Si parte sempre dal Mugello, più precisamente da Scarperia (Fi), in cerca di qualcosa. Cosa c'è di meglio di randagiare vicino o lontano da casa, per vedere posti, incrociare odori, sapori, umori, per sentire quella sensazione di scoperta ad ogni passo che fai? Per me nient'altro!
La curiosità è la miglior benzina al mondo, per cui....ecco il perchè di questo blog, un posto dove racchiudere tutti i miei passi, in moto ma non solo. Se vi va di dare una sbirciata siete i benvenuti, altrimenti....ci vediamo a zonzo da qualche parte ;-)

Dove andare a curiosare

mercoledì 28 luglio 2010

Parco Nazionale d'Abruzzo...e dintorni - 2a puntata - I dintorni di Scanno e la Grotta del Cavallone

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Ci svegliamo in un'altra bellissima giornata. Ci sentiamo goderecci, nel senso che vogliamo goderci le cose a poco a poco. Oggi non è previsto fare molta strada, anzi.
Il giro prevede una salita a Frattura Nuova per godere della panoramica vista del lago di Scanno, un salto ad Anversa d. Abruzzi per andare a dare una sbirciata alle sorgenti del Cavuto (e annesso giardino botanico), due passi al lago di San Domenico e per finire, un salto a Scanno per del sano sciòpping vacanziero.
Tanti spunti in un piccolissimo fazzoletto d'Abruzzo!
Lascio la parola alle poche foto fatte in giornata.

Il Lago di Scanno visto da Frattura Nuova

Anversa degli Abruzzi

Cartello d'ingresso alle sorgenti del Cavuto

Sorgenti del Cavuto


La strada delle Gole del Sagittario

Lago S.Domenico: il ponte che unisce la strada al santuario di S.Domenico

Scorcio sul lago

Veronica in relax

Qui però una parentesi ci vuole, solo per far tornare il pensiero ai messaggi poco velati che gli abruzzesi hanno verso la sessualità!



Altro scorcio su lago e santuario di S.Domenico

Il sentiero delle "seghe" è bagnato. Ma guarda un po'...


Fauna benedetta

Scorci di Scanno


Rientriamo affaticati dai km., no...aspetta....non per i km., magari per la digestione.
Eh si perchè per "merenda" ci siamo scofanati un antipasto misto in versioni macsi.
Va beh...meno male che a cena troviamo le "immancabili"....per giunta fritte!!

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Altro giro, altra corsa, altra giornata splendida, anche se si sciuperà nel finale, dando il via alla questione "cuscinetto".
Ma veniamo alla giornata, che è stata bella, "geologicamente" interessante, sia per le curve godute sulla crosta terrestre che per curve e salite godute sottoterra.
Si parte su curve baciate dal sole...

In piega sopra Scanno

...con i musi delle moto che puntano Barrea, Alfedena, Roccaraso, in un caleidoscopio di azzurro, verde e marrone spennellati da una striscia di sinuoso grigio...


Nei pressi di Roccaraso


...che ci porta con serafica calma nei pressi di Taranta Peligna, dove arriviamo alla meta, la Grotta del Cavallone (www.grottadelcavallone.it).


La giornata è calda sul versante sud/est della Majella, 'mazza se è calda, e salire su a 1400 metri dove è presente l'ingresso alla grotta pare una manna.
Su stile trekking facciamo un rapido cambio d'abiti e siamo pronti. Meno pronte sono alcune signore anzianotte che indugiano alla biglietteria decidendo se è il caso di andare su con scarpe da lavoro gentilmente offerte dalla società che gestisce le visite alle grotte.
Mi sa che hanno desistito. Oltre alle scarpe gli sarebbe mancato pure un minimo di vestiario adatto. Erano in canottiera....
Su, in funivia, andamento lento, sicuro godimento. Si insomma, per me si, per la Vero mica tanto. Vertigine e tanta voglia di dare il "gassone" alla bidonvia per arrivare su nel minor tempo possibile.


La roccia a forma di testa di cavallo che da il nome alla grotta

Siamo in cima, scendiamo. Da lì inizia un breve sentiero che ci porta a ridosso di un camminamento "ardito" che finisce appena dentro un'ampia apertura della roccia, vero e proprio ingresso alle grotte. Inutile dire dello spolmonamento e annesso sudore...




La fatica però, come spesso accade, regala tante soddisfazioni!!


L'enorme finestra naturale con magnifico panorama

Il fiato ritorna regolare, la pelle si asciuga. Dopo aver atteso il nostro turno visita siamo pronti per la "cavalcata".
Ci siamo messi la giacca a vento per scrupolo, ma appena fatto cinque metri dentro l'antro siamo felici per la scelta fatta.
La visita è condotta da una giovane guida, che mostra di avere molta passione per le viscere della terra. Tra le raccomandazioni che ci da c'è anche quella di fare le foto senza flash. Va beh...qualcosa è venuto.
Che il saliscendi sotterraneo abbia inizio.


Quello che si presenta ai nostri occhi è bello e coinvolgente, arricchito dalle informazioni che la guida snocciola via via, e dalla suggestione che si ha in alcuni tratti, dove sembra d'essere sul set di un film di fantascienza.



In alcuni tratti la conformazione del sottosuolo impressiona per l'idea di potenza che sprigiona!!


Altri invece sorprendono come uno spettacolo treatrale...




La visita finisce, anche se per i più curiosi (e coraggiosi!) c'è la possibilità di fissare visite più "intime" e di certo gratificanti, dove sentirsi speleologici praticanti, con tuta, caschetto e lampada. Mmmmhhh, non fa per noi!
Di nuovo fuori, nel mondo apparentemente più sicuro. Va beh, sicuro sicuro non è, ma almeno abbiamo avuto la sicurezza di mangiarci un bel piatto di pasta e fagioli e spaghetti al pesto, t'ha' detto poco!
Dopo aver dato un'ultima sbirciata alla conformazione geologica del luogo torniamo giù alle moto, con ovvio immenso piacere di Veronica!!


Torniamo sui nostri passi e al valico della Forchetta prendiamo a destra per Campo di Giove.
La strada è adagiata su uno dei tanti stupendi piani abruzzesi.


Puntiamo Sulmona per rientrare verso Roccaraso salendo verso il Piano delle Cinque Miglia.
Strada e posti meravigliosi!!!


E' ancora presto per rientrare alla base e allora giù, verso sud, su una strada che dopo Rionero Sannitico pare non finire mai la propria discesa. A Cerro al Volturno deviamo per tornare verso Alfedena.

Cerro al Volturno

Ogni strada che si prende è una scoperta, un piacere per la guida e per la mente!

Ombre lunghe sulla Mainarde

Curva dopo curva siamo di nuovo a Barrea, dove sfrutto letteralmente gli ultimi scampoli di energia della pila della macchina fotografica per immortale l'omonimo lago. I tentativi sono stati svariati, ma ne è valsa la pena!


Il rientro tramite il valico di Monte Godi è quanto di più soft si possa chiedere, grazie alla luce stupenda.
La giornata volge al termine, stupenda, se non fosse per "Scusa ma, che verso fa quella gomma?? Cazzo!!!". E' così partita la questione "cuscinetto", che ha dato un bel colpo all'umore riguardo alla giornata apparentemente perfetta appena passata. Dopo un rapido giro di telefonate, per il giorno successivo è previsto un tour fuori programma a Sulmona per riparare l'incolpevole Loppy.
Sfruttiamo le amatissime patate per affogare la rabbia!!

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