Morale: breve pausa e via.......di corsa sulla moto.
Non contenti, ripartono, leggono Passo Brocon su un cartello e, pensando di essere ganzi, vi si dirigono.
La strada si rivela allucinante, stretta, piena di lavori, dissestata, trafficata, lunga e fetente. E come ultima sorpresa si trovano in pieno novembre una volta arrivati alla meta. Nebbia e freddo e molti motociclisti infreddoliti.
Non resta altro che godersi la motoGP in un bar, acclimatandosi mangiando un gelato (con -5°...) per poi ripartire alla volta dell'albergo dove parte la cura del sonno...

4° giorno
Questo è il giro storico, il giro con la G maiuscola, il top, il giro delle vette, la meta di ogni motociclista avveduto che vuole vantarsi.
Questo è il giro in cui Illo si fa fotografare sotto ogni cartello per far vedere che E' VERO che LUI c'è stato. Baf sfrutta la "sosta cartello" per fare la pipì..
Si parte indomiti nonostante il tempo, al Rolle ci sono -18°, come in un congelatore "profescional". 


Per fortuna una volta scollinato il tempo volge al bello. Da subito iniziano le soste CARTELLO/PIPI'. Il paesaggio è travolgente, folgorante e freddo. Tanto per sottolineare l'inferiorità fisica dei nostri impavidi ormai abbrutiti, alle loro spalle sulla montagna, scalano a mani nude sulla nuda roccia. Non importa, il tour prosegue, dopo il Sella (pieno di giapponesi e quasi crollato), si va a farsi vedere al Gardena. Illo, ormai cotto, cerca di indurre Illa a fuggire con uno sconosciuto.
Sorry, tentativo andato male. Lo sconosciuto è pulito è privo di peli, il che lo rende totalmente privo di interesse.
Illo insiste a farsi fotografare sotto la scritta 2137 mt/slm, fiero e tronfio come se li avesse fatti LUI a PIEDI! Illa resiste. 





Si prosegue per La Villa e passo Vaiparola fino al Falzarego. Altra foto, altra pipì e Illa, che ormai ha perso cognizione di tempo e spazio, pensa:"Allora non ci siamo mai mossi". I nostri eroi portano ormai da giorni gli stessi vestiti....


Da qui parte il vero dramma (o Vero-dramma...): iniziano le curve del Pordoi. 33 dannati tornanti, tutti numerati. Inizia il conto alla rovescia, e Illa è certa che non arriveranno mai. Invece, nonostante una foto fatta contromano senza casco a bordo tornante con macchina fotografica in bilico, i nostri eroici bikers arrivano in cima. 


Pipì n° 100 e grida di salvezza. Unico neo, per andarsene c'è un'altra trenata di tornanti. Illa piange che rimane lì e apre un banchino con la porchetta. Dopo varie trattative risale in sella, Illo gode all'idea di vantarsi spudoratamente con amici e colleghi che sono in vacanza al mare e l'insolita coppia ricala a valle e passando per Canazei e Predazzo torna in albergo.
Kilometri totali 240, chiappe di legno e gomme trite.
E poi? E poi basta, si ritorna verso casa, quella vera.
Un'istantanea riassume al meglio questo momento...




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